Sorridi…

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“La vita è come uno specchio, possiamo ottenere i risultati migliori quando abbiamo sorriso…”

Ho letto questa frase su un muro fuori dall’ospedale, un giorno in cui sono andata a ritirare un referto medico.
Quanto sono semplici e, nello stesso tempo, vere queste poche parole.

Il cielo è nuvoloso e grigio. Le persone camminano di fretta assorte nei loro pensieri o in interminabili, ed a volte inutili, conversazioni al telefonino. Non si accorgono di avere un dono prezioso: la salute e la vita.

Come sapete, miei cari lettori, io ho affrontato una lunga e pesante malattia, da questo “tunnel” non ne sono ancora uscita. Oggi ho con me il dischetto ed il referto della risonanza magnetica. Sto camminando con le mie gambe senza l’ausilio del bastone. Attraverso un parco un po’ triste perchè è febbraio. Le piante mostrano le loro braccia spoglie protese verso il cielo, l’erba è marroncina, secca e non si intravedono fiorellini. La fontana è chiusa e quello zampillare d’acqua così ricercato nelle calde ore d’estate non c’è. Anche le grida dei bambini che rincorrono il pallone o il cigolare delle altalene non ci sono. Eppure, io, sono felice, sono semplicemente, ingenuamente felice. E sorrido, sorrido, sorrido.

Fa freddo e di rinchiudermi in un rumoroso bar proprio non ne ho voglia. Ci entro solo per ordinare un panino caldo ed una bottiglietta d’acqua. Poi ritorno al parco a consumare il mio pranzo. Nella panchina un po’ più in là c’è seduto un extracomunitario. La sua faccia è triste, porge fazzoletti di carta e accendini ai passanti che sono frettolosi e non lo degnano neppure di uno sguardo. Io gli sorrido, non ho molto denaro con me, rientro al bar ed ordino un cappuccio d’asporto ed una brioches. Poi li porto a quell’uomo.

Un uomo, sì, un uomo c’è dietro a quella faccia triste, di un uomo sono quelle mani che si tendono verso le persone. Un extracomunitario per molti, un uomo per me. Un mio fratello, lui solo e al freddo in questo parco, io sorridente per il regalo di un giorno in più di vita. Cerco di trasmettergli amore e solidarietà. Lui, accetta il cappuccino e sorride, mostrandomi i suoi denti bianchissimi. Poi mi racconta un pezzo di storia della sua vita ed io lo ascolto. Lo ascolto con il cuore e la sua pelle, pur essendo sempre nera, si illumina. Due esseri umani stanno condividendo un frammento di vita.

Rallentare, fermare, ascoltare, amare, sorridere sono le cinque azioni piacevolmente compiute da me oggi.

Provate: rallentate, fermatevi, ascoltate, amate, sorridete… cosa vi regalerà la vita oggi?

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