Ricomincio da Qui.
Questa volta parlo di qualche libro, ma in senso lato. Questa volta parlo di me. Non sono riuscito a prendere i testi che di solito mi arrivano dall’Italia in tempo e il testo virtuale sui cristalli che ho cominciato, ha bisogno di un tempo più lungo di due mesi per essere vissuto, assimilato, digerito e rinarrato. Posso solo dire che nel momento in cui la mia compagna aveva veramente bisogno di un aiuto ‘cristallino’, il testo mi ha fornito il nome di una pietra particolare. Uscito dal negozio dove lavoro, prima di andare a casa da lei, mi sono fermato in un negozio di cristalli. Meravigliato, di fronte a me sullo scaffale principale c’era esattamente un esemplare di quella pietra. La prendo e mi accorgo che ha un prezzo esiguo. Guardo la commessa del negozio e le dico che avevo esattamente bisogno di quella pietra e che a quel prezzo era un vero affare acquistarla. Lei mi guarda stupita dicendomi testuali parole: “Ho trovato quella pietra pochi minuti fa in un angolo del magazzino, mentre stavo risistemando. Le abbiamo dato un prezzo basso perché è l’ultima della sua specie e non sapevamo dove metterla.” Rido. Pago e salutandola le dico: “Quando voi fare del bene, le pietre ti aiutano sempre. Sono loro a trovarti!”. Il solito idealista. Ad ogni modo, nella strada verso casa mi sono sentito esattamente come quando per larga parte della mia infanzia, mi riempivo le tasche di rocce affascinanti, portandole a casa con me.
Aneddoti a parte, oggi voglio espormi un po’ di più. Voglio utilizzare le parole a disposizione per raccontarmi un po’, per come viene. Per anni ho tenuto il mio percorso interiore per lo più per me stesso. Ora però siamo nel 2016, io vado per i 35, e forse è il caso che alcune cose che reputo importanti comincino ad uscire dal cilindro magico e mostrarsi alla realtà per come sono veramente.
Per anni ho fatto ricerca su un campo di indagine considerato di confine dai più. Ho lavorato duramente all’incontro tra l’archeologia e l’astronomia. Mi sono fatto portatore di una conoscenza e di un ruolo. Partecipato a conferenze nazionali ed internazionali. Ho pubblicato un libro dal titolo: “Archeologia e Astronomia. Trecento anni d’incontro”. Testo scritto con quell’italiano ostico che usa frasi impossibili, lunghe quanto un paragrafo.
Però allo stesso tempo ho viaggiato per l’Europa alla ricerca della quasi totalità dei documenti utili e disponibili. Lì ho raccolti, letti, catalogati e ordinati. Il risultato? Un libro che per metà racconta dell’incontro tra antichisti, poi archeologi, e astronomi dal 1700 al 1973. I loro tentativi di comprensione ed incontro, così come le loro aspre battaglie intellettuali. Dalla nebbia del mito alla luce ‘cristallina’ dell’accademia. E che nell’altra metà diventa una bibliografia sistematizzata utile a ritrovare la maggioranza dei materiali pubblicati dal 1973 al 2011 attorno alla materia.
Archeoastronomia prima, ed astronomia culturale poi. Il libro, consultabile anche nella Green Library della Stanford University, mi ha reso chiaramente orgoglioso, così come quando con il Gruppo di Ricerca sulla Pedagogia del Cielo abbiamo ricevuto una medaglia alla cultura dal Presidente Giorgio Napoletano. In quel periodo lavoravamo ad un progetto che liberava i mappamondi dal loro supporto, orientandoli e rendendoli uno strumento reale nonché un modello in scala della terra e della sua reale posizione osservabile nel sistema solare.
Siamo finiti sulla maggior parte delle testate di informazione scientifica, filosofica e pedagogica italiane. Anche in questa occasione ho avuto la possibilità di partecipare alla pubblicazione di un altro testo, chiamato: “Astronomia a Roma. Cinque percorsi”. Da lì, la richiesta diretta del direttore del Centro Nazionale di Ricerca di Parigi, Roberto Casati, di fare da revisore ad uno dei suoi libri: “Dov’è il Sole di notte?”.
Nel frattempo però, segretamente andavo a trovare un signore di nome Lorenzo Ostuni. Un incisore di specchi, creatore di tarocchi, scrittore, regista, conoscitore della psiche. Alcune delle nostre sedute mi hanno portato in dei posti della Mente Universale. Esperienze mistiche senza il bisogno di nessun tipo di droga. Memorie antichissime risvegliate.
Era il 2012 quando, grazie ad una borsa di ricerca vinta alla Sapienza, mi sono trasferito ed ho vissuto per più di 7 mesi nella foresta tropicale cambogiana visitando, misurando, analizzando, stimando, riscoprendo e ricercando i templi della città di Angkor. In particolare il legame tra il tempio di Angkor Wat e il Sole si è rivelato essere la mia chiave personale.
Sorrido ancora quando ripenso al giorno prima della conferenza ufficiale nel quartier generale cambogiano dell’APSARA. Io che mi presento ancora pieno di polvere, direttamente dalla città monumentale di Angkor, di fronte alle eccellenze legate ai reali cambogiani. Un’intervista preliminare per la conferenza straordinaria, indetta per la presentazione dei risultati delle mie ricerche. Sua Eccellenza che mi guarda e mi dice: “Per favore, domani per la conferenza, visto che sarai di fronte a tutte le alte cariche, gli archeologi e i rappresentanti del popolo cambogiano, potresti almeno metterti un vestito decente e raccogliere i capelli con una delle nostre sciarpe tradizionali? Giusto per essere un po´più presentabile, sai”. Non vi dico le mie risate trattenute. Nessuno mi aveva detto che avrei incontrato uno dei personaggi più importanti della Cambogia quel giorno.
