Il Canto della Shakti

Camilla ViscusiArticoli, Energia maschile e femminile1 Commento

L’energia femminile ha un suono d’oblio che nasce da viscere di silenzio e di moti profondi

E quando trabocca sale

e sale

e sale…

Sale non solo il corpo, LEI sale il vuoto

È una voce antica, una luce che si irradia e increspa la superficie dell’aria.

È prima un respiro poi, un grido che se si fa umido di libertà

allora è canto.

Lo stesso che dalla cima delle montagne si sporge verso il cielo, un Canto che conoscono le aquile

Un Canto di Ventre e di Spirito

il Canto della Shakti.

Questo Canto è dentro di me, dentro il mio corpo.

È una questione di cellule, di spazio tra le ossa e di respiro.

Quando mi ha preso la voce e l’ha resa irriconoscibile

Mi ha trasformata in un’onda d’acqua fatta di musica e di carne.

Il mio Canto seguiva o anticipava gli altri Canti

Delle altre Donne presenti fisicamente nella stanza insieme a me

Ed è stata una sensazione di intima forza universale

Eravamo la stessa vibrazione, la stessa origine

Ridotte all’essenza

Un grembo di Donne

Prima ancora del piacere c’è l’appartenenza

Si va tutte nelle stesso luogo e si viene tutte dallo stesso luogo che è un respiro di vagina.

Il respiro della vagina è fuoco liquido

Acqua invisibile, aria fluente

Terra vibrante

Qualcosa che non si riesce a descrivere perché diverso da tutto

Ma che la donna riconosce come la lupa riconosce l’ululato del proprio branco

E allora va, comincia la corsa e ulula a sua volta

Un Canto ne stimola un altro e allarga fisicamente il campo del respiro.

Ci si sente irriverenti, gioiose, potenti

ci si sente cosce e ruscelli nei seni

Il femminile così aulico, se tocca terra è succoso, scivola lento e morbido

ricco come il miele

C’erano gli uomini e l’hanno visto – il femminile – l’hanno tenuto tra le mani e nell’iride degli occhi

Hanno presenziato gli incontri delle loro donne, ne hanno incitato e vegliato il richiamo

Si sono stupiti, stancati, incantati e sentiti diversi e onorati.

Ho visto più di un uomo aprire il proprio spazio all’ignoto

L’ho visto riflettersi negli oggetti scelti con cura nei giorni precedenti perché con quelli avrebbe detto di sé

L’ho visto invitare una donna dentro il proprio essere con dolcezza e un fermo rispetto

L’ho visto cercare la bellezza e crearla partendo da se stesso con il semplice intento di mostrarla per condividerla, perché da questa potesse accogliere, ospitare.

Ho visto uomini e donne venirsi incontro nonostante il buio, fare un passo e ritrovarsi con la pelle

Sulla pelle di uno sconosciuto

Nel coraggio e nel perdono.

E, ho sentito che non ci sono uomini e donne da corteggiare, da cui pretendere o mettere alla prova

Ci sono invece Uomini e Donne da EVOCARE.

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