Spiritualità nel 2000

donato torreggianiArticoli, RiflessioniLascia un Commento

A differenza di ciò che ad ognuno di noi pare logico pensare, ovvero di essere persone sufficientemente evolute ed autodeterminanti, in realtà, per chi li sa vedere, coesistono dentro di noi molti tratti che non denotano dei segni distintivi, ma un conflitto tra diverse parti che lottano per prendere il sopravvento a seconda della situazione che stiamo vivendo.

Come se non fossimo una cosa sola, o integra, e non è difficile riconoscerlo quando notiamo che in alcune circostanze della vita è l’insicurezza a prendere il sopravvento, mentre in altre situazioni analoghe manifestiamo tutto il contrario, come ad esempio avviene nel relazionarsi con gli altri.

Per questo motivo a volte siamo più disponibili verso la vita, mentre in altre situazioni esplodiamo di gelosia e tendiamo a prevaricare manifestando ottusità, seguendo un turbinio di emozioni senza batter ciglio che prima ci solleva e poi ci schiaccia, trovando la cosa normale e spontanea, senza mai porsi nel dubbio di comprendere il ripetersi di certi schemi.

La vita è qualcosa che raramente dipende da noi. È una sorta di lotta che induce a destreggiarsi non tanto sulla base di ciò che desideriamo, quanto sugli effetti che particolari coincidenze manifestandosi producono su di noi.

Quanto c’è di caratteriale nel condividere e donarsi quando le cose girano bene, o nell’essere ottusamente egoisti quando contrariamente tutto ci rema contro?

È sicuramente molto più facile osservarlo negli altri, ma dobbiamo ricordarci che anche noi possiamo fungere da esempio per loro, per cui è implicito riconoscere che in ognuno di noi coesistono diversi aspetti, che in barba al principio di autodeterminazione, tendono a manifestarsi e a prendere il sopravvento a seconda delle circostanze.

È inutile per non dire infantile continuare a giustificare tutto ciò, attribuendo al fato e al destino la responsabilità di quello che avviene fuori e dentro di noi, ma la mia accezione non vuole propendere al pessimismo, poiché le circostanze portano in evidenza anche tratti onorevoli della nostra individualità.

Fatto sta che se diverse e più cose ci caratterizzano, dobbiamo iniziare ad ammetterlo senza incolparci, cercando quotidianamente di osservare quando e quale parte di noi sotto-intende in quel momento, e qualora fosse
necessario, dobbiamo avere la forza ed il coraggio di prendere una posizione più consapevole in merito a ciò che stiamo vivendo.

Quante volte senza muovere un dito ci siamo sentiti in lotta tra l’istinto e i principi morali, in conflitto tra i sensi fisici e il sentimento di talune esperienze, lasciando che fossero gli eventi casuali a determinare anche le nostre reazioni interiori?

Voglio ma non posso, dovrei ma non riesco, lo capisco ma ho paura, fortunato te, sono fatto così, e ahimè purtroppo l’erba del vicino è sempre più verde. Sono davvero tante le cose che fanno parte di noi, e non serve avere una laurea per riuscire a distinguerle almeno in due gruppi primari, ovvero quegli aspetti che concorrono alla formazione della nostra personalità umana, ed altri che invece andranno a costituire la nostra
individualità più profonda e spirituale.

Ed è solo la vita, intesa come il verificarsi di certe coincidenze a farci propendere verso i tratti della personalità più o meno nobili, o verso quei tratti riconducibili alla nostra individualità spirituale più o meno evoluta. In questo senso la vita è proprio quel terreno prezioso in cui coltivare le qualità di entrambe le parti, le quali non debbono necessariamente prevaricare l’una sull’altra, quando attraverso una mediazione consapevole possono invece sovrapporsi e rendere molto più complete ed intense le nostre esperienze.

Ma non basta negare e reprimere i propri istinti perché non ci renderà certo migliori di nessun’altro, almeno fino a che continuiamo ad evitare di prendere una posizione nella vita per timore, per convenienza o per finto moralismo: continueremo a soffrire senza renderci conto che certe decisioni sono invece tappe fondamentali per la nostra evoluzione.

Prestiamo quindi più attenzione agli istinti poiché potrebbero essi stessi divenire un limite, proprio come certi sentimenti che da un’intuizione si trasformano nella più ingenua delle illusioni.

Il punto di incontro tra la personalità e la profondità di un essere risiede nei valori terreni e spirituali che egli può coltivare solo grazie agli stimoli che
riceve, divenendo a sua volta uno stimolo per tutti gli altri. Con ciò, si rende evidente che oltre alla propria evoluzione, ogni uomo partecipa all’evoluzione di una società intera quando prende delle posizioni, andando a concorrere con le sue scelte al verificarsi di tutte quelle coincidenze sopra menzionate, che faranno propendere l’intera società verso i tratti della personalità più o meno nobile o di una spiritualità più o meno evoluta.

A prima vista potrà forse apparire eccessivo da considerare, ma alla luce di quanto esposto, non si può escludere il nostro coinvolgimento dall’odierna situazione sociale che stiamo vivendo. Invero, la significativa mancanza di valori ha reso la nostra società passiva e manipolabile, facendola propendere verso i tratti più bassi della personalità umana, le cui ragioni meriterebbero un serio approfondimento della storia degli ultimi settant’anni di cui non mancherò.

Ciò nonostante, quello che in questo momento si sta consumando è prima di tutto il risultato di una mancanza verso noi stessi, verso quell’unità di valori che crediamo di essere e che invece si rivela nelle sue mille sfaccettature.

Ora, completamente smarriti non sappiamo più nemmeno quale delle tante facce sia meglio da utilizzare per affermarsi, e non sappiamo più a quale santo votarci per mancanza di stimoli, ma non è la prima volta che come umanità sprofondiamo nel baratro: è proprio nel baratro che ci accorgiamo delle nostre mancanze e dell’importanza di riscoprire i valori spirituali.

Sapete come si dice: chi non conosce la propria storia è condannato a ripeterla.

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