Certi giorni sentiamo le nostre radici penetrare più a fondo nella densità della terra.
Alcune situazioni ci fanno ricordare di come una realtà obiettiva non sia in effetti qualcosa di realistico. L’obiettività, in termini umani, non sembra esistere. Così come le interpretazioni di quello che ci circonda e di come le cose vadano, o siano andate, sono spesso opinabili. Tutto è morbido, mobile, probabile, mai definitivo. Nulla è permanente. Nulla è veramente chiaro, o distinguibile.
Relativismo, il parolone che racchiude in sé tutto ciò che qui sopra ho descritto. E nonostante sia vero che la maggior parte delle cose siano in effetti relative, alcune cose, se guardiamo bene, si sanno mostrare attraverso l’intenzione che le ha generate. Esempio. Se, giocando a palla con il mio vicino Franco, lui accidentalmente colpisce il vetro della finestra di casa di mia cugina, può capitare che quest’ultimo si rompa. In questo caso, Franco ha commesso un errore ma nonostante l’arrabbiatura di mia cugina, la sua azione non era carica di alcuna intenzione negativa. Ben altra cosa avviene quando, nella stessa situazione, Franco calci volontariamente la palla contro il vetro, e lo rompa. Il risultato è identico, ma l’intenzione dietro l’azione è opposta. A questo punto io posso decidere di giudicare le due azioni in maniera opposta, definendo la prima corretta e la seconda no. Oppure posso fare un passo indietro e decidere di capire di più riguardo alla sua intenzione. Nel primo caso, chiaramente buona. Nel secondo caso, la volontà di creare un danno mi potrebbe portare a condannare la sua azione, oppure, se Franco è un buon amico, a cercare di capire il perché del suo gesto. Potrei allora scoprire che qualcosa di irrisolto, tra lui e mia cugina, era ancora attivo, e leggere il suo come un gesto di stizza nei confronti della mia consanguinea. Oppure scoprire che Franco non ha mai sopportato mia cugina e che l’occasione di giocare a palla vicino a casa sua, si è rivelata perfetta per arrecarle un danno. Di nuovo, potrei giudicare Franco uno stupido, per la sua rabbia covata, in nome della parentela che mi lega a mia cugina, oppure potrei sapere dentro di me, che lui non é una di quelle persone e chiedergli in nome della nostra amicizia, di spiegarmi cosa lo ha guidato a quel gesto. Potrei quindi scoprire che Franco in realtà da settimane era assillato da continue chiamate durante il cuore della notte. Mia cugina la causa di tale noioso scherzo. E Franco, stanco di tutto ciò, avesse ricorso ad un’azione poco carina, ma decisamente liberatoria. E così via.
I giudizi con cui interpretiamo la realtà sono costantemente basati su una scelta. Più o meno cosciente. Più o meno volontaria. Più o meno attenta.
E tu, in cosa credi?
Questa è la domanda che mi sono posto leggendo il libro di Piero Ragone. Affascinante l’idea di percorrere il percorso della diffusione della conoscenza, al contrario. Scendere fino al midollo delle fonti scritte originali. Tradurre dall’ebraico, dal greco, dal latino. Questo è il modo di fare ricerca. Mi ricorda tanto quando circa otto anni fa, mi trovai a viaggiare in quel di Bologna, per recuperare una copia di un manoscritto originale egizio, di Medio Regno. Anch’io come lui, ebbi la volontà, l’energia e la dedizione per confrontarmi con le fonti. Ricordo ancora la mia passione nel traslitterare i simboli geroglifici in alfabeto per poi approcciarmi alla loro traduzione. Lo stesso feci con il cuneiforme assiro-babilonese. Ricordo quei momenti come l’apice di anni di studio, totalmente volti a verificare se le idee sparse in questi affascinanti best-sellers internazionali di archeoastronomia riportassero veramente quanto gli autori raccontavano.
Se questo post fosse una traccia audio, ora sarebbe il momento di uno “scratch”. Avete presente quando la puntina del disco vinile salta e graffia, creando un suono che non si può bene decidere se sia fastidioso, o artistico. Ecco, siamo in quel momento.
