E se fosse tutta una messinscena?
E se fosse perché così deve essere, perché se così non fosse non avrebbe senso?
Mi sono alzato un giorno e non ho messo le infradito. Mi si sono gelati i piedi. Ho dovuto coprirmi. Poi mi è caduta la tazza dalle mani, l’ho salvata e però mi sono bruciato perché il liquido che c’era dentro è volato sui miei pantaloni. Mia figlia ha sbattuto la testa.
Ci siamo guardati e ci abbiamo riso sopra. Ho pensato che c’è gente che muore per una scivolata in questo pazzo pianeta. Poi siamo usciti e per poco non sbattevamo contro un’altra macchina. E’ andata bene. Mentre i tg alla radio raccontavano di bombe nel mondo e morti ovunque. E corruzione.
Abbiamo chiuso la radio. A scuola mia figlia ha risposto bene ad un paio di domande, per il resto ha dovuto passare il tempo a difendersi da scherzi e frecciate dei compagni.
Io sono tornato a casa e per poco non investivo un pedone.
E’ andata bene.
Poi la sera abbiamo fatto i bagagli e siamo partiti per un viaggio immaginario intorno al mondo.
Abbiamo visitato le favelas di Rio, i grattacieli di New York dove la gente vive sconnessa dal resto. E poi le savane africane e siamo scappati da leoni affamati che volevano farci la festa.
Abbiamo oltrepassato i muri che Trump vuole costruire e quelli che già separano arabi e israeliani.
Ci siamo tuffati nel mare dei tropici e abbiamo visto pesci più grandi rincorrere e mangiare pesci più piccoli e un grosso ragno che arrotolava le sue prede in riva al mare sopra una palma. Ci sono venuti i brividi. Poi un piccolo di scimmia che veniva accudito amorevolmente dalla sua mamma sulle rive del Mekong.
Ci siamo fermati e sotto il sole che ci bruciava la pelle le ho detto:
“Emma, il mondo è un posto meraviglioso. Ma è un posto anche molto duro. Pensi di potercela fare?”
Lei mi ha guardato e mi ha detto: “Certo.” E mi ha sorriso.
Mi sono commosso. Due lacrime mi sono scese lungo il viso.
Mi ha fatto capire in un istante che la vita vale la pena di essere vissuta. Oltre la paura e le regole di questo gioco a volte troppo duro che ci spaventa. Ma se lo guardi con gli occhi di un bambino lo comprendi nuovamente, perché ne cogli l’essenza.
La vita è magia, mistero, avventura, dolore e gioia insieme.
E soprattutto ho compreso come da grandi perdiamo il gusto della vita perché la passiamo ad essere preoccupati e spesso a riversare le nostre frustrazioni e le nostre paure sugli altri… e perdiamo un sacco di tempo e un sacco di cose.
Viva la vida!
E ricordati. Se passi lo schema. Ce ne sarà un altro. Il tuo successo dipenderà da come lo affronterai.
Ce la farai.
Tre, due, uno… via!
2 Commenti su “E se fosse?”
Bello, fresco e rigenerante. Nell’osservazione “dell’oggi”, c’è il succo del vivere e dei suoi misteri. Un gioco a scacchi su un pianeta crudele quanto affascinante. E poi, lo sguardo del bene, di chi si affaccia alla vita con gli occhi da bambina. E’ la luce che non conosce tenebra e che, comunque sia, sa che può sconfiggerla. Commovente.
Gabriella Zagaglia
Grazie Gabriella. Ci sono tematiche che ci toccano più di altre. Una “palestra” difficile come è questo pianeta a volte spaventa molto più chi è genitore. La bellezza dell’entusiasmo di quando eravamo bambini rivive in perpetuo e ci da forza. A presto..