Io sono la Donna e così chiedo di essere guardata

Camilla ViscusiArticoli, PoesiaLascia un Commento

 

Vengo in questo luogo dal primo soffio di vento.
Vengo.
E sono stata fulmine per conoscere la luce
E il suo incontro con la terra.
Vengo.
E sono stata foglia e pioggia ed erba.
Tronco e ramo.
Sono fiorita e poi appassita, mi sono bagnata
E sono stata bruciata.
Vengo.
E sono stata piuma prima ancora di essere uccello
Ho volato fino alle più alte cime del cielo
Mi sono immersa fino al fondo più fondo dell’oceano
E sono stata spuma, onda, mare, fiume, cascata, sorgente
Acqua di lago e bianca di neve
Roccia e scoglio, fango e deserto, il buio del pozzo
L’appuntamento benedetto.
Vengo.
E sono stata zebra sbranata da una tigre.
Vengo.
E sono stata tigre, spietata cacciatrice.
Vengo.
E sono stata scintilla prima di essere incendio.
La vita intera mi attraversa e dal principio m’ha attraversata
Dal mio ventre creata,
Dal mio ventre divorata
Dal mio ventre, ciclicamente, rigenerata.
Nel mio calice cullo l’eterno di ogni paradiso e di ogni inferno.
Io sono la Donna e così chiedo di essere guardata.
I miei petali mostrano il fiore solo al sole che risorge
Dopo essersi offerto alla notte
Tramonto dopo tramonto.
Da me giunge chi chiede la morte per non avere più paura della Vita
Chi è sensibile al sibilo dei miei serpenti
Chi vede la luce oltre il corpo e la ragione
Chi ha domato il proprio fuoco
Chi affida i propri fluidi alla magia della Luna
Da me giunge lo Sposo che è nel cuore e nel volto degli uomini
Il cui sguardo
S’apre alle molte vite di un solo giorno.
Io Lo vedo. Di vita in vita io Lo vedo.
Già Lo vidi e ancora Lo vedrò, ed Egli sempre Mi vede e in eterno Mi vedrà.

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