* * *
Sono stanco, sono assetato, non so dove sono.
Intorno a me solo il deserto.
Come sono finito qui?
Per quale motivo?
Non ricordo il giorno in cui tutto è cominciato, ma ricordo bene le sensazioni di quel tempo. Eravamo in molti. Eravamo come sintonizzati nella stessa idea, nella stessa visione.
Ora dove sono tutti i miei compagni di viaggio?
Il Leone è lí, ad osservarmi.
Cosí lo Scudiero.
E la Dea del Mare e dei Boschi, che non posso vedere, mi sussurra parole da dentro. Quasi fosse la mia coscienza a parlarmi.
Da quanto sono in questo arido deserto?
Perché ogni notte, al mio risveglio, sono immerso in questo luogo arso che sembra infinito. O Sole, parlami.
Sono disperato? O mi sento tale?
Sono distante da tutti? Dov’è casa mia?
Chi sono i miei compagni ora?
L’amore esiste, ma in che forma?
Mi sembra di intravedere qualcosa al termine della cresta.
Una duna altissima sembra occultare un oggetto.
Il Leone, immobile, mi osserva.
Per qualche motivo a me non del tutto chiaro, lo Scudiero mi esorta ad incamminarmi verso tale cima e scoprire cosa vi sia lì ad attendermi. Cosa sia in effetti, quell’oggetto che nella distanza appare solo un puntino riflettente la luce di Sole?
O Sole, tu che tutto illumini, mi puoi dire cosa sia questo misterioso oggetto. Preservami dal lungo e difficile cammino. Guarda le mie mani. Guarda i miei piedi, o Sole. Il passare degli anni e questo deserto stanno inesorabilmente segnando il mio corpo.
Dimmi, o Sole, di che si tratta.
Vorrei aiutarti, mio caro amico. Ma la verità è che tu sei l’unico che possa arrivare in tale luogo. Nonostante mi siano chiare le leggi dell’Eternità. Non a me è dato risolvere ciò che gli uomini hanno in servo per questa vita. Vai, fai buon viaggio.
Ma come farò? Non ho acqua e la cresta della duna sembra allontanarsi, ogni qualvolta faccio dei passi verso di essa.
Segui le indicazioni dello Scudiero e non dimenticare di chiedere alla Dea del Mare e dei Boschi. Lei conosce e può parlare. Io sono con lei, e lei è con me. Abbi fiducia.
Lo Scudiero mi è vicino. Mi aiuta ad uscire dalla buca che ospitava la parte inferiore del mio corpo. Mi dà dei vestiti nuovi, una saccoccia piena d’acqua e mi saluta con un sorriso.
Che fai Scudiero, te ne vai così?
Lui non risponde, ma fa un salto e svanisce.
Ti prego, non abbandonarmi.
Sono solo, da quando i miei compagni di un tempo hanno smesso di credere e mi hanno abbandonato. Non puoi abbandonarmi anche tu.
Ti prego. Dove sei?
Un profumo di rosa mi circondava.
Ora ero fuori dalla buca che mi impediva di muovermi.
Per un attimo avrei voluto risaltarci dentro.
Avrei voluto sprofondare con tutto il mio corpo in essa.
Perché così tanta fatica è necessaria.
Perché?
Dea del Mare e dei Boschi, parlami, come solo tu sai fare.
Parlami attraverso uno dei tuoi racconti che sanno portare la mia mente distante, anche nei giorni peggiori. Donami per una volta, una volta ancora la prova che nonostante tutto io non sono solo.
La Dea del Mare e dei Boschi, con la sua voce che a volte somiglia così tanto a quella della mia coscienza, da non riuscire a distinguerla, attacca a parlarmi.
Al solito, non comprendo.
O meglio, lo faccio, ma poi non riesco a rimanere con lei, per quanto mi dice.
La vita sembra sempre pronta a metterci alla prova, senza mai una sosta.
Non appena le cose sembrano funzionare, ecco che una nuova catastrofe si affaccia al nostro giorno. Sì, è proprio così! Ed io sono disperato.
No, questa volta mi arrendo.
Mi lascerò morire.
Lo Scudiero sarà costretto a tornare per salvarmi.
Il Sole non potrà stare a guardare.
Il Leone dovrà venirmi incontro, ma forse lo farà solo con l’intento di mangiarmi.
Non ne posso più. Questo deserto non ha fine ed io non riuscirò mai a scalare la duna di sabbia per raggiungere il misterioso oggetto.
Perché ti disperi?
Sei la mia coscienza o la Dea del Mare e dei Boschi? Svelati.
E che importanza ha?
Io voglio sapere. Io devo sapere chi mi parla dentro.
Io, io, io. Che noia. Che importa chi sono. Che importa chi sei. Ciò che importa è la tua missione, che in fondo è anche la mia. Non fingere di non aver capito.
