L’omofobia è un pregiudizio basato sulla paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT). L’Unione Europea la considera analoga al razzismo, alla xenofobia e all’antisemitismo. Secondo la Risoluzione del Parlamento europeo del 2006, in Europa l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali l’odio e le istigazioni alla discriminazione, la violenza verbale, psicologica e fisica, le persecuzioni e l’omicidio, nonché discriminazioni in violazione dei principi di uguaglianza e di libertà religiosa.
Per il Pew Research Center nel nostro Paese persiste una larga fetta di popolazione apertamente anti-gay (in Italia il 18% ha dichiarato l’omosessualità inaccettabile, contro l’11% di Spagna e Germania). Tuttavia, in soli sei anni la popolazione tollerante è passata dal 65% del 2007 al 74% del 2013. Una crescita del 9% che porta l’opinione pubblica italiana a essere quella che in Europa vive il cambiamento più rapido: infatti siamo quarti nel mondo dopo Corea del Sud (+21%), Stati Uniti (+11%) e Canada (+10%). Il record negativo invece spetta alla Francia (-6%), Palestina (-5%), Turchia (-5%) e Russia (-4%).
Per quanto riguarda la situazione interna all’Italia, rimane considerevole la differenza tra Sud e Centro-Nord. Nelle regioni meridionali, secondo gli ultimi dati dell’Istat, meno della metà della popolazione dai 18 ai 74 anni ritiene accettabile una relazione affettiva tra persone dello stesso sesso (49,2%), mentre nelle regioni centro-settentrionali ad accettarla è il 65,4%.
Essere diversi, cioè diversi dagli errati canoni imposti da una società troppo avvezza al giudizio altrui, ancora oggi, nell’anno 2016, è un vero problema per chi si sente emarginato, non voluto, sovrastato dall’occhio crudele di chi lo addita come un mostro, come un abominio che non può trovare posto su questa terra. Molte persone, soprattutto i più giovani, vivono il crudele incubo della violenza legata alla diversità. Spesso ci si mostra per quello che in realtà non si è soltanto per sentirsi accettati, per non essere vittime dell’emarginazione e della violenza sia fisica che psicologica. Così si alzano muri di falsità per nascondere la propria anima, per non far conoscere la propria essenza, perché sembra l’unica strada da percorrere senza affondare, ma tutto questo varrà mai a qualcosa?
È questa la soluzione migliore o è solo un modo per sfuggire agli altri e soprattutto a se stessi? La vita è fatta di tante cose, è l’insieme di gioie e dolori, di sorrisi e lacrime, ma rimane una e non può essere sprecata rinunciando a viverla per paura, per inibizione, per vergogna o semplicemente per timidezza. Equipararsi agli altri solo per sfuggire ai giudizi, ai pregiudizi di questi ipocriti e meschini è triste, molto triste.
Molte volte sono proprio coloro che insultano, che violentano, sono gli stessi che vorrebbero essere diversi ma non hanno il coraggio di mostrare la propria natura sia sessuale, religiosa, politica perché non accettano che altri siano in grado di vivere serenamente la propria vita, il proprio essere, la propria diversità. Questo conduce molto spesso a quel sadico gioco della violenza che si trasforma in paranoia, persecuzione, stalking, solo perché non si vuole che un’altra persona possa volare libera in un cielo o solcare mari lontani fatti da milioni di anime desiderose di esprimersi per ciò che sono e non per ciò che gli altri vorrebbero che fossero.
La bellezza della vita è che nostra terra è fatta di elementi diversi che insieme ci donano uno spettacolo grandioso e unico. Allo stesso modo ci insegna che anche noi facciamo parte di questa immensa varietà di elementi e che proprio in questa essenza batte il nostro cuore e vive la nostra anima. Noi siamo come fiori, come le piante, come gli animali, perché in ogni colore, in ogni sorriso e in ogni lacrima c’è l’intero mondo. Sarebbe quindi sciocco scagliarsi contro un nostro fratello solo perché non vede le cose come le vediamo noi, e sarebbe altrettanto sciocco fingere di vedere il mondo così come lo vede una persona che non sa riconoscere la bellezza della nostra diversità solo per farsi accettare da essa.
L’amore è una prerogativa di tutti e ognuno di noi deve avere la possibilità di poterlo esprimere come meglio crede e come sente.
Nota dell’autore: Riguardo quando esposto, vorrei di seguito riportare una mia poesia, scritta attorno alla fine degli anni ’70, tratta dalla meravigliosa canzone dei Pooh Pierre del 1976.
Il disprezzo per ciò che è diverso
Quando alla scuola,
ricordo io andavo,
c’era tra noi ragazzi
uno di loro…
tanto gentile, elegante e aggraziato,
da tutti poi chiamato deviato.
Passano gli anni…
l’incontro un bel giorno
sul far della sera,
insieme ad un altro amico suo pari.
Si sente perduto,
un pesce fuor d’acqua:
non sa cosa fare!
Abbassa gli occhi,
fa per andare.
Lo fermo un istante: “Perché?
Non sono di certo migliore di te!
Sii sempre te stesso,
rispetta gli altri…
non conta il sesso!”
Una lacrima scende
dagli occhi truccati,
un dolce sorriso
accentua il suo viso,
la sua mano sfiora il mio volto
come voler dire: “Grazie, grazie molto!”
Solo il Signore,
e non altri Lui può,
dire se questo
sia giusto o no!