Il metodo Very Fast Natural Cooking (2)

Enrico D'ErricoArticoli, Benessere e SaluteLascia un Commento

Eccomi a voi con questo secondo articolo riguardante il metodo Very Fast Natural Cooking da me ideato. Nella speranza che abbiate letto il post precedente, oggi ci addentriamo nella conoscenza di alcuni punti fondamentali per la preparazione dei vostri pasti.

  1. COSA

In ordine di difficoltà questo è il punto più semplice da osservare. Quando fate la spesa è importante che scegliate alimenti freschi e che rispettino la legge riguardante il tempo e lo spazio.

Questo significa che sceglierete preferibilmente alimenti locali e di stagione; ben poche persone ormai si rendono conto che non è sano mangiare pomodori tutto l’anno o acquistare frutta e verdura che non siano cresciute nel nostro territorio, come la papaya, il mango e le banane. In Italia disponiamo di frutta deliziosa come le ciliegie, le albicocche, le mele e le pere: perché quindi desiderare frutti che provengono da altri paesi? Nella mia esperienza di consulente nutrizionale, ho potuto notare che la maggioranza di coloro che hanno gravi problemi degenerativi, mangiano quel che capita, caoticamente e senza porsi alcun problema. Noi viviamo qui, nel nostro territorio, ed è quindi logico e naturale utilizzare buon senso e conoscenza nella scelta del cibo che assumiamo ogni giorno.

Anche l’aspetto della freschezza è da tenere in considerazione: io stesso, che normalmente acquisto solo ortaggi biologici, a volte mi reco nei mercati rionali dove trovo verdure appena raccolte e quindi dotate di una maggiore energia.

Infine, vi raccomando di non comprare cibi confezionati che abbiano subìto un processo industriale troppo elaborato; in pratica il consiglio è quello di consumare solo alimenti che potreste anche elaborare personalmente nelle vostre cucine. Qualche esempio? Il latte di riso, o altri cereali, è una bevanda sana che potreste, se aveste tempo, realizzare anche in casa vostra. Lo stesso vale per il malto di riso, un dolcificante naturale decisamente più digeribile ed equilibrato rispetto al miele o rispetto al fruttosio che non potreste fabbricare in casa vostra visto che può essere realizzato soltanto mediante un elaborato processo industriale.

2. QUANTO

Se l’aspetto del cosa è già importante, molto più lo è quello della quantità degli alimenti che assumiamo. Le persone che vivono nei paesi più “civilizzati” si ammalano per il consumo smodato di alimenti che di naturale hanno ben poco. Il ritmo frenetico a cui la gente si sottopone li porta a mangiare troppo, a mangiare continuamente. La sana abitudine di sedersi con calma a tavola con i propri familiari è soltanto un lontano ricordo. Devo dirvi che i periodi in cui mi sono sentito più in forma, sono sempre quelli nei quali ho consumato meno cibo. Le domande che dovreste porvi sono: quanto cibo dovrei realmente assumere? Quali sono le ragioni che mi spingono a mangiare?

Io credo che il motivo principale per cui mangiamo sia il bisogno di colmare delle lacune interiori, la necessità di mettere a tacere la nostra coscienza. Ognuno si sceglie il mezzo più efficace per raggiungere questi obiettivi: l’acquisto compulsivo di cose superflue, l’uso di psico-farmaci o altre droghe, l’utilizzo dei social-media, il sesso o la pornografia; ma una cosa accomuna tutti quanti ed è il troppo cibo assunto quotidianamente. Dal 50 al 70% della popolazione mondiale è in sovrappeso; questo è un problema molto serio perché una persona obesa è una persona che presto o tardi si ammalerà gravemente, assumerà farmaci tossici e finirà all’ospedale dove sarà nutrito con cibo di qualità scadente, innescando così un circolo vizioso e una spirale discendente che gli impedirà di condurre una vita sana e prospera. La cosa più importante per la nostra perversa società è disporre di individui da utilizzare nelle catene di produzione delle fabbriche o negli uffici, veri e propri schiavi quindi. E quando uno schiavo si ammala e muore, ben poco importa, tanto ce ne sarà un altro a rimpiazzarlo. Probabilmente questa mia visione vi potrà sembrare troppo pessimista ma ciò è dovuto al fatto che vivete in una gabbia dorata di cui non avete la possibilità di scorgere le sbarre.

3. QUANDO

Cosa è importante, più importante è quanto ma molto di più è l’aspetto del quando. Diventa quindi fondamentale per ognuno di noi conoscere il proprio bio-ritmo ed adeguarsi ad esso; forse questo è il punto più impegnativo da perseguire, anche perché il tuo datore di lavoro ti obbliga ad osservare l’orario della mensa, o i tuoi familiari desiderano che tu sia presente all’ora prestabilita per il pasto. Non dimenticherò mai uno degli insegnamenti ricevuti da un mio maestro che una volta mi disse così: “Enrico, ricorda che le aspettative degli altri vanno sistematicamente deluse”. Lì per lì rimasi frastornato ma, col tempo, capii l’importanza di quell’insegnamento. Ora mangio solo se ho veramente fame e quando mi garba, non quando se lo aspettano gli altri!

4. COME

Ecco l’aspetto più importante di tutti: come cucinare e mangiare.

Il consiglio principale che do alle persone che si rivolgono a me è quello di cercare di rilassarsi prima di cominciare la preparazione del pasto; inoltre, dopo essersi osservati, se si nota che c’è rabbia o rancore, suggerisco di non cucinare affatto e di domandare a qualcun altro di farlo o di attendere che le emozioni negative si siano allontanate.

Energicamente parlando, se mangiamo in piedi o camminando, non si attiva regolarmente il processo digestivo che, in un individuo sano, necessita di un tempo di circa tre ore dalla fine del pasto; ciò significa anche che non è sano spaparanzarsi sul divano dopo cena o andare subito a letto. L’organismo infatti, che durante il riposo dovrebbe occuparsi di rigenerare le forze, viene ostacolato dalla digestione del cibo; ecco perché al mattino molti si svegliano molto più stanchi di quando sono andati a dormire.

Un tempo, i nostri antenati attribuivano sacralità ad ogni attività della giornata ed in particolare alla preparazione del cibo e al suo consumo a tavola. Non vi chiedo di trasformare per forza il pasto in un rito sacro (anche se non avete idea di quanto questo vi farebbe bene!), ma almeno di evitare di tenere la televisione accesa o avere lo sguardo fisso sul vostro dispositivo digitale. Stare in silenzio è senza dubbio il modo migliore per consumare il cibo, ma certo la tavola è anche un’ottima occasione per scambiare quattro chiacchere con i familiari o gli amici.

Per ulteriori informazioni vi rimando al mio libro di prossima pubblicazione “Io sono un’Anima: ritrovare se stessi ed entrare nel Regno di Dio”.

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