Il mio Signore mi vede dormire. Veglia la mia notte. Mi lascia, non si accosta, neppure se ne va ma non mi tocca. Non toglie i suoi occhi da me però non mi salva. Non si azzarda a prendermi in braccio o a consolare la mia paura se questa mi solleva dalla responsabilità. È mio compito tener vivo il fuoco che sta in me questo gli ho promesso davanti a Dio questo mi ha promesso per sé davanti a Dio. Si è innamorato della Donna che serve il vento non il dubbio, di quella che confina e con lo stesso amore accoglie distinguendo il nome che prende e poi si allontana dai momenti. Si è lasciato sedurre da chi si è cinta i fianchi nei giri infiniti del serpente perciò Lui non interviene quando il mondo mi chiama dentro a coglier fiori, a cacciare gemme o a combattere con le alte ombre ed Io lo amo per questo.
La sua fiducia è il mio coraggio, il suo rimaner fermo la mia scelta di nuova venuta.
E così di me ancora si innamora. Un passo più oltre la banalità e il pensiero lineare delle cose.
Quando la notte mi chiama a me non resta che scendere. È la mia Natura, sono i miei fili da prendere e gli attaccamenti da disperdere è la pelle da togliere. È una voce spaventevole che in realtà nasconde un suono di Madre che solo un cuore di Donna può comprendere e fare meno assordante. Quel suono può uccidermi e farmi diventare piccola oppure darmi la vita ed essere tanto grande da indossare una corona.
Lui non viene. Ma quando risalgo mi attende con timore e freme e trema pronto a voltar le spalle alla bambina come a inchinarsi alla nuova Signora. Voglioso di entrare di lasciarsi mangiare e adorare con polveri di porpora e petali di fiori il corpo che se lo prenderà accompagnandolo in sé un respiro ancor più vicino all’interiorità che io per prima ho esplorato e a cui mi sono abbandonata.
Ama la Donna che con Lui Condivide il Suono della Discesa.
Io sono la sua Signora e lo vedo partire. Abbraccio i suoi passi senza che Lui lo sappia. Mi faccio invisibile di respiro o trasparente d’acqua o piena di terra così che Lui trovi ristoro, trovi conforto, visione e riposo in ogni luogo che lo ospiterà. Mi faccio lampo nel cielo, freddo fermo, tempesta e cammino ostile per le prove che chiede e che gli offrono la soglia. Lo lascio andare eppure gli sono sempre dietro: a me per prima è devota la sua libertà. Mi è confidente, mi è figlia, mi è sorella e non c’è bisogno che Lui lo sappia.
Quando la strada lo chiama a Lui non resta che mettersi in viaggio per camminarla, ombre, inganni, gemme, fiori, tentazioni, regali, suoni vuoti … tutto lo attende. È un’ascesa che può portarlo sempre più vicino alla Voce dell’Alto oppure abbagliarlo di goliardia, ego e di potere. Può farsi gonfio nel petto o esteso nel cuore. La decisione spetta a Lui. Io non mi intrometto è cosa sua e delle montagne. Certo è che al suo ritorno se mai dovesse farlo sarà un sguardo a dirmi dell’uomo o del tiranno e quali mani lo ricameranno d’oro e quali lo bandiranno dal regno dell’oro. Non mi asterrò dall’indossarle entrambe. Vale sempre il rischio di lasciarlo partire a costo di non riconoscerlo più, a costo di trovargli un mostro conficcato negli occhi. A costo d’essersi fatto freddo.
Perché quando l’Uomo cammina con il cuore ed è di ritorno porta in tasca il senso di una nuova stella, solo Lui può farlo, quando è così Lui torna e profuma di scoperta e a me piace sentirgli l’odore del viaggio sul collo, baciargli i tramonti dietro le orecchie, soffiargli l’erba sotto i piedi, sbirciare la luna sopra la sua fronte, addolcirgli le tempeste rimastegli fra i pori della pelle, mi apro e disperdo su di lui come la sabbia sul deserto e viaggio. E lui si sente Uomo e io mi sento Donna e la libertà ci si mette al centro a far l’amore e rendere pieno lo spazio fra i due ombelichi.
