Del 2012 si parla ormai da anni, ma pochi sanno davvero il significato reale di questa data: tra cataclismi, inversioni dell’asse terrestre, invasioni aliene ormai nessuno sa più cosa pensare.
Mi sembra opportuno quindi, interrompere momentaneamente il discorso sulle streghe romagnole, per far spazio alla lunga intervista che ho avuto l’onore di ottenere da Enzo Braschi, il cui curriculum in materia non ha bisogno di commenti. Mi sento come Mulder in una puntata di x-files mentre incontro il mio informatore in un bar riminese.
“Avendo partecipato a 7 Danze del Sole ho avuto l’onore di poter conoscere a fondo la spiritualità e la cultura esoterica degli indiani d’America, la loro tradizione e i loro miti inerenti i fratelli del mondo di sopra. E’ durante queste esperienze che vengo a conoscenza di un corpo di profezie che non riguardano un popolo unico: sono profezie comuni ai Maya, agli Hopi del sud ovest degli Stati Uniti, degli Inca e dei Cherokee e non solo.. profezie analoghe e sincroniche si trovano anche presso il kalaciackra tibetano e gli aborigeni australiani. Popoli che non potevano conoscersi hanno pensato allo stesso modo ma non solo. Nostradamus, Malachia ed Edgar Cayce il cosiddetto “profeta dormiente”, americano dei primi del 900’ che era solito vaticinare in trans: 14.000 letture che parlano sia del nostro passato che del nostro futuro. Per gli uomini di oggi tutto ciò è rilevante come puntini che necessitano di essere uniti, come tasselli di un unico puzzle da unificare.. poiché la storia è correlazione. Il quadro deve essere visto dall’alto per comprendere il sentiero che dobbiamo percorrere. Il 2012 non è una data ma un simbolo, una chiave che ci consente di aprire nuove porte. Del 2012 se ne parla in senso catastrofico perché è attraverso la paura che si ottiene il controllo. Fino a 10 anni fa nessuno sapeva nulla di questa data e quando facevo conferenze pensavano che fossi pazzo od un mitomane. Poi negli ultimi anni con Voyager, attraverso la stampa o grandi film come “L’alba del giorno dopo” e il recente colossal “2012” è nata la moda della paura, il terrorismo mediatico.
Il 2012 in realtà è la chiusura della precessione equinoziale che si compie ogni 26.000 anni, e che rappresenta la fine di un’era e l’inizio di una nuova; evento che gli antichi Maya definivano come “il crollo di un sole e l’inizio di uno nuovo”. Il 21/12 del 2012 il cielo presenterà una rarissima configurazione astrale tanto simbolica quanto reale. “Il crollo di un sole” significa catastrofi naturali: terremoti, maremoti, scioglimento delle calotte polari.. eventi che già adesso sono sotto agli occhi di tutti. Crisi dell’economia, dei sistemi politici e delle tecnologie. Ancora ci muoviamo coi motori a scoppio quando abbiamo altri brevetti come i motori ad idrogeno o elettrici.. o ancora brevetti sfruttabili dal genio chiamato Nicola Tesla. Idee che non costano denaro, non sfruttano energie della terra ma che, Aimè, non danno denaro a nessuno.. e quindi non vanno messe in pratica. Il pianeta sta collassando e, al di là di quello che non vorrei fosse considerato un discorso politico, è urgente proteggere madre terra dalla quale dipende la nostra sopravvivenza. Per assurdo ciò che sta avvenendo sarà la molla del cambiamento. Nessuno infatti è più soddisfatto dei vecchi valori, e sempre più tanti di noi sono infelici, soli, disperati, e senza futuro.. e senza futuro non c’è speranza, e senza speranza la vita non ha più senso. Questo crescente vuoto verrà sicuramente, come già sta avvenendo, colmato da nuove certezze: il nostro sistema solare il 21/12/2012 collimerà perfettamente con l’asse verticale proveniente dal sole centrale della via lattea formando quella che i Maya e gli altri popoli erano soliti definire “Santa croce”, ovvero l’unione del cielo con la terra, fenomeno che si realizza ogni 26.000 anni, vale a dire ad ogni fine di precessione equinoziale. Tale conoscenza, in barba alle nostre certezze al di sopra di ogni sospetto, ci fa comprendere quanto i popoli cosiddetti “primitivi” ne sapessero più di noi. Al di là quindi di tutto ciò che è sotto ai nostri occhi e che è da considerarsi “il tempo della purificazione”, dobbiamo guardare agli aspetti positivi e propositivi di quello che avverrà oltre il 2012: la fine di un mondo e l’inizio di uno nuovo contraddistinto da una crescente spiritualità e dalla consapevolezza che tutti siamo co-creatori, che il nostro pensiero crea sia nel bene che nel male, e che gli status symbol, la prevaricazione, l’idea di superiorità, l’idea cioè che un potere da sempre esercitato esternamente (cioè sugli altri) e non interiormente (cioè su noi stessi), hanno fatto il suo tempo. S’imporrà finalmente il principio che ognuno è specchio dell’altro, che la felicità dell’altro ci aumenta e che il suo dolore ci diminuisce.. che il vuoto è pieno di essenze spirituali! Che attraverso la correlazione scopriamo veramente che tutti siamo uno, e che non c’è passato, presente e futuro, ma solo il momento che è l’eternità.. e che possiamo costruire ogni cosa solo se lo vogliamo.
