La dignità delle imperfezioni

Laura NaselliArticoli, RecensioniLascia un Commento

Quattro donne e le complicazioni della vita, che arrivano sempre, anche quando fai di tutto per evitarle.

Michela Maestri, nel suo romanzo d’esordio, ci parla di loro: Giulia, Irene, Marta e Lidia.
E i loro uomini, compagni, mentori involontari, mariti, amori occasionali, amici, colleghi di lavoro.
Poco a poco ce le fa conoscere, senza abbandonarsi ad inutili sentimentalismi, le scopre con una certa sottile ironia, tipica di donne che giudicano altre donne.

Non sono perfette anzi…

Giulia, intuitiva e sagace, apparentemente la protagonista, ci appare tanto frivola, avventata, superficiale nella vita privata quanto perfezionista, intelligente e creativa sul lavoro. La sua esistenza ha un retrogusto amaro che il Lettore non tarderà a scoprire. Irene la sconfitta o, guardando le cose da un altro punto di vista, la vincente nella dura esistenza quotidiana. Marta, il grillo parlante, la saggia dispensatrice di consigli che, come spesso accade a noi donne, dimentica di consigliare a se stessa.
Lidia, la cinica manager, l’anaffettiva, l’egocentrica che nasconde un cuore di marzapane.

Mi piacciono queste donne che navigano a vista, pronte ad imbarcarsi in difficili avventure, disposte a lanciarsi senza paracadute.
Un incontro casuale risveglia in Giulia la voglia di rimettersi in gioco, di lasciare il certo per l’incerto; un uomo le dice “L’unico disonore che si può fare a se stessi è negare di capirsi”, e questo mette in moto una serie di avvenimenti, lascia spazio alla creatività dell’Universo che prontamente risponde al coraggio offrendo opportunità.

Giulia parte per un viaggio che al di là delle apparenze è un viaggio interiore, di ricerca della propria essenza, delle proprie intime necessità, che una volte trovate e riconosciute come tali danno un senso all’intera esistenza.

Il romanzo si dipana così percorso dai pensieri, le paure inconfessate, le spavalderie, le bevute eccessive, i pianti, le risate, le speranze deluse, le perdite e le cose nuove.
Agile e brillante l’idea di inserire i versi di canzoni famose da Lou Reed, ai Guns n’ Roses, i Counting Crows, i Foo Fighters, i REM e altri.
La musica esprime sentimenti, emozioni, medica le ferite, esalta, protegge, assolve, avvolge come in un bozzolo queste giovani donne prima che aprano le ali al mondo come agili farfalle colorate.

Tutte in viaggio queste donne, veloci e dinamiche sui mezzi di trasporto e tra i marosi dell’esistenza.
Milano, Lecce, Barcellona la tentatrice.
Tutte con la valigia in mano pronte a cambiare posto di lavoro, mansioni, compagni, case, apparentemente prive di radici e di punti di riferimento.
In realtà sono loro stesse i punti di riferimento, ciascuna lo è per le altre.

Ecco, mi piace pensare che questo è anche un romanzo sull’amicizia tra donne che possono tranquillamente entrare in competizione, contendersi il cuore e i sentimenti dei loro compagni, giocare d’astuzia ma, allo stesso tempo, sono capaci di sostenersi vicendevolmente, di difendere e sorreggere quella femminilità che fa dell’essere donna una marcia in più.

Nulla di concluso alla fine delle pagine, quello che abbiamo letto è un capitolo della vita di ciascun protagonista. Li lasciamo tutti ancora in cammino. Certo ci sono dei momenti in cui si parte e momenti in cui ci si riposa, si prende fiato, si raccolgono le idee ma la sosta è soltanto momentanea perché la vita, anche quando sembra immobile e uguale a se stessa, scorre.

Solo nella staticità si raggiunge la perfezione ma nulla è perfetto, la vita è meravigliosamente e dignitosamente imperfetta.
Ci accomiatiamo dalla giovane scrittrice Michela che con il suo linguaggio semplice e moderno ci ha condotto nel cuore delle donne e di ciò la ringraziamo.

Laura Naselli

 

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