Gli anziani membri delle antiche tribù, i custodi di preziosi e sacri misteri, parlano spesso dell’amore immenso che vi è tra la terra e il cielo. Di questo continuo e meraviglioso scambio d’amore che crea il ciclico rinnovarsi dell’esistenza. Raccontano che noi, come tutte le altre creature, siamo figli di questo unico amore. E insistono a raccontarlo affinché chi ascolta, possa cominciare a ricordarlo.
Il nostro è un viaggio d’amore verso l’amore.
Un viaggio che la maggior parte delle volte potrebbe iniziare dalla separazione, dal sentirsi lontani da qualsiasi forma di unione e distanti dalla propria fonte e dal proprio universo interiori. Lacerati all’interno, divisi a metà e quindi in cerca di una qualunque metà-meta che possa colmare quel vuoto, quella distanza, quel pezzo che manca.
Se l’amore che cerchiamo viene associato ad una mancanza, l’amore che troveremo non sarà mai abbastanza.
L’amore cosmico nasce da una danza, da un innamoramento mutevole e immanente tra due forze opposte eppure complementari. Quelle stesse forze che si cercano e si amano, sono dentro ognuno di noi, sono dentro ogni uomo e ogni donna e bramano la danza, il perdono e l’incontro.
Sono la nostra Sposa e il nostro Sposo interiori. Sono il femminile e il maschile che abitano all’interno di noi, sono i due principi all’origine del nulla e di ogni cosa manifesta.
Non dovremmo identificare nessun uomo in quel nostro Sposo interiore, come nessuna donna in quella nostra Sposa interiore e non dovremmo identificarci né nella Sposa né nello Sposo ma nel loro imprescindibile amore.
Noi siamo la loro Unione, la loro Danza, la loro Creazione e Manifestazione.
Quando una Donna, ad esempio, comincia la propria ricerca verso la Dea, è verso quel principio femminino che volge lo sguardo, spostando la sua attenzione sulla Sposa; allora inizia ad accordarsi ai cicli della Luna e a quelli del Grembo, accarezza le proprie energie creative e distruttive, si fa nera e piena secondo un ritmo mistico e terreno. Riconosce la Luna dentro e tutto intorno a sé ed è qualcosa di meraviglioso e rivoluzionario ma la Luna, da sola, non basta. Poiché Ella ha bisogno del Sole: senza di Esso le sue immersioni e riemersioni nella e dall’oscurità non potrebbero essere viste dalla Terra, non potrebbero essere manifestate. Così nella Donna, le energie creative e distruttive della Dea, si esplicherebbero solo attraverso un ciclo interno che senza la forza e l’impeto delle energie costruttive ed esteriori del Dio, imploderebbero senza mai incontrare ed aprirsi nel mondo esterno.
Il Sole, con la sua luce, rende visibile e reale il divenire della Luna in Morte/Oscura e poi Tonda e Piena illuminandola di nuova Luce così che la sua bellezza, in tutte le sue fasi, possa essere vista dalla Terra. La Luna attraverso il Sole va incontro alla Vita.
E, allo stesso modo, la Luna veglia e accompagna il Sole nella sua rigenerazione, Ella lo nutre ma prima ancora, nelle Tenebre, lo conduce per tramontare nelle acque del Grembo o nelle viscere della Terra. Egli si abbandona, anziano, per rinascere bambino ogni singolo giorno e, ogni singola notte, pur dimenticandosi la certezza della rinascita, lo stesso trova il coraggio di offrirsi all’Oscurità perché guidato dalla saggezza e accarezzato dalla promessa della Luna.
Il Sole attraverso la Luna va incontro alla Morte.
Così, dentro di noi, la nostra Luna è illuminata dal Sole e il nostro Sole, che allo stesso modo, va riconosciuto e onorato, è nutrito dalla Luna.
Il femminile sta preparando la terra così da renderla feconda per accogliere il seme dorato del maschile, dopo secoli di battaglie e di aridità, di guerra fra queste due energie, per cui in noi e fuori di noi, risultano squilibrate, arrabbiate, stanche, portate allo stremo, deboli o troppo esaltate.
