Una donna incinta riceve l’energia creatrice della terra e del sole, guardarla è godere di tutti i più grandi spettacoli che la natura inventa sopra il margine dei propri confini. Illusoriamente limiti più verosimilmente soglie.
Un donna incita è una soglia nella sua manifestazione più vicina e reale, il punto di incontro di due mondi, la sala da ballo degli opposti. Agisce in lei il mistero che culla l’origine di tutte quante le cose. Nel suo respiro scorrono i fiumi del cielo, acque luminose di stelle vogliose di terra. E’ Grazia depositaria di Fede.
Una donna incinta porta nel grembo la sacra magia, preghiera senza fine, il vuoto in cui prende forma l’amore. Accade tutto in un corpo. Gli animali lo annusano, le piantine vibrano, le montagne si inchinano al passaggio di questa madre che riceve la vita. Un nuovo seme per questo mondo, da qualsiasi creatura germogli è una benedizione per l’intero creato. E tu che sei nel cammino di queste nove lune in cui la tua pancia diverrà piena di calore e di luce, lascia che il cielo posi le labbra sopra la tua testa così che il suo bacio renda dolce ogni pensiero; permetti ai tuoi piedi di incontrare la terra: avranno tanto di cui parlare, tu cammina, lasciali fare e scopri quante infinite note può essere il silenzio. Invita l’acqua a disegnarti la pelle mentre scende e si sparge e si infrange sulle tue coste e sponde e scogliere di carne e quando senti la pioggia, bevi, come i fiori. Chiedi al vento l’insegnamento che soffia nella ruota dalle quattro direzioni che sia saggio il tuo girare nel tempo. E poi … poi va’ da Lui. Cercalo, invocalo, evocalo tessi la tua intimità con il sole, fatti amare e scaldare, fatti dire che tutto andrà bene così come è e ascolta il tuo ventre che s’apre felice al suo sguardo dorato. Ascolta. Non capire solamente. Ascolta.
Due corpi in un solo corpo e tu ne sei testimone. Sei la porta aperta tra il visibile e l’invisibile, non lo dimenticare, non lo sminuire, non lo banalizzare. Vallo a scoprire, la creatura che porti in grembo ti parla, ti guida, ti suggerisce la via. Trova un modo nuovo di essere Madre. Inizia e non smettere mai. Trova il ‘verbo’ del Nome. Resta unita all’amore, non alle forme che prende ma all’amore. Perditi nella Natura. E possa l’uomo che dentro ti ha lasciato la vita, raccolta dalle coppe del Cielo, seguirti e spogliarsi nell’argilla, possa anche lui parlare con il vento, chiedere consiglio alle pietre e lì trovare scritte le leggi dell’universo; che l’antico richiamo lo inviti nella foresta per incontrare il Cervo che gli farà da guida e lo inizierà a Guardiano e Custode del Sacro. Che sia un uomo che sempre conceda se stesso alla verità e, in questa, cresca e in questa agisca, forte nelle braccia, sciolto nel cuore in ascolto di quella voce d’acqua che canta in continuazione. Che ricordi e che ringrazi il seme del suo amore, artefice di se stesso, libero dal condizionamento, disposto a correre e ad addentrarsi nei luoghi più oscuri per tornare dal Cervo ogni volta che vorrà il suo aiuto per comprendere e donare la luce. Che sia un Padre in armonia con questo Nome.
Genitori selvaggi, la Terra e il Sole, siano i vostri Insegnanti, possiate seguirli nei cicli, ascoltarli nei cambiamenti, senza paura del frutto che marcisce poiché solo da quel che muore fa ritorno la vita, immersi in questo mistero che vi ha voluto – amate – diventatelo giorno dopo giorno. Questa esperienza è fra le fiamme del Fuoco che forgia la Donna e l’Uomo così come Dio li conosce, è la possibilità di un risveglio, di un sentire appreso dal corpo e appartenente allo spirito, è la Musica che conduce al luogo dell’infinito Concepimento. Così siate fedeli a voi stessi, indipendenti ma coesi, Figli di un Padre e di una Madre comuni, Fratelli e Sorelle di tutte quante le Creature. Chi nascerà attraverso voi è Figlio di Dio ed Egli per primo evocherà il Sole, cercherà la Terra, giocherà con l’Acqua, parlerà il simbolo del Vento e di ogni Elemento, spesso sognerà il Cervo e la Luna sospesa fra le Sue Corna. Lasciate che corra.
Il Cielo e la Terra invocano di nuovo e ancora, La Donna e il Maestro a cui affidare i Figli di Dio.