Un piede davanti all’altro, un passo davanti all’altro, ancora uno e poi un altro e i passi diventano mille e altri mille e ancora mille.
A ogni passo il corpo si fa più pesante e il cuore più leggero, come se muovere ogni passo aiutasse a scaricare i pensieri.
Ancora meglio se i passi sono in mezzo al verde o sulla riva del mare. La natura, il suo profumo, i suoi dettagli, risanano la mente e il cuore. Il sole tra gli alberi, uno scoiattolo che corre, una gazza che fugge. La risacca delle onde, un gabbiano che vola.
Da soli o in compagnia, in gruppo o in coppia, purché ci sia l’affiatamento nell’andare, la sincronia nel camminare, senza doversi inseguire, senza la fretta di arrivare.
Fortunato se hai un compagno di cammino che si adatta al tuo ritmo, che ti aspetta se fai fatica, che non si lamenta se rallenti. Non c’è bisogno di parlare, le parole sono un di più, ma comunque benvenute.
Leggeri o con lo zaino, su sentieri o strade larghe, inerpicandosi in salita o scendendo con attenzione. I bastoncini per spingersi in avanti. Un berretto per ripararsi dal sole. Il k-way per la pioggia, se non è troppa, o cercare un riparo. Imbottiti se fa freddo. Le scarpe leggere nei tratti facili, gli scarponi se il terreno è difficile, sperando non lascino piaghe.
Non dimenticare l’acqua e qualcosa da mangiare.
Sbagliare strada, a volte, e tornare indietro e cercare, e provare di nuovo.
Con una meta o senza, un percorso circolare, per il puro piacere di andare.
E alla fine gioire insieme del cammino percorso.
A volte fermarsi, se non si riesce a proseguire, in attesa di poter ricominciare.
La stessa gioia del camminare ho ritrovato nel libro Compagne di Cammino di Angela Seracchioli, la stessa gioia della natura e la fortuna di una persona accanto.
Camminare è come la vita, camminare con qualcuno è come vivere insieme.
“Come nell’amore, il camminare con un’altra persona è un fatto di alchimia, è una sorta di danza a due, dove c’è il momento che uno tira e l’altro sta a ruota, il tempo in cui si cammina affiancati, o si mettono i piedi l’uno nell’impronta dell’altro e nessuno dei due si sente migliore perché quella mattina è in forma e accelera, o peggiore perché strascica i piedi, perché l’altro, il tuo compagno di cammino, ti accetta per come sei”.