Ahimè quella volta del manoscritto egizio, trovai qualcosa di ben diverso di quanto qualche milione di copie tradotte in più di trenta lingue e distribuite nell’intero pianeta raccontavano. Il fatto è che quel testo, come molti altri, affermava di essere parte della contro-informazione di regime. Forse il numero di copie vendute e il giro d’affari avrebbe dovuto farmi aprire gli occhi ben dieci anni prima. Ma ero ancora troppo giovane per capire.
Non è facile raccontare il vero, o almeno, ciò che noi crediamo essere il vero… per quanto questo vero poi, quanto vero sia, non lo sappiamo nemmeno noi.
Piero racconta, in maniera affascinate, non solo la storia dell’uomo. Piero racconta la sua di storia. Come lui vede il mondo. Le sue battaglie quotidiane e come non sia facile rapportarsi con la vita e le grandi domande che da sempre circondano l’essere umano, circondandolo in una nebbia che sembra quasi impossibile riuscire ad attraversare.
Torniamo all’intenzione. L’intenzione è pura quando cerchiamo l’essenza delle cose e trasformiamo le nostre azioni in semplice, ma non facile, pulita esecuzione. In Piero vedo questo. L’Atto è da scrivere in termini maiuscoli. Le sue lettere si muovono come un azione magica che si definisce Cavaliere. La copertina ne mostra la complessità. Piero accetta e ritrasmette.
Quali sono i nostri valori? Noi cosa crediamo? Se fossimo appartenenti alla casta reale in mesoamerica, al tempo dei Maya, probabilmente considereremo la congiunzione di Venere ed il cosiddetto Tempio E, dopo i classici 584 giorni, come propizi per la Guerra Fiorita. E il nostro unico obiettivo sarebbe quello di catturare il regnante di un’altra città-stato per sacrificarlo, spingendolo già dalla gradinata principale della piramide solare, piegato a pallina, come Sole morente. La nostra azione, per quanto vista con gli occhi di un essere umano vivente nella società del 2017, magari con un background di tipo filo-cristiano, possa sembrare crudele e inaccettabile, con occhi diversi sarebbe non solo accettabile, ma del tutto sensata.
Un conto è quando si descrivono le cose ‘dal di fuori’, ma quando poi ci ritroviamo coinvolti personalmente in un fatto? E se questo fatto ci fa soffrire, o fa soffrire uno dei nostri cari? Non è facile quindi parlare di alcune tematiche. Non è facile esporsi. Non per mancanza di coraggio, ma per il semplice fatto che in quanto umani erriamo. Sbagliamo. E a volte non ce ne rendiamo nemmeno conto. Combattiamo battaglie che nessuno ci ha chiesto di combattere, se non la nostra ignoranza.
Cavalieri e saggi. Nel tempo queste due caste, nobili, hanno collaborato. In alcuni momenti si sono osteggiate. Continueranno ad esistere. Differenziate. Nel tempo, nella realtà, il dualismo non può essere sorpassato. Bene e Male. Il loro continuo e perpetuo scontro non possono risolversi in maniera assoluta, nel Tempo. Dall’Origine, la dualità permette la vita, ed allo stesso tempo permette la morte. Senza gli Opposti non ci sarebbe dinamismo alcuno.
Sono affascinanti le teorie di Piero. L’Elion come grande padre. Jahweh come figlio prediletto, gli angeli caduti oppositori. Il moto di Sirio attraverso la Via Lattea. La costellazione di Gemini. Gli Occhi del Cielo e la loro trasposizione in terra.
Piero, come te credo che ad un certo punto, siano arrivati qui e ci abbiano aiutato/ostacolato. Credo che nemmeno nelle fonti scritte si trovi realmente come le cose siano andate. Si sa, la storia la scrivono sempre i vincitori. Ciò non toglie che chiari indizi possano comunque essere ritrovati in questo pianeta. Ed allo stesso tempo, sono fermamente convinto che abbia senso continuare questa ricerca. Per come ci è possibile.
Vogliamo parlare delle piramidi di Giza e della datazione storica accettata?