E prima ancora, era il 2011, quando con una jeep presa a prestito, con cadenza settimanale per circa quattro mesi, seguivo il GPS scovando cerchi di pietre e monoliti attraverso tutto il Galles e l’Inghilterra. A Giugno dello stesso anno, mi trovavo, ammesso dai neo-druidi e le neo-wikke, a propiziare il Solstizio d’Estate all’interno del cerchio centrale di Stonehenge. La stessa notte che un enorme e complesso cerchio nel grano si è formato a circa 30 miglia di distanza. Ricordo ancora i miei occhi stupiti difronte ai fusti piegati delle piante.
Per non parlare dei giri in nave per il Mediterraneo e il Mar Nero con l’obiettivo segreto di visitare luoghi antichissimi come Malta e i suoi templi megalitici, Knossos e i suoi palazzi, Efeso e la sua biblioteca. Le classiche ma tuttora incomprese piramidi d’Egitto: quando mi sono perso nel deserto.
C’è stato un momento in cui ho davvero pensato che sarei diventato un accademico, professore della materia. 11 anni della mia vita spesi. Ero iscritto alla società italiana, europea ed internazionale per l’archeoastronomia e astronomia culturale. Ma non è andata così. Anche se non mi sono mai sentito diverso, io avevo quelle strane memorie di tempi antichissimi, cose che ancora non ho totalmente inteso. Ed oltre a queste memorie, avevo esperienze, che costellavano la mia vita fin da bimbo. Memorie ed esperienze ritrovate, anche grazie all’aiuto di persone speciali che si sono affiancate durante la via. Gli anni di studio e di ricerca spesi addentrandomi nella maggior parte dell’architettura, nella storia, nell’astronomia, nei miti e nei simboli delle grandi civiltà del passato, si sono rivelati a posteriori un passaggio necessario. L’unica via possibile, per metabolizzare un’esistenza complessa come quella che mi sono ritrovato a vivere 15 anni fa. Erbe medicamentose, cerchi di percussioni, didjeridoo e letture shamaniche. Un viaggio in Brasile da solo. Viaggio che cambierà totalmente la mia percezione della vita: la Grande Visione. Per non parlare di tutti gli anni di meditazione e yoga.
Non è più tempo per tenere la verità interiore distante dalla luce. Esoterico ed essoterico devono abbracciarsi. Per questo ringrazio ogni situazione che ho considerato storta, sbagliata o sfortunata. Tutto punta ad una sola possibile direzione. Più invecchio e più mi sento vero, vicino a chi ero veramente quando sono arrivato in questo pianeta. Gli eventi della vita, anche quelli più difficili, trovano un posto precisissimo in un disegno dalla geometria complessa, ma meravigliosa. Un disegno che è ancora ben distante dall’essere completo.
Non è più tempo di vergognarsi, di non sentirsi abbastanza, oppure di sentirsi troppo. É tempo di essere ciò che si è, senza nascondersi, ed allo stesso tempo senza presunzione alcuna.
Me. Aspetta, ma dove sono?
A. Sei esattamente nel posto dove dovresti essere, nel momento presente.
Me. Però ho paura che tutte queste prove finiranno per distruggermi, o peggio ancora, mi possano trasformare in una persona peggiore.
A. Non ci può essere spazio per la paura e la sfiducia, se credi veramente che le situazioni che accadono non siano figlie del caso.
Me. Ma molte volte poi la vita non é andata come mi aspettavo. Chi mi dice che non fallirò nuovamente?
A. Fallire é naturale, nel tentativo di vivere veramente.
Me. Ma costa caro vivere così. In termini di salute, di emotività, di sacrifici e quant’altro. Cosa mi resterà?
A. Credi che una vita non vissuta a pieno, comporti meno sofferenza? Nessuno scappa alla vita, così come alla morte. I conti si fanno comunque. Che tu decida di vivere a pieno, o meno.
Me. Sembra proprio che non ci sia scelta quindi.
A. Sei sempre libero, ma in un certo senso, una sola é la strada. Sta a te decidere come percorrerla.
Me. Ma dove lo trovo il coraggio di andare avanti, quando tutto attorno sembra troppo complesso?
A. Guarda meglio e ti accorgerai che non sei solo.
Me. Non sono mai riuscito ad adattarmi fino in fondo. Ed anche se ci ho provato duramente, ogni qualvolta pensavo di potercela fare, di essere vicino alla svolta, ci ha pensato la vita a mettermi l’ennesimo bastone tra la ruote e farmi finire naso a terra.
A. Credi che la vita delle altre persone sia diversa dalla tua? Vivi a pieno, cresci attraverso le prove, ama più di quello che hai fatto finora e ricordati che la via é una sola, per chiunque. Noi vi stiamo aspettando. Non interferiamo con la vostra vita, ma ogni qualvolta chiedete aiuto con sincerità, ci avviciniamo a voi, anche se la maggior parte di voi non ci può vedere.
Me. Mi stai dicendo che se chiedo un aiuto dal cuore, voi avete la possibilità di aiutarci?
A. Ti sto dicendo che se accetti la vita a testa alta, se ti lasci lo spazio di non essere sempre all’altezza, se accetti di non avere le redini di tutto quello che ti sta attorno… in quel momento puoi apriti e chiedere vero aiuto. Non sei solo, mai. Siamo con te.
Me. É difficile, perché proprio in quel momento la mia ombra e tutte le paure contenute in essa sembrano così grandi.
A. Peter Pan. É il momento di crescere. Siamo con te, come la tua ombra sempre sarà.
Me. Credo di aver capito cosa intendi, ma…
A. “Ma…” non è più quello che devi sperimentare. Vivere è la risposta.