FABIOLA ABATE
Biografia
Il suono delle rondini in volo in quello spazio di cielo con i contorni disegnati dalle chiome dei pini romani, accompagnava il respiro affannato di un ragazzetto di ventuno anni il quale correva a più non posso verso la casa della levatrice che distava all’incirca quattro o cinquecento passi dalla propria. Riuscì, nonostante pronunciasse soltanto pezzetti di parole continuamente interrotte dal fiatone, a far capire alla donna la quale si affacciò alla finestra in risposta al suo richiamo, che avrebbe dovuto fare in fretta, molto in fretta, che non c’era più tempo da perdere. Scese immediatamente la signora Nobile in quel giorno di maggio del millenovecentosessanta, per aiutare la giovanissima moglie di quel ragazzo a farmi uscire da quel bozzolo che mi aveva protetto per nove mesi e di lì a poco, mia madre partorì e cominciò questa mia incredibile avventura. Due passioni ho nel cuore sin da sempre: giocare con la musica e raccontare fiabe. La prima forse perché sono nata nel mese che più si esprime con i canti degli uccelli o perché erano gli anni sessanta ed era il tempo delle canzoni suonate con la chitarra in ogni dove. Perché i giradischi nelle case all’epoca, erano sempre a tutto volume, i mangiadischi disperdevano le note dei quarantacinque giri anche sotto l’ombrellone in spiaggia ed i jukebox riecheggiavano decine di brani musicali in ogni bar della città. Oppure perché i miei genitori suonavano e cantavano continuamente provando e riprovando di giorno per esibirsi nei locali di sera. La seconda invece proprio non so, ma ricordo che sin da piccolina inventavo continuamente storie e fino all’età di sette anni, lo facevo dando voce ai sassi che raccoglievo al mare o nei giardini. Imparai presto a suonare la chitarra aiutata da mio padre e di sicuro nel medioevo, il connubio fra queste due passioni avrebbe fatto di me un cantastorie, ma nel nostro tempo non avrei potuto che scegliere di fare la maestra di scuola dell’infanzia. L’unica questione che non mi piace di quest’ultima cosa, è doverla definire con la parola lavoro e peggio ancora leggere, scritto sul mio documento, che faccio l’insegnante perché in verità è l’esatto contrario e dai bambini non faccio altro che imparare. E’ soprattutto per merito loro se ancora non ho perso la capacità di stupirmi ogni giorno per le piccole cose. Da qualche anno amo anche raccontare fiabe per adulti e mi accade che mentre scrivo, alcune vicende o dialoghi tra i personaggi, dopo averli  prodotti di getto, li rileggo quasi come se non li avessi pensati io e mi danno risposte fondamentali che mi aiutano a lasciar andare quel che intralcia il mio benessere profondo, ma questa è un’altra storia.
Articoli di FABIOLA ABATE

Sono quel che guarda attraverso gli occhi e sente attraverso gli orecchi

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Ciao Daria.Ti raccontai di quel “famoso” sogno lucido ove mi fu suggerito di osservare attentamente tutto ciò che mi è intorno ed ogni accadimento, ricordi?Per me però non è stato ed ancora non è semplice fare ciò, visto che vengo facilmente travolta dalla vita di tutti i giorni e le sue consuetudini e frenata da qualcosa che non riesco a … Leggi il resto

La realtà è solo un’interpretazione

FABIOLA ABATEArticoli, Racconti, RiflessioniLascia un Commento

“Mamma…ma Babbo Natale esiste?” “Certo, fino a quando tu ci crederai.” Aveva sette anni mia figlia quando mi chiese ciò e questa risposta in quel momento le bastò, non mi domandò altro. Ricordo che da quella volta, trascorse qualche anno ancora finché l’omone dalla barba bianca smise definitivamente di passare per lasciare doni sotto l’albero di lei e quindi di … Leggi il resto

Siamo esseri spirituali che ogni tanto intraprendono un’esperienza terrena

FABIOLA ABATEArticoli, Racconti, RiflessioniLascia un Commento

Queste parole le sento dentro più del sangue che mi circola nelle vene, da quando qualcosa di speciale si è sprigionata dal mio cuore in una consueta domenica di qualche anno fa. E se le sento io che sono semplicemente chiunque, è meravigliosamente ineluttabile che una nuova coscienza stia emergendo spontanea ed irrefrenabile. Dico questo perché non mi chiamo Osho … Leggi il resto