I rapporti personali sono sempre complicati. Chi ritiene siano facili e afferma di andare d’accordo con tutti probabilmente ha solo rapporti superficiali e inconsistenti.
Cercare di andare oltre le apparenze, di scalfire la crosta protettiva che avvolge le persone è una vera impresa, e spesso porta alla brusca conclusione di una relazione.
Sincerità e fiducia che sono alla base di un rapporto autentico spesso sono viste con diffidenza e evitate, a favore di una falsa diplomazia in cui parola e pensiero non coincidono.
Leggere questo libro, Padroneggia le tue relazioni, è stato consolatorio. Ho ritrovato nelle pagine esortazioni a comportarsi nel modo in cui già sentivo, l’invito a perseverare perché non era sbagliato.
“Non siamo realmente vicini agli altri se il nostro rapporto è improntato a un perenne ottimismo di facciata. Sono le difficoltà, il dolore, la tristezza e la sofferenza a rinsaldare i legami” dice Il libro della gioia del Dalai Lama e di Desmond Tutu. Non certo la sofferenza esposta e scaricata su chiunque, propria delle persone che non sono mai contente, ma quella vissuta con dignità e raccontata come apertura, come scambio di esperienze che avvicinano.
Lo diceva già il Manzoni nei Promessi sposi, quando Renzo torna al paese e ritrova l’amico di un tempo: “E, dopo un’assenza di forse due anni, si trovarono a un tratto molto più amici di quello che avesser mai saputo d’essere nel tempo che si vedevano quasi ogni giorno; perché all’uno e all’altro eran toccate di quelle cose che fanno conoscere che balsamo sia all’animo la benevolenza; tanto quella che si sente, quanto quella che si trova negli altri.”
Nascondersi dietro a un sipario, dire sempre che va bene, è quello che facciamo con quasi tutte le persone. Farsi conoscere davvero, raccontare gioie e dolori, è qualcosa che ha a che fare con comunicazione e fiducia. Certo è rischioso, perché troppa gente, per invidia e rancore, gode delle disgrazie degli altri e non è capace di gioire delle fortune altrui. E se ottiene fortuna e successo ne è gelosa perché non è contenta di quello che ha raggiunto ma solo di quello che ha più degli altri.
Bisognerebbe essere disponibili a rischiare, dare il beneficio del dubbio, considerare sempre l’ipotesi più favorevole finché non viene dimostrato il contrario. Un’esperienza di questo tipo si trasformerà più facilmente in fiducia, se non nelle persone che l’hanno tradita quantomeno in se stessi per averci provato.
Anche i momenti di discordia sono occasioni per approfondire le relazioni. Non si conosce davvero una persona fino a quando non si affronta un contrasto. Molte relazioni finiscono al primo dissidio: le persone si fanno prendere dalla rabbia e dal rancore e chiudono i rapporti, incapaci di provare empatia e di cercare una sintonia.
Alcuni riducono le relazioni solo a livelli concreti, pratici, e basano il loro schema di comunicazione sulle formalità, come se apparire educati fosse la cosa più importante. Non basta avere un pensiero per tutti, deve essere frutto di genuina attenzione, non di formalità. Altrimenti è solo rispetto ipocrita, per convenienza, paura o quieto vivere.
Nel libro, Giancarlo Tarozzi dice che conviene sempre dire la verità, almeno a se stessi, e allora “scopri e sperimenti che le reazioni degli altri non sono più tua responsabilità ma un loro problema; ecco che tutte le vittime che per anni ti hanno manipolato con sensi di colpa e giudizi perdono completamente potere su di te”.
In pratica bisognerebbe essere onesti e disponibili ma non farsi manipolare da chi crede che lealtà, tolleranza e pazienza siano debolezze e cerca di sfruttarle a proprio vantaggio.
Molte relazioni sono relazioni di interesse e spesso si trasformano in rapporti tossici. Non dovremmo farci condizionare dalle persone che ci sputano addosso, o ancora peggio dietro le spalle, veleno, invidie, gelosie, rancori.
Non hanno senso relazioni con chi ci considera solo “accessori”, da usare quando fa comodo e poi gettare. Dovremmo invece cercare di coltivare rapporti profondi con le persone, anche se poche, che ci ritengono importanti e insostituibili.
È vero che alcune relazioni ci sono imposte, per esempio non possiamo scegliere i parenti, la famiglia da cui proveniamo. E anche nel lavoro spesso le interazioni sono costrette. Ma nelle relazioni affettive, amicizia e amore, possiamo selezionare i rapporti con un margine molto più ampio. In amore forse è più facile perché gli intenti sono più chiari e definiti, l’amicizia invece resta in ogni caso un concetto sfuggente.
Spesso vengono chiamati “amici” quelli che non sono altro che semplici conoscenti, ed è quasi sempre così per chi dice di avere tanti amici, che spesso vanno e vengono.
Non dovremmo accontentarci di tante relazioni brevi, o anche di vecchia data ma comunque superficiali, “da cui fuggire al primo segno di disagio o di insoddisfazione”. Eppure per tanti è così, causa forse anche la società del consumismo, il mordi e fuggi perfino nelle relazioni. O forse anche perché le relazioni vengono percepite come qualcosa di minaccioso da cui difendersi.
Leggere Padroneggia le tue relazioni può essere utile per fermarsi a riflettere sui rapporti interpersonali, per riconsiderare il modo in cui avvengono le interazioni, per migliorare la comprensione e la soddisfazione che ne possiamo avere.
2 Commenti su “Se non vuoi essere un accessorio”
“In pratica bisognerebbe essere onesti e disponibili ma non farsi manipolare da chi crede che lealtà, tolleranza e pazienza siano debolezze e cerca di sfruttarle a proprio vantaggio.”
Questa frase dovrei incorniciarmela nel cuore, assieme a uno dei miei motti, che ho letto altrove: “Chiedere scusa senza cambiare significa manipolare”. Sembra molto interessante questo libro. Mi segno il titolo!
Grazie Romina, hai centrato il punto, come sempre!