Capita a volte di trovarsi a leggere dei libri che appartengono ad un nostro altro tempo.
Era l’anno duemilasei.
Avevo venticinque anni.
Ricordo ancora quel pomeriggio passato con Loris tra i giardini di Treviso. Ricordo che per la prima volta ero riuscito a rompere lo scudo della timidezza ed accettare di essere fotografato da qualcuno. Ho sempre pensato che l’aspetto esteriore delle cose non ne indicasse la sostanza, ma che male c’era ad immortalare la propria immagine? Soprattutto se le foto erano scattate da una persona preparata, e fidata? Ricordo ancora le risate, l’abilità del mio amico, ed il libro che mi portavo appresso quel pomeriggio. Libro meraviglioso che sentii utile regalargli, piuttosto che tenere per me.
Lui mi stava donando dell’arte attraverso la sua abilità di cogliere scatti di me.
Io ho fatto lo stesso, donandogli parole, suggestioni ed il testo che le ispirava, anche se questo avrebbe significato non portarlo a termine.
Il libro che stavo leggendo era scritto da un ragazzo torinese, forse poco più vecchio di me, incontrato per caso ad un convegno in quel di Milano un paio di settimane prima.
Il suo nome era Salvatore.
Non ricordo in dettaglio il dialogo al momento del nostro incontro nella capitale della moda, ma ricordo di essermene andato con il titolo di un libro che da poco aveva terminato di scrivere e pubblicare. La mia promessa di acquistarne una copia in segno di supporto verso di lui e la sua etichetta indipendente, e la ferma volontà di leggerlo.
Ammetto, ero molto incuriosito dal titolo: “Officina Alkemica”.
Curioso come poi, questo ragazzo di cognome Brizzi, nel giro di qualche anno, sia diventato una delle colonne portanti dell’informazione ‘spirituale’ in Italia, come conferenziere, scrittore, formatore, etc. Curioso che quel testo, si sia rivelato il primo di una trilogia, seguita da una serie di altri testi di successo, ristampati più e più volte con distribuzione nell’intero territorio nazionale.
Ci sono voluti undici anni, ma ora posso finalmente dire di aver mantenuto appieno la mia parola.
Poco fa ho terminato una copia del testo che mi sono permesso di riacquistare.
Ed eccomi qui, finalmente a scrivere.
Al solito scrivo i miei pensieri attorno ad i testi di Verdechiaro Edizioni.
Questa volta però desidero aprire il blog ad un testo esterno.
Non sia mai che alla parola – Salvatore Brizzi – ricercata su google, qualcuno non incappi nel nostro blog e non scopra la casa editrice come un’altra delle belle realtà di crescita interiore, esistenti in Italia.
* * *
La natura accade attorno a me. Così come gli eventi.
A volte mi piace leggerli in chiave simbolica, come se il confine tra la realtà interiore e quella esteriore non fosse statico. Come se il mondo naturale fosse davvero surreale, permeabile e morbido. Come se il mio agire e il mio sentire interiore, potessero avere una forza attiva che rende malleabile l’esterno e i suoi accadimenti. Come se il mondo esterno rispondesse.
Jung le chiamava sincronicità. Altri prima, e dopo, le hanno chiamate in molti altri modi.
Il Sole di fronte a me attira la mia attenzione. Così come il falco che da poco ha attraversato la mia visuale, posandosi a pochi metri di distanza, alla mia destra. Maestoso volatile, dall’aria regale, sembra scrutarmi dentro l’Anima. Le rondini ed i passeri ci circondano. Il suono del vento tra i rami degli alberi completa l’immagine. Una bellezza profondissima richiede alla mia Anima di elevarsi e farsi uno con l’ambiente che mi circonda.