E’ la Sposa che si riconosce Regina che custodisce la visione di un Regno ed è allo Sposo che svela il segreto di questa visione, così che Egli possa cominciare a costruire e a riconoscersi Re e Cavaliere, compagno e difensore della Verità e dell’Amore.
Senza la Visione della Dea, il Dio, non sa al servizio di chi e di cosa mettere la propria Presenza.
Senza la Presenza del Dio, la Dea, non sa al servizio di chi e di cosa, mettere la propria Visione.
In ogni donna e in ogni uomo ci sono una Sposa ed uno Sposo che chiedono di essere riconosciuti, onorati, amati, perdonati, guariti, liberati, espressi, manifestati.
Shiva, il Dio, il Fuoco, il principio Maschile ha iniziato a piangere le sue lacrime d’amore e di commozione, è stato sfruttato, non guidato, esaltato, martoriato diventando sotto certi aspetti sporco, magro, malconcio, codardo e sotto altri arrogante, brutale, violento, devastante.
Ma oggi Shakti, la Dea, l’Acqua, il principio Femminile si è risvegliata, come una lupa ha cominciato a leccarsi le ferite nel buio della grotta, a riprendersi il coraggio e la dignità, a connettersi con la Madre per accogliere negli occhi del Grembo le sue visioni.
La Terra intera e tutte le antiche Madri la sostengono, le donano la loro saggezza, la loro potenza affinché possa perdonare se stessa e il proprio Sposo. La Dea sta imparando pian piano a diventare Oscura, scendere nelle Tenebre per rigenerarsi ascoltando il Sacro canto de ‘La Loba’, per Lei canta la Loba così è Lei che, a sua volta, canta per il Dio, per guarirlo, nutrirlo, rigenerarlo.
Attraverso la terra troviamo l’amore per riunirci in cerchi e cantare (cantare vuol dire perdonare, pregare, amare, guarire) per il femminile e attraverso il femminile, troviamo l’impulso di riunirci in cerchi e cantare per il maschile, tutto l’universo ci guarda e ci sostiene in questo grande atto di umiltà e di coraggio, che conduce in un luogo fuori dal tempo, in uno spazio eterno e denso in cui avviene l’incontro che conduce alla Sacra Unione, nel centro del nostro Cuore.
Silenzio mio sposo feroce:
canta, la tua sposa atroce.
Oscure forze percuotono la terra
è il momento che tu non le rinneghi,
ma che le senta.
Che delle illusioni della forma
ti spogli e di ceneri ti vesta.
Ascolta: da quando la tua danza nell’impermanenza
è diventata spietata lotta, per la sopravvivenza?
Da quando, la ricerca di Dio per mezzo dell’ordine e della precisione
è diventata affermazione dell’Io attraverso la sopraffazione?
Da quando, la tua fertile Luce di costruzione è divenuta sterile imposizione?
Da quando, il tuo percepirti Uno invece di portare all’unione ha creato divisione?
Da quanto sei rigido e fermo, nella prigione violenta del tuo stesso terrore?
Non basterà la distorsione del tuo impeto guerriero
a sottomettere il mondo intero.
Non basterà sottomettere il mondo intero
per sentirti al sicuro, in terra e nemmeno in cielo.
Silenzio mio sposo feroce.
Immobile, accarezzati.
Immobile, perdonati.
Già le acque inondano le tue guance
i fiumi straripano dai tuoi occhi
le sorgenti dissetano la tua pelle.
Il mio sguardo è sul tuo volto,
il tuo respiro è nel mio ventre
separati, non siamo niente.
Nell’eterno sole della tua mistica essenza, torna,
radicati, assorbi la paura, assorbi l’allucinazione.
Afferma la tua volontà
e ti riconoscerai il potere di trasformare
il caos in ordine,
uscendo fuori dal terrore,
danzerai l’impermanenza con amore.
E’ il tuo turno, è il tuo momento.
Credo in Te, mio amato,
mostrami la danza dell’Io,
e in Me osserva quella del Sono.
Perché nell’Io Sono giace la sacra danza della Fiamma
che Brilla nell’Oscuro Vuoto della Creazione.
Silenzio, mio sposo feroce
chiudi gli occhi,
piangi
respira.
Torna alla Vita.
Insieme a Te risorgo dalle Tenebre
insieme a Me risorgi dalla Luce.