Tenere a freno la mente è un grande lavoro di volontà
Di tutte le definizioni date all’essere umano, quella che più ci serve per vivere una vita felice, è prendere consapevolezza che siamo dei generatori di energia. Pensate che l’uomo genera circa 60 milioni di pensieri al giorno. Potrebbero essere tantissimi, senonché alla fine pensiamo più o meno sempre le stesse cose. I pensieri sono in realtà delle frequenze che noi produciamo per creare un certo tipo di realtà. Queste frequenze generate sono create dalla nostra forza interiore, e quindi dal nostro tipo di energia vitale innata, dalle nostre credenze e dai nostri valori.
Ma facendo l’esempio di una persona che si svincola completamente dai valori e dalle credenze – cioè ha fatto un percorso su di sé, e quindi non possiede valori e nemmeno credenze – egli produce una frequenza di un certo tipo che trasmette nell’etere esattamente come una antenna. E’ bello poter pensare che l’uomo è una antenna energetica. Vi piace la definizione? Certo… io non ho inventato nulla.
Il concetto che esista un’energia particolare che la nostra mente produce attraverso i pensieri ha origini molto antiche ed è stato oggetto di studio e di approfondimento nel corso dei secoli. I primi a parlare di energia nel mondo occidentale furono i Pitagorici, già nel VI secolo a.C. Mille anni dopo, Paracelso, il celebre medico del XVI secolo, denominava tale energia arqueo e la riteneva un’entità composta da forza e materia vitale, insomma un’essenza irradiante che, mediante l’immaginazione, poteva produrre effetti benefici, oppure causare malattie. Un momento fondamentale, che segna il punto di incontro di concetti filosofici con la scienza, è il secolo XIX quando si diffonde il mesmerismo. Von Helmont e Mesmer, prendendo spunti dagli studi di Paracelso, descrivono altre proprietà dei fenomeni legati all’energia, dimostrando come oggetti animati, o inanimati, siano avvolti da un flusso atmosferico che può essere proiettato a distanza ed è in grado di influenzare altri corpi. Sto parlando dei primi approcci all’ipnosi e al magnetismo.
Anni dopo, Clerk Maxwell e Michael Faraday descrivono molto dettagliatamente la forza creata da una carica positiva e una negativa di un campo. Negli anni ‘30, è Wilhelm Reich che descrive il bione e lo definisce come unità funzionale di tutte le materie viventi, portatore di un quantum di energia vitale, che funziona in maniera esclusivamente biologica. La grande intuizione di Reich, padre della bioenergetica e maestro di Alexander Lowen, è di aver capito che tutti gli uomini sono prigionieri di una corazza energetica, che limita e, a volte, impedisce il manifestarsi dei loro sentimenti e della loro emotività. Ma fu solo all’inizio di questo secolo che il Dott. William Kilmer constata che attorno al corpo umano ci sono degli strati di energia luminosa che chiama aura. Sono tanti i libri in cui si parla di aura, e, per essere ancora più precisi, dovremmo dire che non esiste soltanto un’aura, ma più auree, cioè tutti noi emettiamo diversi tipi di radiazioni luminose che si compenetrano tra loro. Attraverso l’occhio umano, oppure con la camera Kirlian è possibile vedere e fotografare queste radiazioni luminose, rilevandone anche il colore specifico.
La fisica ha approfondito questo concetto, scoprendo una varietà di frequenze irradiate a vari livelli: e le ha classificate alte a basse. Lo psicologo inglese Sir Cyril Burt, afferma che la nostra mente produce dei corpuscoli microscopici, definiti psiconi, che ogni essere umano trasmette nell’ambiente. In base a questa ipotesi, ogni pensiero generato si esprimerebbe sotto forma di vibrazione elettrica e di onda emanata. Secondo questa teoria, ogni onda emessa dall’essere umano può essere captata dalla stessa frequenza a distanza: innamoramento, guarigione a distanza, amore, simpatia e amicizia, sono manifestazioni di una certa frequenza comune. Una frequenza diversa spiegherebbe, invece, sensazioni e stati d’animo come nausea, mal di testa, repulsione, antipatia e stanchezza. Spesso, questi fenomeni sono la conseguenza di un incontro con qualcuno che ci ha trasmesso negatività. D’altro canto, come affermò il fisico statunitense Nikola Tesla, se potessimo evitare alcune frequenze che influiscono sul nostro corpo, avremmo anche una maggiore resistenza alle malattie.