Ad anni di distanza comprendo che non c’è alcun male nell’atto di apprezzare la Bellezza estetica. Quando é pura, non può che elevare il nostro animo attraverso un linguaggio che non parla alla razionalità, ma che accompagna direttamente oltre. Sono i suoi lati oscuri, o come direbbe Salvatore, i suoi aspetti inferiori, che ne corrompono la purezza. Ma non la paura di perdersi nel puro estetismo vuoto, deve guidarci, bensì la possibilità di riconoscerla, rimanerne incantati e fondersi con l’estrema Bellezza, nella sua espressione più alta ed autentica.
Alchimia Superior, o ars brevis. Così viene descritta fin dall’antichità questa pratica, e Brizzi ne parla bene nel suo testo.
Così come l’autore parla anche, e per lo più, di Alchimia Inferior. Di Opera al Nero, al Bianco e al Rosso.
Di macchina biologica. Del Corpo di Gloria. Del testimone. Dell’Anima e dello Spirito.
Dei singoli, della coppia e della comunità.
* * *
È da qualche giorno che mi imbatto in pietre erette contenenti iscrizioni runiche. Non le ho cercate, almeno non consciamente. Semplicemente ci incontriamo. Oggi ho pure scoperto il significato stesso della parola vichingo: “colui che viene dalla baia”. E nonostante i popoli nordici siano conosciuti per la loro forza distruttiva e le loro invasioni, sembra proprio che la loro civiltà fosse estremamente rispettosa dell’equilibrio della coppia e del ruolo della donna. Emancipata e rispettata. Come accade oggi qui in Scandinavia, anche se chiaramente su basi sociali totalmente altre.
Alcune di queste pietre, che portano le iscrizioni in alfabeto runico incise all’interno di una immagine serpentiforme, sono state successivamente marcate da croci, al fine di cristianizzarle ed annullarne gli effetti pagani: la loro magia occulta. Curioso come la dualità pervada il nostro pianeta. Nulla ne é escluso. Ciò che viene considerato positivo da alcuni, é considerato negativo da altri. Gli stessi gesti, azioni o manifestazioni artistiche possono essere lette in una forma, o nella sua forma opposta.
Fa parte delle leggi esteriori del pianeta Terra. Sì, perché come anche Salvatore fa notare, tutto ciò che é prevalentemente esteriore, segue le leggi meccaniche di azione e reazione. Causa ed effetto. Bene e male. Lotta per la sopravvivenza. L’antico detto latino: “Mors tua, vita mea”. Se però riusciamo a non immedesimarci nelle stesse nostre reazioni meccaniche, se riusciamo a vedere oltre il velo delle separazioni e delle reazioni spontanee, delle cosiddette reazioni “naturali”… come suggerisce Salvatore, potremo trovarci ad osservare i nostri comportamenti, e notare che quando crediamo di essere “spontanei”, in realtà stiamo semplicemente agendo nel mondo attraverso le sue regole esteriori, e siamo tutto tranne che liberi di agire.
* * *
Mi trovo steso nel lettino del mio osteopata biodinamico. Mi rilasso. Comincia la terapia. Lui mi aiuta a rilassare il sistema nervoso. Anni di studio e di pratica prima come massaggiatore, poi come fisioterapista e poi come osteopata lo hanno portato alla sua attuale professione. Non é il primo che mi dice che i miglior risultati di cura, sono spesso ottenuti dai fisioterapisti nel momento finale della loro carriera. Il che avviene quando essi, per esperienza accumulata, si trovano in condizione di percepire i problemi del paziente, potendoli aiutare più con l’intento e l’intuizione, che non con l’effettiva manipolazione.
Michael, così si chiama, pone le sue mani sotto le mie scapole, come é solito fare all’inizio della nostra seduta.
Lui ha sviluppato questa abilità quasi incredibile, se sottoposta alla lente della razionalità.
Michael riesce ad interagire con il mio sistema nervoso simpatico e parasimpatico, trasmettendo loro un semplice messaggio: la tranquillità. Serve a poco dire che il suo aiuto mi permette di rilassare l’intera muscolatura e rilasciare le tensioni profonde che tendo a sviluppare in alcuni punti del mio corpo. Nel fare questo però, la pratica di rilasciare, mi induce spesso al contempo immagini, suoni ed emozioni.
