Vivo con te, non vivo per te

paola alessandroArticoli, Crescita personale, Famiglia e Relazioni2 Commenti

“Ora, se lo vorrai, potrai spostare il centro delle tue scelte da ‘cosa gli altri vogliono da me’ a ‘cosa io voglio per me’.” (J.Mariotto)

Ore 6,00 del mattino, primo giorno d’estate, io sono già sveglia, guardo fuori: il terrazzo fiorito, il sole già alto nel cielo, le montagne in lontananza in questa giornata così limpida e mentre ammiro ciò che mi circonda, sento che quella frase risuona dentro di me in maniera forte e autentica.

“Cosa voglio io per me”? Sei mesi fa, mi sono licenziata da un lavoro a tempo indeterminato, ero infelice, insoddisfatta, la mia vita personale e professionale si erano intrecciate, ingarbugliate in un doppio filo spinato. Un nodo stretto alla gola che non mi permetteva più di respirare. In quei mesi, duri e faticosi, gli altri sapevano sempre cosa era giusto per me, le loro voci, i loro consigli e suggerimenti mi riempivano la testa di “ma sei pazza!” “pensaci bene”, “come farai a pagarti un affitto”, “aspetta a licenziarti, trovati prima un altro lavoro”, “ma ce l’hai il piano b?”, “sopporta ancora un po’, quando ti passerà tutto, vedrai che tornerà come prima”, “sorridi, e fai finta che nulla sia successo”.

E poi una vocina interiore, come nel libro di Mariotto, che ho letteralmente divorato, avida di trovare il mio filo d’Arianna “né prima, né dopo. Ma solo nel giusto ‘momento’… l’attenzione è consapevolezza, mente sveglia e coscienza vigile. L’attenzione è energia. E’ grazie all’attenzione che risvegliamo i processi necessari a trasformare le nostre zone d’ombra in un flusso di energia vitale creativa… Diventa dunque consapevole di ciò che fai… scegli di essere felice, cerca intensamente di esserlo, in questo modo darai forma al momento perfetto”.

E quel momento perfetto, era un seme, pronto da tanto tempo, che ha dato i suoi frutti nell’istante preciso in cui mi sono messa al timone della mia vita e ho scelto. Le voci degli altri, dovevano essere messe a tacere. Dovevo avere la forza e il coraggio di scegliere per me, anche se voleva dire passare attraverso la sofferenza di scoprirsi fragili, vulnerabili e nudi “non scappare dunque dalle tue sofferenze… non nascondere e non reprimere ciò che ancora non è guarito, perché questo non è risolvere. Per risolvere devi accogliere. Scegli di trasformare ogni ferita in un’opportunità di crescita”.

No, non potevo più tornare indietro “non esiste un tasto di riavvolgimento”; certi rapporti erano rotti ed insanabili, certi meccanismi automatici, non erano più funzionali; gesti, abitudini, consuetudini, non mi contenevano più, ma spento, consumato e prosciugato tutte le energie.

“Fai le tue scelte. Permettiti di sbagliare. Trasforma ogni errore in uno stimolo per fare meglio… solo attraverso la nostra realizzazione personale, che non è egoismo ma amor proprio, possiamo condividere con le persone care quella gioia che deve esprimersi liberamente attraverso le nostre scelte e il nostro cuore”.

Le lacrime versate durante i mesi della “paura di scegliere” sono state tante, eppure è solo quando ho affrontato la paura dell’ignoto, del nuovo, del vuoto, che mi sono accorta che niente era più impossibile. Dovevo mollare l’ancora delle mie finte certezze (lo stipendio fisso, di un lavoro che non ti rappresenta più, una persona a cui tieni, ma che non ti darà mai ciò che desideri) e avere fiducia nelle mie risorse interiori e lasciare che accadesse ciò che era destinato a me, “riconoscere infatti il nuovo che ogni momento porta anche nell’altro, andando oltre la ragnatela delle abitudini e della ripetizione, per risvegliare la nostra consapevolezza e dare vita a significativi cambiamenti in noi e nelle persone attorno a noi”.

