Due anni fa grazie ad una mia allieva, insegnante di scuola primaria, ho iniziato attraverso un percorso di collaborazione volontaria a tenere lezioni saltuarie per alcune classi. L’entusiasmo dei bambini per l’esperienza fatta, raccolto dai genitori, ha fatto si che l’anno successivo oltre agli incontri sporadici presso l’istituto scolastico, riuscissimo anche ad organizzare nel centro dove insegno un corso con una frequenza costante e che si è appena concluso.
All’inizio ero piuttosto scettico, soprattutto perchè lo Yoga non è una Disciplina adatta ad un bambino, e in effetti non mi sbagliavo, dopo due anni di esperienza sono ancora della stessa idea. Ad ogni modo questo non ci ha impedito di costruire qualcosa di importante, e che desidero condividere sia con chi ha dei figli, che con tutti gli operatori sociali ai quali magari capiterà di leggere questo articolo.
Prima di tutto è utile capire che non possiamo paragonare la condizione di un bambino alla stregua di un adulto, il quale sente di rilassarsi molto praticando le attività interiori come l’Hatha Yoga. In secondo luogo è importante tenere anche presente, che ad un bambino non si può chiedere di praticare con la stessa consapevolezza alla quale un adulto dovrebbe essere richiamato. A partire da questi presupposti un bambino non potrà mai praticare lo Yoga, se si esclude la possibilità di giocare con gli esercizi.
Negli ultimi anni sono stati sviluppati dei metodi per i bambini, attraverso il gioco e l’immaginazione, grazie ai quali i bambini si fingono serpenti, gatti e alberi simulando con il corpo le posizioni (Asana) dell’Hatha Yoga. Ora, se per convenzione vogliamo dire che in questo modo i bambini stanno praticando lo Yoga va bene, però gli esperti del settore, nessuno escluso, sanno benissimo che non è così.

In tutti noi all’inizio questo ha creato un pò di confusione, perchè in effetti anch’io sono partito con dei percorsi giocosi trovandomi di fronte dei bambini e contro ogni aspettativa, anche secondo il parere degli insegnanti i risultati raggiunti sono stati sorprendenti. Da una parte ero certo che sarei riuscito a coinvolgerli, ma non mi sarei mai aspettato che il coinvolgimento sarebbe durato a lungo. Se si considera infatti che un metodo giocoso di eseguire una posizione non consente di fare variare più di tanto, la ripetizione degli stessi esercizi alla fine potrebbe diventare noioso per un bambino, a differenza di un adulto ne che comprende l’importanza e pratica lo Yoga per il proprio benessere.
Soprattutto ciò che di più ha entusiasmato i bambini è stato il rilassamento. Provate ad immaginarvi ventisei bambini stesi a terra, italiani e stranieri, immobili per più di dieci minuti. Roba da non crederci! Anche le insegnanti e i genitori, che a turno ho chiesto si fermassero a seguire le lezioni extra scolastiche, sono rimasti del tutto sorpresi conoscendo le irrequietezze (infantili) dei propri alunni o dei propri figli. D’altra parte era molto strano anche per me, a partire dal fatto che io più di tutti sapevo benissimo che i bambini non avevano praticato lo Yoga che pratico io, e che cerco di insegnare e condividere con gli adulti.
Con i bambini ho iniziato da un percorso giocoso, il quale ora è diventato un mix di esercizi correttivi, di equilibrio e di regolazione propriocettività, senza escludere il fatto che bisogna anche saperli coinvolgere. Avendo però riscontrato da subito una particolare predisposizione per questo “benedetto rilassamento”, a tratti inspiegabile, in accordo con le famiglie e gli insegnanti, abbiamo deciso di dare un pò più di spazio agli esercizi interiori, sempre associati all’idea di calma e tranquillità, evitando naturalmente di usare respirazioni intense come le tecniche energetiche.
I bambini si sono dimostrati molto predisposti alla visualizzazione, che per loro è pura immaginazione, grazie alla quale però si concentrano, si ascoltano e si calmano. Devo ammettere che è stata una grande esperienza anche per me. Poter osservare dei bambini seduti composti, leggermente protesi in avanti con l’orecchio ad ascoltare, di una dolcezza straordinaria, con un sottile sorriso di piacere che gli illuminava il viso, è stato un privilegio enorme. Anche se non do quasi mai particolari indicazioni, in quei momenti i bambini spontaneamente ruotavano i palmi delle mani verso l’altro, oppure si toccavano il petto o la pancia. A quel punto era sufficiente invitarli ad appogiarsi al suolo allungando le gambe per Savasana, il rilassamento, ed era immobilità totale.

Dopo aver escluso di essere un mago, mi sono chiesto cosa stesse accadendo le prime volte. Se un bambino è stressato, se soffre per questa patologia, non potrebbe mai riuscire a stare fermo e immoblie per tanto tempo. Per un adulto è diverso, stressato o no può resistere, ma un bambino come ci riesce?! Ci sarebbe allora molto altro da dire sullo stress, sia quello degli adulti, che quello che riteniamo possa vivere un bambino, anche se naturalmente non voglio escludere questi seri problemi.
Trovato il giusto metodo, e non per forza lo Yoga perchè è in Voga, ma attraverso un percorso che stimoli il bambino a sentirsi bene con se stesso, che si senta in comunione con tutto ciò che lo circonda, guidando attraverso l’immaginazione la sua attenzione sui suoni e le sensazioni, a quel punto il bimbo non potrà che desiderare altro di rimanere in quella naturale condizione, a prescindere che sia stressato o meno. Questo è ciò che ascoltano i bambini, una pace e un’armonia che noi adulti non possiamo più permetterci. A noi restano le congetture intellettuali, e non è un caso che la convinzione comune si stia concentrando sull’idea che i bambini soffrano dello stress sociale come gli adulti. Forse in certi casi, ma a quel punto sdraiarsi non servirebbe a nulla.
Non oso immaginare tra qualche anno il delirio che si creerà negli istitui scolastici, per fortuna al momento lo Yoga per i bambini non è ancora diventato un business.