Io sono la bellezza

Camilla ViscusiArticoli, RiflessioniLascia un Commento

“Era stato l’insieme dello sguardo innocente di quel lupo con l’espressione serena della cerva, che sembrava addormentata, a sconvolgermi. Non c’era alcuna malvagità in quella scena; sembrava quasi un gioco infantile, eppure spiegava tutto: era la quintessenza della selvaticità. Una vera e propria epifania ecologica. La vita che nasce dalla morte”. Bruno D’Amicis (Autore dell’immagine sopra).

IO SONO LA BELLEZZA, SUBLIME E LEGGERA.
IO SONO LA BELLEZZA, TREMENDA E DENSA.

L’amore. In poesia viene descritto, cantato in infiniti modi però certo poi viverselo nella carne è tutta un’altra storia, subentrano paure, insicurezze, sensi di colpa, di vergogna…tante cose. E’ un qualcosa di troppo bello e la Bellezza spaventa, la Bellezza è un mistero, è ambigua. Forse ne possiamo parlare, ci possiamo avvicinare ma non la conosciamo perché non riusciamo a viverla pienamente, nel qui e ora, a comprenderla dentro e fuori di noi. E’ troppo, ha il potere di trapassare la maggior parte delle nostre difese in un colpo solo, di mettere in discussione tutto ciò che più ci riguarda.

Possiamo guardare una fotografia raffigurante una scena atroce, come potrebbe essere quella in cui un lupo tiene tra le fauci la testa mozzata di una cerva e cogliere una Bellezza imponente che divora la sofferenza o la tristezza legata al fatto in sé e che invece si aggancia a qualcosa di più alto, di diverso che non possiamo capire. Che non rientra nel giusto o sbagliato. E se già questo ci spiazza, se già questo sovverte un meccanismo immaginiamo che effetto potrebbe farci anche il solo ipotizzare, che la stessa cosa potrebbe accadere nelle nostre vite.

Ipotizzare di poter scegliere di riuscire a cogliere la Bellezza ovunque, il che non vuol dire non soffrire, o generare sofferenza, ma cogliere l’aspetto Sacro di ciò che sta accadendo, perché ci concediamo di farne parte completamente, e andiamo oltre l’educazione che ci hanno dato, per agganciarci a una parte selvaggia e profonda di noi stessi, che è collegata e in armonia con il Tutto.

Ma come ho detto prima, è troppo.

Allora l’abbiamo divisa, la bellezza, giudicando quella eterica, sublime (che trascende il corpo) “pura” e quella terrena, densa (che è parte del corpo) “impura”.

E così noi sulla terra ancora non abbiamo capito come si vive. Non ci sentiamo liberi di esprimerci. Però siamo pronti ad andare a vivere su Marte o sulla Luna! Quando qui sulla Terra è tutto ancora da scoprire, niente è scontato e la Bellezza è una delle chiavi che servono per aprire le infinite Porte che abbiamo davanti agli occhi e che ancora ci rifiutiamo di vedere.

Va bene andare oltre la carne, sperimentare energie e Bellezze più sottili, senza però dimenticarci di scegliere di essere belli qui e ora, GODERE, senza vergogna o senso di colpa. Perché la bellezza è alta così come è bassa, è luce e ombra è divina come terrena e noi, come esseri umani, non possiamo sottrarci né all’una e né all’altra: prima o poi le incarneremo entrambe.

E intanto Lei ci chiama, Lei sussurra:

Fidati di me, mia amata
lascia che il sangue diventi frizzante.
Dal fremere del corpo non allontanare la pelle
resta intera e scuoti la calma atmosfera.

Vieni in me, fidati di me.
Io, non so
io, conosco.

Io sono vita coperta di argilla
e chiedo il tuo nome
per amalgamare il sapore.

Io sono la Bellezza
sublime e leggera
quando il cielo ti guarda.
Io sono la Bellezza
tremenda e densa
quando la terra ti vuole.

Luce negli occhi, sole nel cuore
non brucia niente ma tutto scotta.
E tu, tu atterra,
colora il piacere, grida, la gioia!

Alain-Laboile.

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