Per troppo tempo, la paura mi ha imprigionato in una rete molto stretta. Mi muovevo, o pensavo di muovermi, in realtà ero bloccata, intrappolata. Non davo spazio all’ascolto più profondo dei miei desideri, emozioni, sogni. “Chi sa ascoltare, sa anche scegliere. Perché chi è presente a sé stesso e all’altro, riconosce anche quando il dialogo e la comunicazione non sono più costruttivi, ma diventano soltanto un riflesso di vittimismo e lamento, di dramma o giudizio”.

C’è una profonda verità in questo libro, che condivido in pieno e sento autentica, proprio perché vissuta sulla mia pelle “ogni fine è solo un nuovo inizio… tutto ciò che accade, tutti gli eventi, passati, presenti e futuri, sono dolcemente progettati da una coscienza superiore ricca d’amore e che ha come unico scopo il tuo bene”.

Ogni gesto che compiamo è una scelta che implica sempre un’altra scelta, e anche nei momenti più difficili, ho imparato che tutto acquisisce un senso più generale, in una chiave universale, siamo tutti parte di un cosmo, che risponde alle nostre richieste e più siamo consapevoli dei nostri desideri più profondi e più ci ritroviamo sulla strada giusta del nostro percorso evolutivo.

“Tutto ciò che fai testimonia quello che sei. Dunque le tue azioni parlano di te, e trasmettono agli altri esattamente ciò che sei.” Quando mi sono chiesta, chi ero, l’ho fatto lasciando spazio alle emozioni e alle vibrazioni del mio cuore.

Mi sento bene, mentre scrivo, libera, finalmente di esprimere quello che custodisco dentro di me e che soltanto ora mi concedo di esternare. Mi sento bene, mentre leggo, trasportata in un altrove, in cui spesso tutto risuona e magicamente parla anche un po’ di te. Mi sento bene, mentre corro, mi muovo e supero obiettivi e tutto mi appare possibile. Mi sento bene, mentre amo e il mio cuore palpita di energie nuove. Mi sento bene, quando riconosco che in me è già racchiusa tutta la felicità di cui ho bisogno, perché “la vibrazione che emani non è nel fare, ma nell’essere”. Mi sento bene, quando ogni volta che ripenso alle esperienze fatte e a quelle che farò “ostacoli e sofferenza sono persuasori che la vita utilizza per riconnetterci con la nostra vera essenza”.

Non è un caso se questo libro, è entrato nella mia vita, in questa particolare fase, in cui tutto inizia ad acquisire un senso, in cui tutto prende forma, seguendo un disegno di crescita ed evoluzione sempre più grande, perché “tutto ciò che vivi porta con sé un dono e nasconde sempre un grande tesoro”.

“Dunque sii vero, autentico, consapevole. Perché l’amore è tutto questo!” (J.Mariotto)

2 Commenti su “Vivo con te, non vivo per te”

  1. Elena Donzelli

    leggerò il libro di Mariotto…
    grazie per questo scritto Paola.

    riflessione: il coraggio é non avere paura?

    o il coraggio é non mollare anche quando si ha paura…

    io ho notato che agendo la paura diminuisce, più si sta fermi più la paura aumenta e paralizza.

    e per azione mi riferisco anche al semplice movimento fisico, es. una banale passeggiata (che banale non é) ci aiuta a riprendere sicurezza e possesso del nostro spazio…

  2. paola alessandro

    Grazie a te, Elena,
    dell’ulteriore riflessione, hai colto in pieno il punto: la paura, genera inerzia, attitudine all’abitudine che rende insoddisfatti e ci fa vivere in quella zona di comfort, in cui ogni novità, cambiamento e sfida ci spaventano.
    Spesso le nostre paure, sono piccole o del tutto inesistenti, ma i nostri meccanismi di difesa ben oliati e automatici, le ingigantiscono e ci frenano.
    Il coraggio per me è essere consapevoli che ciò che è sul nostro cammino va affrontato e superato, perché gli eventi della vita ci servono per imparare, sempre.
    Se avrai modo di leggere il libro, troverai dei passaggi e spunti molto interessanti!

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