Tutt’oggi, i più famosi architetti, coloro che quando realizzano un’opera hanno piena libertà di budget e mezzi tecnici si interrogano riguardo alla costruzione della “piramide di Cheope”. Il costruttore del Millennium Bridge di Londra ha ammesso di non avere le competenze e nemmeno gli strumenti adatti alla costruzione di una eventuale replica in scala 1:1.
Questa battaglia tra Gemelli, la separazione tra il “Figlio Diletto”, e il “Più abile e nobile” tra gli angeli di Dio, è originata all’origine dei Tempi, e terminerà solo alla Fine dei Tempi. La Dualità non può essere annullata nel Tempo. Ma al di là di esso sì.
Nell’Eterno, dove Tutto è Uno, l’Assoluzione è già presente.
Tutto è già Perfetto, Tutto è risolto.
Più di qualcuno ha visitato questo pianeta, ricordandoci che la Perfezione è già stata raggiunta, così come l’Eterna Vittoria e la Pace. Sta a noi riabbracciarla.
E se questi due Gemelli Originari avessero entrambi semplicemente accettato la Volontà del Padre. Chi come Prescelto, chi come Ostacolatore, ma in fondo uniti in Uno?
Continueremo a soffrire, e certi giorni saranno belli, ed altri brutti. Alcune azioni causate da altri ci porteranno dolore. A volte saremo noi a causare quel dolore. Anche se non vorremo. E sì, ahimè in questo pianeta esistono anche persone che amano fare il male. Triste, ma vero.
Grazie Piero per condividere.
Grazie per la tua attività.
Ti auguro il meglio.
Un Commento su ““Dominion – Bene e Male. Nel tempo, nella realtà, il dualismo non può essere sorpassato””
Bellissima recensione! In una maniera estremamente delicata ha sollevato gli stessi dubbi che da un certo punto del libro in poi, bellissimo libro di Ragone, mi sono sorti. E’ affascinante la trasposizione esatta che l’autore ha fatto del firmamento con le sue stelle, nel suolo terrestre. E’ precisa (almeno credo poiché non sono uno studioso di lingue antiche ma la corrispondenza fonetica con lingue di tutto il mondo sembra proprio dargli ragione) la traduzione dei versi dei vari libri sacri o meno sacri – faccio infatti fatica a ritenere sacro La Perla di Gran Pezzo soprattutto dopo aver conosciuto il pensiero di Rudolf Steiner – ma pure questa è pura e soggettiva prospettiva. Ma ecco il dubbio: veramente secondo Ragone Yahweh è il figlio “buono”?? E figlio di quale dio? Dell’Altissimo di quale altezza? Dalle traduzioni di Biglino che non ritengo di certo meno competente di Ragone, non è che questo Elohim sia proprio questo pezzo di pane! E vogliamo parlare di quello che stanno facendo adesso i suoi più fedeli e devoti seguaci nella così detta terra promessa e, ancora peggio, nel resto del mondo? Non mi sento di affidare a quell’individuo – perché è di una entità fisica che si parla – la figura del padre che più volte Ragone raccomanda. Più condivisibile è l’idea di Malanga: non esistono alieni “buoni”.. vogliono tutti qualcosa. E la definizione di alieni la preferisco a quella di dei. Del resto non è un caso che nel pantheon indù abbiamo la triade Brahma, Vishnu, Shiva: l’altissimo, il buono e il cattivo (passatemi questa spicciola e inesatta interpretazione), ma sopra tutti questi ragazzi scalmanati c’è il Parabrahman: l’Assoluto, il Motore Immobile. Ecco, se vogliamo parlare di Dio Padre parliamo di Questo. Lo Stesso al quale credo che un angelo ribelle si possa ribellare solo in misura della Sua Volontà di creare una “ribellione” per ottenere, forse, un universo duale. Non di certo perché qualcosa sfugge al Suo controllo. Non di certo il dio che invia il figlio diletto per convincere un popolo a praticare usura in tutto il mondo. Ma ovviamente, come nel caso di Franco, la verità può essere 1000 e una cosa. Questa è solo la mia.