La mia solitudine: un uovo d’oro

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Sono ammalata e sono rimasta sola in passato. Amici e parenti, presi dal vortice della frenesia degli impegni quotidiani, raramente riuscivano a farmi compagnia. Quello è stato un periodo di solitudine fredda e gelida. Io urlavo silenziosamente i miei bisogni affettivi. URLAVO ma silenziosamente e non mi rendevo conto che le persone non hanno la capacità di leggere nella mia mente e di soddisfare bisogni non espressi in modo chiaro e netto.

La solitudine di oggi è diversa, ricercata e ambita. Una solitudine costruita attorno a me che ha preso le forme da me desiderate. La mia solitudine è un uovo d’oro. Un uovo d’oro che immagino esteriormente come un uovo di Fabergè, prezioso e raro che con un meccanismo elaborato si apre come un carillon dove una fata ballerina danza fino a quando il suo tempo (il suo tempo di vita) finisce e poi rimane immobile e sorridente con le braccia alzate e in punta di piedi. Una fata ballerina che è entrata in punta di piedi nella vita di molte persone e altrettanto silenziosamente, uscirà in punta di piedi…

L’interno del mio uovo d’oro è magico come magico doveva essere l’interno della lampada di Aladino per contenere quell’enorme Genio. Immagino pareti bianche dove quando accendo il caleidoscopio sono proiettate immagini sempre differenti che assomigliano a dei mandala. Immagino l’interno pieno di cuscini di ogni forma e colore, cuscini morbidi, dove sedersi per chiacchierare con uno o più amici. Cuscini per meditare e/o fare yoga. Cuscini per sdraiarsi, addormentarsi o sognare. Immagino pile di libri letti o ancora da leggere, sfogliati o ancora incellofanati. Immagino quadri che cambiano l’immagine sulla tela e uno specchio che a volte mi riflette e altre volte mi fa riflettere portandomi Oltre. Immagino uno stereo con dischi in vinile, una ciotola di legno, dove appare frutta o cereali, un bicchiere di acqua fresca dove vedo scorrere il mio fiume o la mia sorgente. Immagino candele e incensi profumati.

Come sto bene nel mio uovo d’oro! Qui comprendo che basta poco per stare bene. Qui non serve denaro e per entrare basta un sorriso o un abbraccio.

Qui progetto e prendo decisioni. Qui comprendo che amare in ogni sua forma e sfumatura è la chiave stessa dell’uovo d’oro. La chiave che serve per far danzare eternamente la fata ballerina. La chiave che dono a chi amo, a chi ho amato e a chi amerò. Ognuno di loro può, ha potuto o potrà, in qualsiasi momento, veder ballare la fata ballerina, entrare nell’uovo d’oro e sedere sui cuscini. Ognuno di loro porta, ha portato o porterà un libro, un disco o un’immagine del quadro e prendere, o ha preso o prenderà qualsiasi cosa che piace.

La fata ballerina danzerà elegantemente in eterno quando l’uovo d’oro sarà aperto. Quando l’uovo d’oro rimarrà chiuso, la fata ballerina progetterà nuove avventure, realizzerà nuovi sogni e desideri o semplicemente si riposerà.

La solitudine costruttiva, rigenerante che difendo a spada tratta. Solitudine fatta di piccoli gesti, come il saluto al sole, l’inchino per ringraziare o il sorriso per aver ascoltato parole semplici che mi riempiono il cuore. Solitudine fatta di sguardi sul mondo esterno e di batticuore sul mio piccolo mondo interno. Solitudine di macchie d’inchiostro da riordinare fatte sul mio inseparabile quaderno. Solitudine che è capita solo da chi ama la solitudine come me.

Solitudine grazie alla quale oggi capisco di non aver più paura di essere “diversa”, “strana” e “incompresa” ma semplicemente accettazione di essere così!

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