Vedo. Con gli occhi della mente. Io e Salvatore ci stringiamo la mano. Attraverso quel gesto sto ricollocando l’ultima tessera di un puzzle che mi appartiene, e che non avevo ancora terminato, nel luogo che le spetta. Completandolo.
Forse sono davvero pronto per ricominciare a scrivere come Daria mi ha suggerito.
Forse ho già cominciato e un giorno poco distante, questi articoli sparsi, saranno rielaborati ed uniti in un volumetto dal titolo:
“Testi per l’Anima. O di quando scoprii il Filo D’Argento.”
Con le parole si può andare ovunque. O meglio, si può andare quasi ovunque.
Come direbbe Salvatore, alcuni luoghi sono ben oltre qualsiasi possibile descrizione.
Con la fantasia però, l’immaginazione unita al sentire, possiamo davvero varcare le soglie del sovrannaturale.
* * *
Dopo una serata intensa, mi accorgo di come non sia per nulla facile mettere in pratica questo esercizio del testimone. La macchina biologica ha di nuovo avuto la meglio, seguendo il “naturale” andamento di causa-effetto, azione-reazione.
Sono solo, quando invece dovrei essere in compagnia.
Qualcosa é andato storto. Anzi, qualsiasi cosa é andata nella direzione opposta. Perché?
Mi torna in mente il racconto di un marinaio conosciuto qualche anno prima, e di quando, navigando con una piccola imbarcazione, si era trovato nel bel mezzo della tempesta. Mare in burrasca, onde altissime, pioggia a dirotto, tuoni e fulmini, ma qualcosa accadde. Ad un certo punto, in tutto quel frastuono, il marinaio non sentì più niente. Una pace ed un silenzio totale lo immergevano.
Il suo testimone era intervenuto.
È proprio nei momenti più complessi che possiamo percepire la profondità di una pace che va oltre l’umano.
Ed é così che mi sento ora.
La stessa sensazione che ho provato quando mio padre mi ha chiamato per dirmi che la mia cara nonnina ci aveva abbandonato.
Per una frazione di secondo, prima che tutto l’umano e il vissuto mi investisse. Prima di sentire tutta la tristezza e la devastazione emozionale per la sua perdita. Prima di tutto ciò, per un’istante, ho sentito una gioia profondissima nei suoi confronti. Al di là del razionale. Felice nel sentire che lei aveva raggiunto la pace.
Mi siedo e mi accorgo che dall’altra parte della strada c’è una di queste pietre runiche. La simbologia serpentiforme stavolta però non é rimarcata da una croce, ma da una bellissima lira. Penso alla sua costellazione e alla luminosissima Vega.
Alcuni di noi vengono da lì.
Il campanile della chiesa comincia a suonare.
Le sincronicità, gli accadimenti, le reazioni della bio-macchina. Tutto sembra sfumare. Allontanarsi.
Passeggio ed un quadro sembra osservarmi. Una bellissima ninfa, la regina della foresta, mi guarda con occhi profondi.
Un cervo incrocia la mia strada.
Arrivo al punto panoramico.
Il Sole sta sorgendo e squarcia il buio e la coltre di nubi che coprono Stoccolma ed i suoi bellissimi palazzi tra i canali.
Le luci calde artificiali illuminano l’intera città, creando un meraviglioso contrasto con il cielo e i primi bagliori di Sole.
I riflessi dell’acqua, le navi attraccate, le punte dei campanili.
Dovrebbe essere una notte da dimenticare ed invece, il testimone é vivo, presente.
Lui non conosce l’alternarsi degli eventi.
Non conosce l’alternarsi delle emozioni.
Vincere. Perdere.
Sono vuoti di senso.
Una pace profondissima ed altissima é lì.
La Bellezza Estetica del momento la richiama.
L’Anima pulsa.
Eterna.
Vive.