Nel 1992, con la costruzione di un misuratore e registratore di frequenze, il BT2 , lo scienziato americano Bruce Tanio, verificò che i nostri pensieri producono un’energia misurabile e che ogni organo del corpo emette un’onda a lunghezza specifica. Ad esempio, il cervello è sull’ordine di 72/90 Mhz; il corpo umano 62/68 Mhz; i pensieri negativi <12 Mhz; i pensieri positivi >12 Mhz; la preghiera e la meditazione >15 Mhz. È ormai certo che la diminuzione o l’aumento delle frequenze che emaniamo dipendono anche e soprattutto da come ci alimentiamo. Le prime alterazioni della frequenza emanata dal nostro corpo si verificano quando viene compromesso l’equilibrio tra potassio e sodio; inoltre, più mangiamo cibi ricchi di grassi e di condimenti, più la nostra frequenza si abbassa; quanto più invece, mangiamo frutta e verdura, tanto più la nostra frequenza si alza, con immediati benefici anche sulla nostra salute.
MA dove va a finire questa forza? Questa forza va a finire nell’universo andando a cercare delle frequenze simili per crearne una nuova più potente. Ecco perché dobbiamo fare molta attenzione a quello che pensiamo perché il cervello non capendo la differenza tra un pensiero benevolo e uno malefico, tra un pensiero greve e uno leggero, tra un pensiero con un certo tipo di frequenza e un altro, esegue e basta. E’ la nostra mente che crea i fatti che poi ci accadono nella vita. Il tipo e la realtà che creiamo è stata generata dalla potenza con cui abbiamo generato la frequenza, ovvero dalla nostra intenzionalità. Ogni volta che noi pensiamo qualcosa prima o poi succederà, ma se gli mettiamo anche una intenzionalità l’effetto di quello che succederà sarà più potente, in bene e in male. Noi siamo generatori di frequenze.
Noi siamo ciò che pensiamo – Ippocrate
Non sappiamo ancora perché se pensiamo una cosa generiamo proprio quel tipo di realtà. Probabilmente ci sono delle realtà già settate nell’universo e all’interno dell’illusione della vita e di ciò che vediamo e percepiamo sono già classificate. Probabilmente bisogna tenere in considerazione i valori a cui attribuiamo un pensiero.
Esempio: pensiero positivo valore 10, pensiero negativo valore -10
Io credo che il livello zero sia l’assenza totale di pensiero. Tecnica che insegnano molti guru nell’ambito dello yoga o delle tecniche orientali per diventare dei veri Buddha.
Ma è possibile non pensare?
Teoricamente sì, ma praticamente non ci riusciamo ancora del tutto. Tenere a freno la mente è un grande lavoro di volontà. Sappiamo che non dobbiamo pensare, giudicare, valutare, avere aspettative, considerare, incasellare, ma non ci riusciamo ancora. Ecco perché la maggior parte delle persone non è felice, perché pensa!
Quando un individuo ha la piena consapevolezza del corpo la mente tace e produce energia.
La musica aiuta molto, forse solo la musica aiuta a spegnere la mente perché crea uno stato quantico vibrazionale non mentale.
Ma la mente è il contenitore dei pensieri. L’uomo senza mente vivrebbe come un razzo. La mente con la relativa produzione di pensieri limita la sua azione. In sostanza più penso meno agisco. Quindi la mente si può considerare il nostro freno inibitore per impedirci di ucciderci? Forse si. La mente usata di più di quello che dovremo usarla produce l’effetto contrario. In sostanza più voglio capire meno agirò meno capirò. Chi vuole capire veramente deve agire spegnendo la produzione di pensieri come il giudizio e il pregiudizio. La mente produce pensieri. Questi pensieri che produco io gli darò una valenza più o meno in base all’emozione che mi farà provare. Se produco pensieri positivi avrò ben essere, se produco pensieri negativi avrò mal essere.
La malattia, ad esempio potrebbe essere la conseguenza di pensieri negativi protratti nel tempo.
E’ anche certo che la produzione dei nostri pensieri, le nostre sensazioni e la nostra comunicazione dipendono molto dal luogo in cui viviamo.
Il luogo in cui viviamo e quindi l’ambiente circostante modifica il nostro DNA. L’energia del luogo non è data solo dalla latitudine e dalla longitudine che possono sicuramente influire magneticamente sui nostri pensieri, ma anche dalle persone che ci vivono, dalle credenze e dai valori che esistono in quel luogo.
Pertanto la nostra visione della realtà subisce l’energia dell’ambiente in cui viviamo.
Quindi un problema irrisolvibile a Milano diventa un non problema a Parigi oppure a Londra.
Più a EST si va ad esempio, più l’energia delle persone diventa leggera e quindi le relazioni e il lavoro assumono un’altra dimensione.
Al prossimo articolo!
Un Commento su ““Attenzione a cosa pensiamo!””
Articolo molto interessante ed esaustivo. Mi é piaciuto molto!