Tale era l’esortazione fatta da Ulisse ai suoi compagni nel canto XVI dell’Inferno (D. Alighieri: Divina Commedia) e non si può dire che non ne abbia fatto tesoro il nostro autore che, col suo bellissimo Il libro dei Misteri Sublimi, ci apre un mondo di conoscenza veramente straordinario.
Cesare Boni è nato a Cuneo in epoca non proprio “libertaria” in una famiglia piuttosto rigida e severa, ove imperava il senso del dovere e dell’obbedienza; eppure ha subito dimostrato di essere diverso, un “discutivo”, un contestatore, un tipo che si poneva domande che erano scomode allora e, a dire il vero, lo sono anche adesso: Chi è Dio, chi siamo noi? dove andiamo? perché viviamo? e perché dobbiamo morire?
Egli vuole capire con la sua testa, non accetta “pacchetti predefiniti” né di matrice politica né religiosa; i tipi come lui sono socialmente scomodi, sono capri, non pecore, come ci esortava ad essere Douglas Backer, insigne astrologo esoterico e teosofo, anch’egli personaggio decisamente “fuori dalle righe”.
Cesare Boni ha dedicato la sua vita a dare una risposta a tali domande, ha studiato il buddismo tibetano, lo yoga, le Sacre Scritture dell’Oriente e dell’Occidente e le ha poste a confronto per ottenere un comune denominatore che permettesse una visione d’insieme, atta a trovare, se non la Verità, almeno “un equilibrio dove ogni domanda ha una risposta, dove ogni ricerca porta ad una esperienza vissuta, ad un’apertura di consapevolezza che non è più intellettuale ma profondamente sperimentata e vissuta nel silenzio profondo e luminoso della (propria) coscienza”.
Privo di inutili condizionamenti mentali, egli ha saputo attingere con perizia a varie fonti per smantellare i cosiddetti misteri della fede che in quest’opera ottengono una spiegazione gratificante per la mente e l’intelletto, meravigliosi doni di Dio. Di Lui, non si può avere un concetto, poiché Egli è l’essenza di ogni cosa e lo si può vedere in tutto ciò che esiste e lo si può conoscere prendendo contatto con la nostra più intima natura; è senza nome ma ha il nome di ogni forma, poiché è la totalità dell’esistenza “sia animata che inanimata, senziente o insenziente”.
Come ComprenderLo? La mente, “Suprema Coscienza che si contrae sull’oggetto”, ci porta alla consapevolezza che è la conoscenza del relativo ma bisogna “tuffarsi” nella Coscienza per conoscere l’Assoluto; alla fine occorrerà abbandonare non solo la mente stessa, ma anche l’amore e la devozione per Lui, inutili orpelli, se si vuole tornare all’Uno e fondersi con Esso.
L’Uno segue lo stesso percorso di conoscenza dell’uomo (così in alto come in basso e viceversa!), Egli si osserva, ed ecco la Trinità: il conoscente (Padre), il conosciuto (Figlio) ed il flusso della conoscenza (Spirito Santo); Trinità che si ritrova nelle varie religioni che il nostro raffronta con perizia, ed anche nella formula matematica E=mc2 ove E è l’energia creatrice, m la materia generata e c il rapporto che esiste tra i due.
Di seguito Il nostro:
– ci spiega, alla luce della tradizione induista e giudaico-cristiana, il mistero del Dio-Uomo, il Salvatore, che si incarna di era in era, quando l’uomo ha perso la capacità di riconoscere la sua natura divina e di ritornare al Padre senza bisogno di intermediari.
– ci chiarisce che il Salvatore è presente in quasi tutte le tradizioni religiose con tratti molto simili nonostante le tradizioni culturali siano molto diverse.
Mi domando: forse tutto discende da un sapere unico che si è scisso nel tempo con la frammentazione dei popoli?
– ci svela il significato dello Spirito Santo, Sacro Soffio, forza vitale che veicola la discesa dall’Uno al molteplice e da questo all’Uno ed il perché della Creazione tramite la quale Dio conosce se stesso e la Sua Assolutezza.
– ci parla poi di un’altra trinità: mente, intelletto ed ego ove la mente, per raggiungere la conoscenza genera i cinque sensi per venire a contatto con la materia.
– esamina nel dettaglio la formazione del nostro sistema psico-fisico e l’importanza dei chakra e dei cinque elementi e spiega il significato della vita ove nascita e morte sono l’altalena dell’eternità, poiché nulla si crea o si distrugge ma tutto si trasforma, ed ove il tempo e lo spazio, percezioni soggettive ed illusorie producono una “contrazione che trasforma in mente la Pura Coscienza”.
– spiega l’importanza del respiro, “strumento che unisce la vita individuale a quella cosmica”, ed il motivo della morte, prospettiva così terribile, specialmente per l’occidentale che non è stato educato a comprendere che la vita è eterna, ed è come l’oceano che continua ad essere quello che è sempre stato, perché è solo l’onda che ha preso forma e poi si è ridissolta in esso.
– ed infine l’importanza della parola: “dal silenzio che domina la scena nasce il mondo quando esso si articola in suono” e da questo si dipana la creazione.
Boni, tra le altre, cita una frase di Schelling che mi è piaciuta particolarmente: “la totalità del mondo materiale è una musica gradualmente condensata, una somma di vibrazioni le cui frequenze aumentano nella massa, man mano che si materializza”.
Allo stesso modo, gradualmente, come una piacevole melodia, si susseguono i capitoli di questo libro, intitolati ognuno ad un “mistero” che viene puntualmente svelato.
Un’amica ha detto: “È un libro che dovrebbe essere letto nelle scuole”, concordo pienamente! Esso gratifica la mente e l’intelletto e li conduce verso una visione “cosmica”, dove dogmi e misteri perdono significato. Successivamente diventa più facile prendere coscienza di quanto appreso attraverso il silenzio e la meditazione.
2 Commenti su “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”
Lo compro.
Un saluto caro a Sonia