Il romanzo della PNEI, di Paolo Lissoni – recensione di Laura Naselli

Laura NaselliArticoli, RecensioniLascia un Commento

Il testo del prof. Lissoni si pone nella via di mezzo tra letteratura scientifica e divulgativa, una via perigliosa perché si rischia di scoraggiare i non addetti ai lavori e di infastidire coloro che si ritengono o che sono esperti.

Paolo Lissoni si può considerare il Maestro della PNEI acronimo che (cito) è “la disciplina medica che studia la mediazione psico-neuro-endocrina delle emozioni e degli stati di coscienza e la loro influenza sul corpo biologico attraverso il sistema immunitario”.

Per un medico formato alla vecchia maniera, come me, ciò significa affrontare un percorso arduo tra sistemi in parte del tutto sconosciuti e oggetto di discipline mediche ultra-specialistiche che hanno lottato a lungo per avere il proprio dignitoso terreno e quindi sono poco disponibili a concederne una parte all’intervento altrui. In realtà devo ammettere che la mia recensione è nata con qualche difficoltà, non si tratta di un testo facilmente riassumibile. Malgrado la schematicità, Lissoni, ha dovuto necessariamente scendere in particolari relativi al sistema endocrino, neurologico e immunitario per farci comprendere che essi parlano tra di loro costantemente e la loro conversazione si traduce in risposte biologiche ed emozionali.

A proposito: il primo sistema riguarda le ghiandole che producono gli ormoni, il secondo lo conosciamo tutti (si fa per dire) e il terzo è l’esercito delle nostre cellule.

Io, da medico, sono rimasta molto colpita dalle due vie di dialogo tra i sistemi: la via oppioide e quella endo-cannabinoide.

La prima è filogeneticamente più antica cioè si è formata prima dell’altra nel corso dell’evoluzione, è preposta alla tolleranza del dolore, quindi all’adattabilità del soggetto all’ambiente esterno. Un recettore di tipo oppioide esercita un effetto di soppressione su meccanismi antitumorali; potremmo quindi dedurne che una sua prolungata attivazione a sua volta determinata da uno stress fisico o psichico prolungato, potrebbe distogliere il sistema immunitario dal suo controllo antitumori. Il sistema endo-cannabinoide utilizza altre vie chimiche, recettoriali e nervose, coinvolgendo i neuroni specchio, quei neuroni che sono in grado di farci apprendere dal comportamento altrui. Quest’ultima via quindi è maggiormente correlata all’auto consapevolezza e all’espansione della coscienza. Bellissimo il paragone tra il sistema cannabinoide – Eros e l’oppioide – Thanatos di freudiana memoria.

La centrale direttiva di tutto ciò è la ghiandola pineale o epifisi. Nel mio prestigioso testo di anatomia l’epifisi viene definita come “uno dei tanti enigmi dell’anatomia e della fisiologia” (Testut, Latarjet). Un organo di 200 mg di peso tra i più vascolarizzati del corpo, che sta al di sopra della ipofisi da tempo considerata la regina delle ghiandole endocrine, e che, scusatemi queste aperture new-age, corrisponde giusto al settimo chakra.

L’ormone fondamentale della ghiandola pineale è la melatonina. Una sostanza apparentemente banale che invece ha un ruolo fondamentale nella PNEI.

Tutto qui? No, in effetti occorre leggere tutto il libro e dopo averlo finito ricominciare e ancora. Se in qualche modo si ha avuto a che fare con la medicina certi intrecci riscontrati nel corso di anni di pratica clinica cominciano a diventare logici ma anche un non esperto ha modo di porsi degli interrogativi, di continuare le proprie ricerche, il modo migliore di impiegare il proprio tempo sulla terra, o no?

Una disciplina medica complessa che richiede uno sforzo globale ma che, non trova insegnamenti ufficiali a tutt’oggi se non in qualche università siberiana.

Lissoni è un precursore che come tutti i precursori, è disponibile a percorrere la sua via da solo ma si sa che prima o poi qualcuno si mette sulle loro tracce e se ne innamora.

Laura Naselli

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