Era la Dea del Mare e dei Boschi. Ne sono sicuro.
O forse no. Magari è solo la mia coscienza. Magari mi sto solo suggestionando. Facile comunque parlare, ma poi a dovere fare le cose è questo corpo. Il mio!
Sono stanco. Mi sa che mi fermo qui. Domani la Dea del Mare e dei Boschi mi darà degli altri consigli.
Saprà allietare il mio lamento. E la sofferenza, sebbene reale, sarà più facile da accettare. Sì, domani è un giorno migliore ed io comincerò il cammino verso la cima. Lo sento.
In quel momento però un rumore mi attira. Mi volto e mi accorgo di essere seguito. Lo Scorpione mi guarda e comincia a strillare forte.
Dove credi di andare?
Da nessuna parte. Ho intenzione di riposarmi e bermi la saccoccia con l’acqua che lo Scudiero mi ha donato.
Ottimo. Così mi rendi solo la vita più facile.
Cosa intendi?
Io esisto perché tu possa non esistere più.
Lo Scorpione si avvicina. Si fa sempre più minaccioso. Io mi sento stanchissimo. Vorrei solo dormire.
Ma so che se lo farò, il mio sonno durerà per il resto dell’Eternità.
Come sarebbe morire per il morso dello Scorpione?
La mia coscienza, o forse la Dea del Mare e dei Boschi avanza questa domanda.
Io non sono pronto a morire, mi dico.
Nè mai lo sarai!
Incalza Scorpione.
Non è vero. Arriverà tale momento. Ma non è ancora ora.
Esclama la Dea del Mare e dei Boschi in me.
Comincio a percepire la sua voce come distinta da quella della mia coscienza, anche se entrambe continuano ad utilizzare lo stesso tipo di linguaggio. La Dea sa. Come diceva anche il Sole.
Non mi resta che credere, o anch’io, come i miei compagni di un tempo, abbandonerò il percorso. Come guidato, sento i miei passi cominciare a muoversi e schivare, senza che io nemmeno me ne accorga veramente, gli attacchi di Scorpione. Mi muovo a destra. Mi muovo a sinistra. Un attacco, un altro. Sono come protetto da qualcosa di più grande di me.
Che sia il Sole?
Vedo il Leone in lontananza agitarsi. Come se anche lui fosse attaccato dallo Scorpione. Ma non può essere così. Forse si sta agitando perché io ho deciso di cominciare il mio cammino, ed ad un certo punto, non potremo fare a meno di confrontarci.
Chissà. La distanza non mi aiuta a comprendere la situazione.
Scorpione è esausto. Ogni tentativo di ferirmi in maniera letale non ha funzionato. Il mio corpo è lacerato in più punti.I dolori mi accompagnano nei passi successivi. Ma sono ancora intero. Sono vivo. E soprattutto, ho ancora l’acqua donatami dal mio compagno Scudiero.
Troppo preso dallo sconto non mi ero accorto che il cammino era oramai iniziato, ed una bella distanza era stata percorsa. Non mi fermerò. Ho deciso. Non crederò più alle lamentele della vita.
Ora la voce della Dea del Mare e dei Boschi è chiara dentro di me.
E il Sole, nonostante abbia detto di non potermi aiutare, sa guidare i miei passi nel momento del vero bisogno. Quando le cose si fanno davvero pericolose. E se non fosse per lo Scorpione, in fondo, non sarei dove sono. Non sarei in cammino, ed inoltre non avrei più questa saccoccia piena d’acqua.
I giorni passano e la cresta della duna sembra sempre alla stessa distanza. Ma le mie parole e quelle della mia coscienza sono diverse ora. Così come le mie domande sono altre.Il cammino sembra segnato da passi invisibili che so ritrovare.
La voce della Dea del Mare e dei Boschi mi rassicura quando ne ho bisogno. Ho memorie di dialoghi infiniti. Non sempre facili.
E quando Scorpione riappare, lo accolgo come un fratello, anche se le ferite a volte durano per giorni e il suo veleno mi annebbia il pensiero, riportandomi a quando La Dea e la coscienza erano una voce indistinta.
Lo so che un bel giorno potrebbe avere la meglio sul mio corpo, ma non lo temo più. Il cammino è sempre più chiaro.
Ciao Leone!
Ciao!
Sei qui per mangiarmi, per impedirmi di arrivare alla cima, o sei uno dei miei compagni?
E´ da molto tempo che ti osservo.
Ricordi quando sei stato attaccato per la prima volta da Scorpione e mi hai visto agitare? La tua mente ha pensato che potessi essere attaccato anch’io, vero?
Ha poi pensato che forse io fossi agitato per aver realizzato che tu ti stavi immettendo verso il cammino che ti avrebbe portato a me.
