Alice e il Cappellaio matto 1

Francesca SalvadorArticoli, Crescita personale, RiflessioniLascia un Commento

Qualcuno di noi vive sospeso. Il mondo di prima non c’è, ancora un po’ ci ricordiamo com’era e a volte ci prende il dubbio che forse dovremmo tornare là. Ma non accade. Fluttuiamo, fuori sembra che siamo sospesi, che fluttuiamo, ma dentro, siamo ben centrati. In fondo, abbiamo insistito per uscire dal sistema, e tanto. Ora sta accadendo, lasciamo che sia.

Lo dico a me stessa, innanzitutto perché ho bisogno di sostenermi, non dico di darmi le ragioni, sappiamo che non si attraversa questo momento con la ragione ma con il sentire. Il sentire è forte, pregnante, mi pare quasi che sto facendo un’educazione al sentire. Sì, sento, e anche ho sentito, nel senso che ho sperimentato emozioni, sentimenti.

Ora però non mi viene da dire:
– Ho un’emozione, vivo un sentimento.

Ora è un flusso che mi porta. Mi rendo conto che mi sto centrando su emozioni, flussi. Come se il mio orecchio interno avesse virato, avesse spostato l’attenzione da… una sordità ai movimenti interiori (ma vedi che ho scritto) ad un sentire che è diventato pervasivo.

Credevo di sapere un po’ di cose di me, mi sa che le sapevo concettualmente. Lasciare il mondo dei concetti, delle parole, delle spiegazioni è stata una caduta. Sono anche realmente caduta. Ora non so dove vado. Sì, pare che fuori tutto continui come prima, ma non è così. Sono diversa.

Se mi chiedo cosa ho fatto per arrivare qui torno agli archetipi. Ho chiesto tempo fa ad un’amica:

– Tu come hai fatto ad arrivare a questa lucidità? Di me, posso dire che è stato il percorso per archetipi.

Mi ha risposto:

– Per me è stata la coscienza.

Siccome con questa amica davvero c’è una condivisione molto lucida e spietata sulla realtà, il suo percorso vale.
Diverso, con strumenti diversi ma vale.
Certo sono tanti gli strumenti.

Per quanto mi riguarda gli archetipi sono la strada. Per archetipi io intendo i 22 segni e simboli degli alfabeti.
Non è una strada che ho scoperto io, viene dalla scuola di Pitagora. L’archeologo Mario Pincherle ne è stato un sostenitore. Ho letto i suoi libri, l’ho conosciuto personalmente, ed egli mi ha detto:

– Questa è la strada.

Perché quindi gli alfabeti? La risposta sta in tanti brani che scrivo e posto sul web, sta nei miei libri. Facciamo che la spiegherò anche qui.

Intanto, e questo mi diverte molto, il percorso per archetipi fa sì che io mi senta molto “Alice”. E lui, il mio lui… spesso lo chiamo Il Cappellaio matto.

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