L’imperatore porta ed evolve il tema della carta III dell’Imperatrice: incarnarsi, procreare ed ordinare.
Questo arcano realizza l’autorevolezza dell’Imperatrice portando in terra l’ordine dettato dalla mente.
L’Imperatore è una figura mostrata di profilo, il suo corpo si mostra già proteso verso qualcuno o qualcosa fuori dalla carta. Il tema della carta è quello del definire confini e porre ordine.
L’Imperatore invita ad una progettazione che tenga conto dei confini temporali e spaziali. Le sue domande sono: quando? Per quanto tempo? Con quali limiti? Quali sono le regole? Quali confini pongo io rispetto all’altro? Ho fatto in modo che l’altro conosca le mie regole? Le domande sono volte alla generosità dell’incontro con gli altri, ai fini di un regno di pace da mantenere e continuare a costruire.
Gli occhi dell’imperatore guardano a sinistra di chi lo consulta. L’imperatore guarda ciò che è già nato per capirne la natura ed individuare di conseguenza un posto opportuno nel mondo. Imperatrice ed Imperatore si guardano: l’una pone ordine con l’autorevolezza dello sguardo, l’altro pone ordine mettendo in corrette forme e sequenze gli spazi di ciò che esiste.
L’Imperatore è per questo carta di pace: egli interroga l’oggetto creato e poi lo pone in uno spazio opportuno. Compito dell’Imperatore è insegnare a discernere, mettere confini. L’Imperatore detta legge nel proprio regno e a colui o colei che sceglie di vivere in quel regno.
Egli si poggia sui bordi del trono, vigile, a schiena dritta, il collo teso, il braccio sinistro poggiato sul trono. Il braccio destro tiene lo scettro, le gambe sono ferme; l’Imperatore, quasi in piedi, poggia la pianta del piede sulla base del trono come per spingersi in avanti.
Gli occhi convergono sul naso affilato che a sua volta è allineato con la croce sullo scettro e guarda lontano, come fosse una lente o un mirino da attraversare.
L’Imperatore sancisce il movimento di connessione tra sè e l’esterno, il movimento che ognuno di noi può sperimentare focalizzando lo sguardo prima sul proprio naso e poi sul panorama dinnanzi.
L’Imperatore è responsabile della dialettica invisibile, dettata dagli occhi, tra finito ed infinito, tra ciò che è prossimo, ciò che è lontano, ciò che non si vede ancora ma si progetta.
L’Imperatore restituisce ordine e pace, nonché possibilità di dire si o no a ciò che è fuori di noi e con noi. Siamo nell’arcano delle leggi esplicitate, di ciò che deve essere comprensibile nelle sequenze e nelle priorità.
L’altro deve essere messo nella possibilità di comprendere le leggi così da poterle perseguire, applicare o da poterne prendere le distanze e vivere così in un altro regno con altre leggi. Severo e generoso quello dell’Imperatore è compito difficile per il quale l’Imperatore utilizza uno scettro, simbolo del potere, ed il Fiordaliso posto sulla punta dello scettro.
Anche tramite questa carta si giungerà al Papa, carta immediatamente successiva all’Imperatore e cui spetta il compito di porre ordine ed equilibrio tra il cielo e la terra.