Penne d’aquila tra i capelli, un grido animalesco, la faccia truce. Vestiti di pelle di bufalo e segni di guerra sulla pelle. Un’ascia in una mano e la morte nel viso.
Questa è più o meno l’immagine che abbiamo degli Indiani d’America. Un’immagine vera a metà, parziale come la nostra visione del mondo.
Basta sfogliare le pagine del bel libro di Enzo Braschi, sì proprio lui il paninaro del Drive in. Perché mettere insieme queste due visioni apparentemente antitetiche di una persona, lo scrittore e il comico?
Perché forse è proprio questa la ragione che ha permesso all’autore di scrivere un resoconto dettagliatissimo del misterioso mondo di una parte degli Indiani d’America. La sua stessa vita, quella di ieri e quella di oggi, pare giustificare il suo amore per questo grande popolo.
“La conoscenza segreta degli indiani d’America-Un mondo al contrario.”
Il sottotitolo del libro è forse l’aspetto più importante. La figura del contrario, l’heyoka. Una figura leggendaria che credo pochi conoscano, compreso il sottoscritto. Una figura misteriosa, potente e affascinante. Un po’ come il personaggio-scrittore autore del testo, un “giullare” che ci ha fatto ridere con le sue parodie nella tv commerciale degli anni ottanta e un profondo conoscitore della cultura dei nativi americani. Impegno che gli è valso due nomi importanti ricevuti dopo aver avuto una visione, Bisonte Che Corre e Uomo il cui Spirito si Solleva al di Sopra delle Nuvole e due penne d’aquila, altissimo riconoscimento donatogli per tutto ciò che l’autore spende a favore della salvaguardia del patrimonio inestimabile che questi popoli rappresentano per l’intera umanità.
“Sono…un runner, una persona che corre tra due culture, due mondi diversi, e che deve parlarne.”
Molti di noi conoscono la figura dello sciamano, lo stregone guaritore figura centrale e di riferimento per ogni tribù, non solo indiana, presente in molti stati di tutte le Americhe. Ma pochi conoscono la figura straordinaria dell’heyoka, il contrario, la personificazione terrena della metafora che è la vita.
Una specie di figura burlesca che agisce all’opposto, al contrario appunto, nei riti della danza della pioggia o per quelli propiziatori dei raccolti. Se tutti ridono e pregano, lui piange e si fa beffe di ogni cosa. Se il popolo è chiamato in raccolta intorno ad argomenti tristi l’heyoka, il sacro pagliaccio, dà di matto e cerca di far ridere tutti, compreso il cielo e gli spiriti.
La vita è una metafora, un’illusione continua alla ricerca di un equilibrio fragile da raggiungere e soprattutto da mantenere, “gli heyoka fanno tutto al contrario…camminando di traverso anziché diritti…lavandosi con la sabbia e asciugandosi con l’acqua…denudandosi e sudando copiosamente d’inverno e coprendosi di spesse pelli di bisonte…sotto l’impietoso Sole…”
Il significato profondo dell’esistenza di questi Medicine Men, che hanno avuto la visione degli esseri del Tuono e quindi investiti di un sacro potere, è quello di esseri salvifici che hanno il compito estrinseco di riportare l’armonia, di controbilanciare le due facce della medaglia, il bene e il male, la gioia e la disperazione, la ricchezza e la povertà…
”Quando morivamo come mosche, falcidiati dalle malattie dell’uomo bianco, quando venivamo rinchiusi nelle riserve…e quando morivamo di fame…guardare le pazzie di un heyoka doveva essere l’equivalente di una benedizione inviataci dal cielo.”
Questo libro ci racconta il mondo degli Indiani d’America, dei Lakota, dei Navajo e di altre tribù.
Ci racconta di come siano ancora vivi, con le loro metafore profonde, la loro conoscenza dell’universo, la loro accettazione del diverso che spesso per loro non costituisce motivo di paura e quindi da osteggiare, ma diverso che assurge a simbolo di contrario e quindi dotato di poteri soprannaturali. Parla di uomini che vivono come donne e donne guerriere perché “…un uomo è ciò che la natura o i suoi sogni decidono.”
Un testo articolato e profondo per ricordare il disastro perpetrato dalla nostra cultura miope che nei secoli passati sotto l’egida dell’ignoranza e dell’ostilità verso altre culture ha provato a spazzare via.
Enzo Braschi è la testimonianza più vivida che tutto ciò non potrà mai avvenire.
Anzi, attraverso persone impegnate e pregne di cultura come l’autore di questo straordinario libro, la cultura degli Indiani d’America continuerà ad ispirare anche le nuove generazioni.
Molto spesso sono i giovani che tornano alle riserve dopo averle abbandonate, stufi della vacuità del benessere materiale e desiderosi di riallacciare i fili della loro importante tradizione.
Gli anziani stanno a guardare e con un sorriso appena intuibile attendono il compiersi di antiche profezie e la loro calma scaturisce dalla consapevolezza che tutto è correlato, Mitakuye oyasin.
“Alla fine del sentiero del cielo non dovremo bussare a nessuna porta, perché la porta del cielo è sempre aperta: basterà avere il coraggio di varcarne la soglia e scoprire di essere noi il cielo, lui la nostra anima. E non avremo più limiti. Mai più.”
Grazie Enzo Braschi per il tuo straordinario libro.