La vita va celebrata!

Emanuela ArmandoArticoli, SciamanesimoLascia un Commento

Ho avuto il piacere di conoscere Angaangaq, lo sciamano eschimese, al Cerchio della Vita (Circle of life) tenutosi a Modena alcuni anni fa. Era il mio compleanno.

Un paio di mesi prima una amica mi aveva proposto di andare a questo evento (che consiglio a tutti, si tiene ogni anno in diverse città del mondo) per festeggiare e venire a contatto con personaggi straordinari.

Inizialmente non ero molto convinta di spostarmi, la mia mente non era libera da pensieri e il mio stato d’animo era piuttosto irrequieto, ma passare il compleanno in un modo alternativo era un’idea che mi allettava.

Il giorno del mio compleanno ho conosciuto una di queste persone straordinarie, era Angaangaq ed ho assistito alla sua cerimonia di accoglienza e di saluto per tutti e per la Terra. E’ stato molto emozionante e tutti i presenti hanno accolto con entusiasmo il calore e la positività scaturita da questo uomo che viene dai ghiacci.

Il ricordo della sua cerimonia è rimasto nel mio cuore, nella mia mente e nelle mie orecchie… Sì, Angaangaq ha cantato per noi, emanando delle vibrazioni intense e molto confortanti. E’ stato davvero un bel regalo di compleanno!

Per questo motivo quando ho avuto modo di leggere il suo libro ero davvero entusiasta. Un libro facile da leggere, come facile è stato rapportarsi al suo autore e comprenderne il messaggio.

Il titolo descrive lo scopo del libro: lo sciamano vuole esortarci, soprattutto noi occidentali, a sciogliere il ghiaccio nei nostri cuori.
Per me, che ho avuto la fortuna di vivere l’emozionante esperienza della sua cerimonia, è facile capire il suo messaggio perché lo collego subito ai suoni dei suoi tamburi e della sua voce, alla sua vibrazione e al suo sguardo deciso, ai gesti densi di tradizioni e di amore per la natura (consiglio di vedere qualche video su YouTube).

Il testo è schietto e diretto a tutti: sciogliere il ghiaccio nel nostro cuore è necessario per recuperare noi stessi, il nostro spirito e la nostra anima; ma come poterlo fare?
Lo sciamano ci da una serie di indicazioni.

Il ghiaccio in noi si scioglie ascoltando veramente noi stessi, gli altri, tutti gli abitanti della Terra e la Terra stessa. Ascoltare veramente è una pratica, ci dice, che si può re-imparare perché la maggior parte di noi purtroppo l’ha dimenticata a causa della frenesia della vita di ogni giorno. Anche se non è semplice poter ascoltare tutto ciò che sta intorno a noi e dentro di noi, Angaangaq ci suggerisce di usare la preghiera.

La preghiera non è intesa come preghiera religiosa ma personale. Il giorno della cerimonia di Angaangaq con i suoi tamburi si pregava. Ogni movimento, ogni suono e ogni vibrazione che veniva emessa era una parola di una lunghissima preghiera che lo sciamano ha iniziato chissà quanti anni fa ormai e che ogni giorno ripete di fronte ai suoi cari, a estranei e al mondo. Questa è la sua preghiera e tutti possono avere la possibilità di farne parte. La vibrazione emessa dai suoi tamburi e dalla sua voce è un’invocazione che celebra il piacere di vivere ed elimina ogni insicurezza a riguardo.

All’inizio del libro si trova subito un’invocazione di buon auspicio, uno strumento importante, una preghiera, A Call To Pray, in inglese con la relativa traduzione, che può venire usata da tutti per potersi collegare con la Terra. Naturalmente non dobbiamo per forza usare questa preghiera, si può usare la preghiera a cui si è più legati, che può essere una preghiera religiosa, una poesia, un racconto, una canzone o una storia.

Ogni elemento che sentiamo nostro, ogni tradizione che portiamo con noi diventa una preghiera a noi stessi a alla nostra Chiesa personale. Ognuno di noi ha le proprie tradizioni e le proprie storie e queste possono diventare la nostra preghiera per poterci collegare alla Terra. Il collegamento permette ad ognuno di ritrovare la strada per arrivare alla propria Casa interiore. Tutti quanti infatti portiamo dentro di noi la nostra Casa e la nostra Chiesa, ma pochi sono in grado di percepirle e di arrivarci facilmente.