Che ci saremo dovuti confrontare. O che forse ti avrei mangiato.
Ebbene, nulla di tutto ciò è vero.
Io stavo muovendomi, come se fossi io stesso a dover schivare i colpi di Scorpione.
E mentre muovevo il mio corpo, in realtà guidavo il tuo a fare lo stesso.
Non era il Sole. Il Sole non ha mentito. Non mente mai.
Lui non può agire sugli uomini.
Io però posso, ed attraverso i suoi occhi vedo ovunque e conosco.
Non ti credere, non è facile stare qui dove sto io.
Nell’attesa del tuo passaggio.
Ma sono nato per questo e per questo morirò.
Donami parte della tua acqua e prosegui il cammino che porta alla cima.
Saluto il mio più antico compagno. Non in questa vita ci è dato di passeggiare insieme. Ciò nonostante, siamo parte inscindibile uno dell’altro. Ed i nostri sguardi potranno sempre raggiungersi.
Nella salita i personaggi della maggior parte delle filosofie e dei miti delle civiltà di tutto il pianeta, si avvicinano. Seducendomi a volte, raccontandomi ed accompagnandomi altre. Esperienze non sempre piacevoli. Ricordi amari, misti a fantasie. Ma anche storie magnifiche di stelle lontane.
Una di loro, una stella meravigliosa, un giorno, mentre ero in cammino, decide di scendere e continuare il viaggio insieme a me. Dice che mi aiuterà a comprendere la bellezza della vita. Dice che era destino.
Destino.
Che parola strana.
La lascio fare. In fondo una compagnia luminosa non può che essere di buon auspicio.
Nuovi compagni si avvicinano durante il cammino. Alcuni di loro condividono solo parte del percorso, altri decidono di voler arrivare alla cima con me e Stella.
Mi piace chiamarci il Gruppo di Esplorazione. Dopo anni di cammino, lungo questa strada sempre più facile da comprendere, ma per nulla semplice da affrontare, Stella, io e il Gruppo di Esplorazione arriviamo alla cima.
Sole è felice.
La Dea del Mare e dei Boschi ha fatto conoscenza con Stella e gli altri compagni. Ora sappiamo che lei ama parlare a tutti noi, dal di dentro.
Scorpione è sempre pronto a ferirmi.
Lo fa anche con tutti gli altri compagni.
Lui sa che un giorno avrà la meglio sul corpo di tutti noi.
Ma sa anche che nulla può fare contro la nostra anima.
E secondo me, da qualche parte, nel profondo, sa che in fondo anche il suo ruolo è benefico. Ma non credo la cosa gli piaccia per nulla.
Stella mi aiuta a ricordare che la nostra anima è una. E che anche nei momenti più bui la strada sa guidarci. Non ci è dato di perderci.
Il Gruppo di Esplorazione è uno.
La luce ci illumina.
Sempre.
Leone, buon compagno e fratello, segue il corso del mondo.
In pace, nelle lotte che deve affrontare per sé e per gli altri.
Osserva ed aiuta.
Scudiero, se non fosse per la saccoccia dell’acqua e per i vestiti nuovi, potrei pensare fosse esistito solo in un sogno, o in un’idea della mia fantasia. Ho ancora con me tre preziosissime gocce della sua acqua.
E´ oramai tempo di tirare fuori dalla sabbia l’oggetto misterioso, la cui punta luccica come oro al Sole. Tutti insieme scaviamo. Con nostra sorpresa, una conchiglia meravigliosa tutta ornata di oro e pietre preziosissime, si mostra ai nostri occhi.
Le storie dell’umanità ci hanno spiegato che tale conchiglia contiene la vita. Basterà versare le tre gocce d’acqua rimasta, al suo interno.
Stella mia guarda.
Sei pronto?
La guardo.
Prendo la conchiglia.
Lascio scivolare le tre gocce al suo interno.
***
Vorrei ringraziare Paola per il suo bel libro e per i tarocchi fiabeschi.
Senza di lei questa psicofiaba non si sarebbe manifestata al sottoscritto.
Ancora più profondamente ringrazio Maximilian e Daria.
Il loro meraviglioso podcast Supernatural Café e la casa editrice Verdechiaro Edizioni.
Senza di voi ragazzi, non sarei mai riuscito scrivere questi post così ispirati.
I vostri libri ed i vostri podcast mi hanno accompagnato lungo questi meravigliosi due anni.
Anche se sentirò la vostra mancanza, la famiglia non si spezza.
Anzi.
Ora è il momento del silenzio.
Momento di smettere le letture e cominciare a tirare fuori, dal di dentro.
Ancora non so bene in che forma, ma sta accadendo.
Qui e ora.
Da bruco a farfalla.
L’effetto delle tre gocce e la conchiglia.
Grazie di tutto.
A presto.