Quand’ero bambino i preti mi parlavano del mistero della fede: non sono mai riuscito a capire cosa volessero veramente dire. “Credi per fede” mi dicevano ma non ottenevo mai risposte esaurienti alle mie domande. Nei Vangeli è scritto che se hai fede puoi muovere le montagne. Mi chiedevo come fosse possibile! E’ stato durante una Danza del Sole che ho capito cos’è la fede. E’ che ognuno di noi, essendo figli del Grande Spirito (Dio se volete), credendo veramente nell’Amore può cambiare le cose. La Danza del Sole è una cerimonia e un modo di pregare affinché la vita non abbia mai fine, l’aria possa continuare a essere respirabile, la terra a darci i suoi frutti, gli alberi a crescere e i fiumi a scorrere cosicche le nuove generazioni possano continuare a vivere e il Grande Spirito in loro. All’interno di un grande cerchio al cui centro si erge un albero, punto d’incontro tra l’Alto e il Basso, numerosi danzatori digiunano di acqua e di cibo per quattro giorni e quattro notti. Danzano e pregano dal sorgere del sole al tramonto per onorare la vita. Stavo lì, insieme a tanti altri, a piangere e pregare, e c’era questo danzatore su una sedia a rotelle, dopo che un incidente gli aveva tolto l’uso delle gambe. Quest’indiano veniva aiutato da un amico che spingeva la sedia a rotelle seguendo il percorso del sole in accordo a quello che è lo svolgersi della vita e alle preghiere. Non poteva muovere le gambe ma solo alzare le braccia al cielo durante la danza. La sua devozione mi accese di un impulso irrefrenabile: di andare da lui, sollevarlo dalla sua sedia a rotelle e dirgli: “Danza anche tu insieme a noi, puoi farcela, se davvero lo vuoi.” Non lo feci, mi trattenni, dubitai di me stesso. Pensai: “Ma chi sono io? Sono solo un uomo, non sono in gradi di fare i miracoli.”
Non saprò mai se il danzatore ed io saremmo stati capaci di compiere quel miracolo; in ogni caso, quel che compresi quel giorno è che davvero la fede è una forza immensa, e che se non si dubita di noi stessi tutto è possibile. Anche adesso, quando penso a quel giorno lontano, credo che, se davvero avessi avuto più fede, se avessi abbracciato quell’uomo, che era mio fratello, lui avrebbe creduto in se stesso, si sarebbe alzato e avrebbe danzato. La vita di per se è già un miracolo e i miracoli accadono se veramente ci crediamo. Gli indiani hanno due parole per esprimere questo sentimento: Lakol Wichohan, sentire la vita e vivere il sentimento, e altre due parole con le quali chiudono ogni preghiera: Mitakuye oyasin: SIAMO TUTTI CORRELATI, SIAMO TUTTI UNO.
Per saperne di più in libreria sono disponibili: “Di terra e di luce”, Enzo Braschi, Barbera Ed., e “2013 L’alba della nuova era”, Verdechiaro Ed. a cura di Enzo Braschi e Giorgio Boccaccio, Una raccolta di 13 saggi che affrontano diverse tematiche utili a farci comprendere in che modo ognuno di noi sta cambiando e come cambierà il nostro futuro.
Articolo apparso sul quotidiano “La Voce di Romagna” il 29 marzo 2010
Di Alex Celli