Sciogliere il ghiaccio dai nostri cuori è necessario per trovare la strada di Casa e Angaangaq ci sprona a cercare questa strada, introducendo la figura dello sciamano. La figura dello sciamano, che in determinati contesti è anche stata screditata o resa “pittoresca”, viene qui descritta in modo nuovo, concreto e preciso. Lo sciamano è colui che ha potuto esplorare i tre mondi e che può diventare una guida per gli altri. Tuttavia non può percorrere la strada al posto nostro ma può dare indicazioni affinché tutti possiamo diventare sciamani. Lo sciamano utilizza cerimoniali personali, preghiere e sue tradizioni per ringraziare ogni giorno della propria vita e il pianeta che lo ospita.

La vita va celebrata!
Celebrare la nostra vita è importantissimo perché la vita è un’esperienza gioiosa e di conseguenza va vissuta con amore. La vita merita di essere celebrata nel modo che più riteniamo adatto a noi, che sia con un canto, con una passeggiata nei boschi o con la preparazione di un cibo particolare, va sempre celebrata. L’autore descrive il modo di celebrare che ha il suo popolo e descrive se stesso come sciamano grazie a episodi biografici, che ci permettono di chiarire sia il suo percorso personale, conferendogli anche una certa umanità, sia di comprendere come ognuno dovrebbe diventare sciamano di se stesso.

A questo proposito nell’ultima parte il libro contiene un colloquio tra lo sciamano Angaangaq e Christoph Quarch che, in veste di intervistatore, fa spiegare allo sciamano il suo percorso, dall’adolescenza alla sua missione nel mondo. Questa modalità di descrizione è molto interessante, mostrando la figura dello sciamano come un uomo che si racconta. Ognuno di noi ha un percorso, in virtù di questo percorso Angaangaq descrive tutta una serie di pratiche che un tempo venivano eseguite anche in occidente, ma che noi abbiamo dimenticato.  Queste pratiche, molte di queste, le attuiamo senza una vera coscienza durante la nostra vita, altre le abbiamo invece dimenticate, per questo ci viene suggerito di recuperarle con maggior consapevolezza.

Ad esempio celebrare il compleanno viene visto come una festa in cui si fanno dei regali a chi compie gli anni, invece è un passaggio fondamentale della vita di una persona che si ripete costante e che dovrebbe venire reso con maggiore consapevolezza, al di là dei doni. Le feste di compleanno che abbiamo trasformato in un semplice momento di incontro per fare dei doni, dovrebbero venire celebrati come passaggio alle diverse età della vita con tutte le caratteristiche positive che si portano dietro. I regali che spesso per noi sono solo oggetti, sono importanti per il popolo del Nord, ma per Angaangaq il regalo ha un potere e a volte è come una medicina perché può conferire questo potere. Il concetto dell’oggetto che dona potere è molto bello. Una piuma, una foglia ogni elemento che diventa dono, conferisce alla persona una caratteristica e le ricorda che ha in se questo potere che può esprimere.

Nel libro vengono descritte molte pratiche che partono dalla tradizione del popolo di Angaangaq. Queste descrizioni ci permettono di entrare nel suo mondo e di capire un punto di vista diverso, interessante e formativo. L’idea di chi vive in luoghi spesso molto inospitali a causa del clima, di come questi si siano adattati e di come noi abbiamo perso il contatto con il nostro mondo e con la Terra, ci fa riflettere sulla quotidianità e sulla superficialità di alcuni gesti che compiamo che invece sono stati, in passato, ricchi di significato anche per noi e che sarebbe bello poterli recuperare per sentirci parte della Terra in cui viviamo.

La Terra infatti è un organismo vivo, il cui suono è quello del cuore pulsante. Il cuore della Terra e il suo eco sono il battito del nostro cuore, che viene riprodotto nelle cerimonie di Angaangaq con i suoi tamburi. La cerimonia di Angaangaq permette di riallineare la nostra vibrazione con quella della madre Terra.

E’ proprio il parallelismo, tra noi e la Natura e tra noi occidentali e le popolazioni del Nord che ancora riescono a mantenere le loro tradizioni, che ci fa comprendere chi potremmo realmente essere e il nostro ruolo dimenticato.

Una visione alternativa della vita, con la nascita, la crescita, la sessualità e la morte, ci permette di capire come le nostre giornate invece di essere benedette e celebrate, molto spesso risultano sterili e frustranti.

Angaangaq con le sue parole guida i nostri passi verso un cambiamento personale che può effettivamente sciogliere il ghiaccio in questi nostri cuori che ancora non sono uniti in un unico suono.

Allora, celebriamo la nostra vita poiché merita di essere celebrata!

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