Ancora una volta Francesco Giacovazzo ci stupisce riuscendo a conciliare argomenti molto complessi con una scrittura garbata e scorrevole.
Il termine “Alchimia” ha origini antichissime: latino medievale (al-chimia) derivato, a sua volta, dall’arabo (arte della pietra filosofale) e, attraverso il siriaco, dal greco tardo. (Treccani, Vocabolario della Lingua Italiana).
Ma tutto ciò non deve spaventare il lettore, perché il protagonista della nostra storia, Francesco, è un giovane di oggi e vive nella Roma di oggi. Lì incontra Raffaele, uno strano personaggio dotato di capacità misteriose, che sarà la sua guida e cambierà radicalmente la sua visione delle cose. Non pensiamo ad alambicchi e laboratori segreti, non siamo in un film: l’Officina Alchemica di Francesco sarà Francesco stesso.
Il primo passo che va fatto è quello della consapevolezza del momento, il “qui e ora” di chiunque, nei secoli, abbia intrapreso un percorso di conoscenza. Infatti, se non sei radicato nel momento presente la tua mente vaga incerta.
Per percorso di conoscenza non s’intende il cumulo gigantesco di cose sapute che ci permettono di accaparrarci tutti i premi Nobel disponibili, ma il viaggio verso il sé più profondo. Quel sé che si pone come spettatore delle proprie emozioni, delle sovrastrutture mentali, dei pensieri positivi e negativi che navigano intorno a noi e che recepiamo attraverso le “antenne” del nostro cervello.
Raffaele, nella sua singolarità, mi ricorda certi Lama che non esitano a prendere a schiaffi i loro allievi o al sottoporli a fantasiose punizioni pur di condurli sulla via dell’Illuminazione. Ma quest’ultima la si raggiunge da soli, nessuno può fare il lavoro al nostro posto. Sempre rimanendo nell’ambito del percorso personale, il passo successivo è la comprensione del fatto che siamo energia e che questa energia si materializza nella nostra anatomia.
La tappa ulteriore deve essere necessariamente quella della PNEI, ovvero Psiconeuroendocrinoimmunologia. Una parolona difficile da spiegare anche perché, alle sue origini, c’è una ricerca scientifica immensa e faticosa. In termini elementari: ogni organo, ogni particella del nostro corpo, anche la più minuscola, dialoga con tutto il resto ed è pervasa da un pensiero. Il pensiero fondamentale verso il quale tutti dovremmo convergere è quello dell’autoconsapevolezza.
Francesco Giacovazzo è sul cammino giusto e gli auguro di raggiungere la sua meta.
Grazie