La via per il mare di Dio

Camilla ViscusiArticoli, RiflessioniLascia un Commento

Il ‘Vuoto’  si è rotto ed escono tutte le cose.

Shakti danza la terra e danza il cielo, muove la più possente radice dell’albero e la punta sottile dell’erba fino alla luce d’ogni stella.

E Shiva giace e osserva. Scolpito nella presenza, radicato di coscienza. Imperturbabile nello sguardo, nudo di giudizio respira immobile tutti i profumi dell’amore.

La vita si sta dando e sta prendendo il mistero.

In questa attrazione non può esistere altro se non l’attrazione stessa che smembra, apre, chiude, forma e unisce senza sosta nel caos apparente che dilania e scompiglia tutto l’esistente. Senza giustizia, senza preferenze soffia e tuona e piove e splende su tutto e su chiunque agendo per conto del cambiamento. Sopra le teste coesistono tutti gli eventi, quale di questi diverrà realtà è cosa intima di cuore e di mente.

Shakti danza e rimescola le carte fino allo stremo, danza che non riprende fiato rapita totalmente dal regno degli inferi e da quello dei cieli, dissolve e addensa, dissolve e addensa ad una velocità che al pensiero va stretta. Quello che adesso viene immesso nel campo è destinato ad esser risucchiato dal centro del suo ballo, ombelico di tempeste e quiete forze. Tutto gira e si compie intorno ad un pozzo oscuro e profondo.

Lì dove non c’è controllo Shiva guarda e rende vero l’amore abbandonando l’-io voglio- ; lascia il battito del cuore libero di andare e fare la fine o l’inizio che vuole.

E’ una danza folle e spietata, languida e così dolce di urla e vibrante di risata, avvicina i mondi e apre le porte di tutti i regni, scosse perpetue urtano scrigni chiusi da sempre fino a dischiudere e a sollevare piccole e strette fessure, magnifiche creature avanzano negli occhi da pineali occluse e finalmente rotte.

Visioni forti anche orribili poiché non vi è cima di monte o schiena d’abisso che non sia esposto, luce o oscurità che non sia rivelata. Nella danza che prosegue una scelta si delinea, sceglie pure chi non si accorge di niente, ha paura pure chi si è preparato, è una resa in piena forza e consapevolezza che mette sullo stesso piano lo studioso, l’esperto, l’ignorante, lo sciamano e l’illuminato.

E’ uguale per tutti, nessuno è salvo per merito o crediti accumulati. L’occhio del Drago è fisso, infiamma il punto più debole ove tutto si ribalta. Cade l’inconsistenza di strato in strato finché le identità d’ogni essere umano non giungono alla sola verità.

La danza e l’osservanza rendono sensibili le carni e gli strati d’aria e di materia, di fuoco e di acqua, tutte le pellicole vibrano i pori si aprono e le informazioni passano.
E’ già accaduto e chi ne ha memoria è tempo che la risvegli. Agli Alberi è affidato un incarico, sono in rilievo adesso rispetto ad un mondo che si assottiglia nei confini e che si appanna. Rami e radici danzano con Shakti mentre il tronco è dimora della cosciente e ferma presenza di Shiva.

Questo è il Centro, l’Uno, l’Insegnamento.

Si ricongiungeranno i Fiumi e così gli Uomini e le Donne che avranno negli Occhi la Via per il Mare di Dio.

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