Di nero mi vesto

Camilla ViscusiArticoli, Riflessioni, SpiritualitàLascia un Commento

Se non hai l’audacia di consacrarti alla vita,
non starmi accanto, né di giorno e né di notte.
Vattene.
Se i tuoi muscoli per ogni brivido di libertà,
tremano di terrore,
non dire di amarmi, perché non puoi.
Taci.
Se nel tuo cuore
non batte l’impudenza di scegliere te stesso,
io non ti voglio, io non ti scelgo.
Muori.
Rinuncio ai tuoi occhi
e perdo le tue mani
una volta ancora
ma il viaggio, come l’ho iniziato,
lo continuo da sola.

Ho imparato a vestirmi di nero,
so come si tagliano le teste
e, se necessario, del sangue mi nutro.
Figlia della follia
è la creatura che in me, nel buio della selva,
si sveglia
e feroce, squarcia
il velo, di ogni ipnotica bugia.
Estatica e crudele è la mia corsa e per nessuno mi nascondo,
per nessuno rallento.
Non correrà al mio fianco chi a se stesso è sconosciuto
chi – sollevato – di respirare in apnea si accontenta
perché – anche per oggi – è sopravvissuto.
No, non adesso
che so che vuol dire correre con il lupo.
Adesso che l’argento della Luna illumina il buio delle mie notti
e il fuoco del mio grembo riscalda ogni inverno.
Non adesso
che i baci me li dà il vento,
e i fiori mi accarezzano la pelle.
Non adesso
che il buongiorno è dell’alba, la buonanotte del tramonto
e che le mie poesie le scrivono le stelle.
Non adesso
che l’oceano mi canta il suo amore
e con la tigre imparo a danzare.
Non adesso che selvaggio è il grido del mio godere la Natura.

Una donna selvatica falca le strade del mio cuore
e io stessa ho imparato a correrle al fianco
non sempre è stato facile, spesso ho avuto paura
perciò ti avverto: se è in me che vuoi entrare,
se è in me che vuoi restare
è a Lei che ti devi donare.
Nel mio amore per me non esiste pietà
e pietà non conoscerà il mio amore per te.

Questo è il prezzo della magia
e se non ci credi sappi
che la prima testa che ho tagliato,
è stata la mia.

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