Scrive Sant’Agostino: “Che cos’è il tempo? Se nessuno me lo chiede lo so; se devo spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più”.
Fine anno, per molti tempo di bilanci… per me non c’è un fine anno o un inizio di anno… il tempo è circolare e prende la forma di un infinito che si allarga e si stringe in vari punti, si colora a seconda delle emozioni, si espande con le vibrazioni d’amore.
Quanto dura un anno?
365 giorni. Ho capito ma voglio sapere quanto tempo deve passare in un anno.
Quanto dura una vita?
1 ora per alcuni, 1 mese per altri, 1 anno per pochi, 70 per molti, 100 anni per taluni… e per me?
Nessuno per fortuna lo sa… siamo nati e programmati per morire, siamo algoritmi definiti? Siamo eterni viandanti tra le varie dimensioni? …Ognuno ha le sue idee e le sue filosofie…
Il tempo dipende da cosa ti aspetti, speri o hai paura. Varia a seconda di cosa si manifesta dentro te. Può durare pochissimo, un giorno, un mese o non passare mai.
Se si desidera una cosa fortemente, il tempo sembra immobile. Sei bambino e aspetti i 18 anni per la patente, per l’autonomia, per non essere più considerato bambino. Il tempo sembra lentissimo.
Da anziani il tempo passa velocissimo, non sembra neanche di goderselo. La mano del tempo diventa paura della morte e comincia a pesare sempre di più sulle nostre spalle, sì, impercettibile da bambini, di piombo da vecchi.
E’ il tempo che fa il tempo. Si allunga e si accorcia secondo il nostro modo di essere, secondo di cosa stiamo aspettando, secondo di come amiamo.
Il tempo è un invenzione dell’uomo.
La cultura greca si regolava sul “tempo ciclico” della natura che a dire di Eraclito è “quello sfondo immutabile che nessun uomo e nessun dio fece”. I contadini misuravano il loro tempo in base alle stagioni e l’uomo seguiva il ciclo delle piante: nasce, cresce, dà frutti e poi muore. Come questi molti altri modi per misurare il tempo anche a beneficio degli imprenditori e a svantaggio degli artisti che di tempo a volte non basta mai e si perdono nei loro labirinti di sentimenti…
Il tempo misurato dai calendari, dalle agende, dagli orologi è lo stesso misurato dal nostro corpo, dal nostro cuore e dalla nostra psiche?
Non ne sono sicura.
Il tempo, io lo misuro sugli interessi, le motivazioni, le passioni, che vivo ogni giorno. Ogni giorno mi regalo “tempo” e regalo “tempo”. Non misuro più il tempo in “quantità” ma in “qualità” che alimenta l’attesa o la speranza, che misura l’intensità delle aspettative, della gioia, del dolore, del desiderio, delle vibrazioni che attraversano la mia anima.
Non c’è dunque una definizione unica di “tempo”, ognuno è libero di interpretarlo come vuole, di raffigurarlo come crede. Per rimanere nella “ovvia società di massa” mi adeguo a portare l’orologio (lo porto sulla destra per fare il “bastian contrario”, ma appena posso me lo tolgo), prendo appunti sull’agenda per non dimenticarmi di presentarmi agli appuntamenti, ho il calendario ma mi serve per controllare le Lune a cui il mio corpo ultimamente è più sensibile.
Per il resto seguo le stagioni, seguo il movimento eterno del sole, ogni giorno ringrazio di vivere e accetto tutto quello che viene come una lezione di miglioramento… poiché come dice un antico proverbio aborigeno: “Siamo tutti osservatori in questo tempo, in questo spazio. Siamo solo di passaggio. Il nostro proposito qui è di: osservare, imparare, crescere, amare, e poi ritornare a Casa”!