IO SONO IL PIANETA MADRE

Camilla ViscusiArticoli, Riflessioni1 Commento

 

La mia pelle è fatta di terra, soffice come sabbia,

Umida come il fango, ruvida come la pietra, liscia come l’argilla.

I miei capelli sono i fili dell’erba, le foglie degli alberi, i fiori della foresta.

Le mie ossa sono le radici degli arbusti sottili e possenti.

Il mio respiro si apre nel vento, ed è ossigeno per il cielo e per la caverna

Allo stesso modo, nello stesso tempo.

Il mio sangue è l’acqua che scorre sovrana

Al di sopra e al di sotto libera e sacra

Ed è lava di ventre e di vulcano.

Il mio seno è la montagna emersa dal cuore del mare.

Io, sono il pianeta Madre.

Placenta viva di Libertà.

Privilegio che atterrisce e che spaventa.

Figlio mio, figlia mia, creature del mio grembo e del bacio dell’universo,

Devoti, agonizzanti, adulti, lattanti,

Pacifici, agguerriti, amanti e disprezzanti l’Amore mio e quello di Dio,

Sappiate che nessun punto di questo lago troverà mai la stessa pace.

Antica e inequivocabile è la Legge che ho sposato ove il male più insidioso

Non è diverso dal bene più sommo.

In me, tutte le strade sono aperte, tutte le realtà sono concesse.

Questa è la Legge a cui io sola, potevo rispondere.

Qui, la mente parla e il corpo, pesa.

Qui, l’anima ama e il cuore è leggero.

In me il figlio Loda il Padre e benedice la Madre.

In me, il figlio, bestemmia il Padre e maledice la Madre.

Nella Libertà più Alta e Assoluta.

Per l’Eterno mio Atto d’Amore

Tessuto nello sguardo e nella preghiera del nostro Signore.

Ugualmente, in queste mie carni, mani assassine fanno esplodere bombe

Come mani innocenti sotterrano semi.

E ancora scorre il sangue

Del corpo e della memoria di chi, Qui,

Camminò la Misericordia e la Gloria.

Ma in Loro, il Sentiero che esiste è così, Protetto e Beato.

Eppure, perché commemorare gli atti più vili

Atroci e codardi, perché seguire e rinnovare quell’onda di dolore

Perché offrirle quel silenzio stretto, esteriore?

Perché l’occhio non si arrende invece

Al fiore che sboccia, alla luna che cresce, al Cristo che risorge?

Che è lì dentro che si apre il Mistero, e nasce il canto di Dio.

Il Padre Nostro piove la Sua Luce su di me

È giunto il tempo

Si apre, per Me, un nuovo Cerchio

E un altro Cerchio si chiude,

Siamo io e te, Figlio/a mio/a

Adesso basta.

La Natura non è impazzita

Ci si è solo allontanati troppo dalla Via.

Guardami negli occhi

Guardati nel cuore

Che cosa vedi?

Dove vuoi stare?

Senti bene.

Come la Legge chiede

Diverrò REALTA’

Della – tua – sola – verità – .

Un Commento su ““IO SONO IL PIANETA MADRE”

  1. Laura Naselli

    Hai ragione la Natura non è impazzita
    siamo noi come schegge sperdute che pensano di costruirsi una realtà senza comprendere che TUTTE le realtà sono già contemplate nella perfezione dell’Universo
    a volte mi chiedo cosa stiamo consegnando ai nostri figli?
    grazie Camilla

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