Sento le sue Altezze nel vaso del mio ventre. Amo l’Uomo che con me Condivide la Voce dell’Ascesa.
Lui non si occupa di me, io mi occupo di me.
E Lui si prende cura della Relazione che sceglie di vivere con me.
Io non mi occupo di Lui, Lui si occupa di sé.
E io mi prendo cura della Relazione che scelgo di vivere con Lui.
Non pensiate per questo che non ci sia dolcezza o tenerezza o richiesta di aiuto, – c’è – e c’è anche di più ma si compie in uno spazio “adulto” che non conosce “vittima” quella non si consola e anzi se appare negli occhi di uno dei due amanti l’altro ha il dovere di tenerla lontana come fosse la belva più pericolosa, l’insidia più malefica, così che chi la indossa (e a turno sempre la si indossa) possa ravvedersi e togliersela. Questo è il compito più arduo. Ma questo fa l’Amore. Così c’è poesia, così c’è magia che non sta sopra le teste ma mischiata nelle carni, sono risate grezze, morsi eleganti, parole sorgive, occhi che hanno visto. Quella Donna e quell’Uomo sanno parlare alle lacrime, alla paura, al dolore, alla gioia, alla luce, alla fine e all’inizio, alla vittima e al sovrano, all’uomo e a Dio, alla vita e alla morte, sanno ascoltare e appoggiarsi e dare appoggio, sanno sedere, alzarsi, correre, cadere, rialzarsi, sanno dare consiglio. Sanno farsi l’Amore e mettere al Mondo sogni ed evoluzione. Sanno tenersi in vita.
Quella Donna non può stare con un Uomo morto, quell’Uomo non può restare con una Donna morta.
Lui sente profondo rispetto per le mie notti ed io sento profondo rispetto per le sue partenze non le odia non si offende non ha paura che gli sia sottratto qualcosa ed io lo stesso poiché vedo che è in quel mistero che Dio si avvicina per farci dimenticare di noi e ricordarci di Sé. Questo rende venerabile il corpo, infinito lo sguardo, languido il silenzio, tuonante la voce; vicina l’Anima.
Lui si concede a Dio per farmi conoscere Dio, io mi concedo a Dio per fargli incontrare Dio.
È dolce follia e selvaggia purezza.
Non si sa ancora niente su ciò che possono due amanti. C’è da diventar grandi e lasciar stare le frivolezze intanto però dirò che non ci si sposa davanti a Dio, ci si sposa con Dio e chi sceglie di accompagnarsi all’altare è desideroso di sposarsi a sua volta vegliando sul proprio matrimonio facendosi poi Guardiano e Custode di quello dell’altra/o. Se uno dei due tradisce Dio la relazione con l’altra/o non può che essere compromessa.
Quest’Uomo ha fede in Dio e non teme la morte né la malattia o la povertà di nessuno, a cominciare dalle sue. Sente la paura ma sceglie l’Amore perché Lui è lo Sposo di Dio. Così la Donna non arranca, non si svende, non implora, non si accontenta, non cade nella trappola della divisione perché Lei stessa è Unione sempre e oltre. Lei ha fede in Dio poiché ne è la Sposa e su questa Terra cammina e seduce come tale.
Si è scritto da un pugno di Donna e si è raccontato di un Uomo che non ha preso parola se non in terza persona così è bene scrivere che quest’uomo non esiste. Forse non esiste nemmeno questa relazione e non ha importanza perché esiste quella Donna. Lei arde nel mio corpo fragile e nella mente impaurita perché ignorante del Sé, percuote con i suoi passi le pareti del mio cuore per guarirlo dall’educazione, ulula nel ventre, canta nei seni per tenermi sveglia e in compagnia – Lei È viva. Più di quanto non lo sia io. Lei esiste e nessun “No” potrà mai impedirmi di sentirla, non cadranno mai abbastanza lacrime per cancellarne la visione, Lei esiste e la sola cosa che posso desiderare per me è di diventare la Donna Reale che mi gravita dentro e che ho dimenticato di essere tenendo ben presente che Lei non si è dimenticata di Me.