La vera storia del Santo Graal
Con prefazione di Giorgio Baietti
Il quadro I Pastori dell’Arcadia di Nicolas Poussin è una mappa stellare che riproduce quattro costellazioni – Cigno, Ercole, Boote, Vergine – impegnate a “proteggere” l’Orsa Maggiore, tradotta nel sarcofago riprodotto al centro del dipinto.
Come altri prima di lui, il curato di Rennes le-Château, Bérenger Saunière, si servì del quadro per rinvenire la sepoltura che l’opera indicava, portando alla luce una tomba regale all’interno della chiesa di Maria Maddalena e una vuota all’esterno – da cui la devastazione del cimitero adiacente. Ciò che non comprese è che la tomba vacante non era un insuccesso ma un indizio…
Di chi era il corpo trafugato da Rennes? Dove conduce in realtà il dipinto di Poussin? E qual è il nesso tra l’Arcadia, l’Orsa Maggiore e il Santo Graal?
Dalla rivoluzionaria decifrazione del messaggio nascosto dall’artista francese nel suo capolavoro, e rimasto inviolato per quasi 400 anni, ha inizio un’avventura che, dai Catari di Montségur a Rennes-le-Château, ai Merovingi, e dalle figure di re Artù, di Luigi XIV e di Goffredo di Buglione, riscriverà la storia degli ultimi duemila anni e ci condurrà sulle tracce di una discendenza di custodi che sin dalle origini è stata istituita per proteggere e tramandare il codice genetico della stirpe messianica, sopravvissuta nei millenni a congiure, soprusi e persecuzioni.
INTRODUZIONE
Viaggiatori dell’Incognito
“Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”
Il Graal è la porta, l’Arcadia è la chiave
Alle origini di un inganno
Mentire per sopravvivere
Alla ricerca del Graal
CAPITOLO I – GLI INDIZI DI UNA COSPIRAZIONE
La scoperta dell’Arcadia
Il secolo magico
I Pastori dell’Arcadia I
I Pastori dell’Arcadia II
L’Accademia dell’Arcadia
L’ossessione di un re
Il caso Fouquet
Rennes-le-Château: un curato sulle tracce dell’Arcadia
La scoperta di “una” tomba
Un ritrovamento casuale?
Il mistero delle due sepolture
Il giorno più triste dell’anno
Il pastore vestito di rosso
La setta eretica dei guardiani
La crociata contro i Catari
La fortezza di Montségur
In fuga con il tesoro?
La concubina del Cristo e il discepolo nascosto
I romanzi del Graal
Il Graal, questo sconosciuto
Le origini di una stirpe
Un re senza corona
Il nome del re
Un guardiano tra le stelle
Custode delle due Orse
Il carro funebre del cielo
Montségur, l’Arturus sulla Terra
Un rex Arturus tra le stelle, un re Artù sulla Terra
Montségur e Rennes-le-Château
Due carri, due sepolture
CAPITOLO II – I SEGRETI DELL’ARCADIA
Il trionfo dell’Arcadia
La Société Angélique
La città di Lùg
Lione
Un sistema di società segrete
Guardiani di una stirpe
Il Priorato di Sion
Il Serpente Rosso
Una frase misteriosa
Possibili interpretazioni
L’Arcadia in Grecia
La leggenda dell’Orsa
L’Arcadia e l’Orsa Maggiore
L’Arcadia a Roma
Il ramo della rinascita
L’Arcadia celeste
I custodi secondo Poussin
I due sarcofagi di Shugborough
La tomba del piccolo principe
Dagoberto II, il Re ferito
Il figlio scomparso del re
Le due sepolture a Rennes: Sigeberto IV e…?
Una discendenza per custodire il Graal
“Tu ne sarai il depositario e, dopo di te, coloro che designerai”
Il Santo Graal è un veissel
Il Santo Re
CAPITOLO III – LE PROVE DELLA DISCENDENZA
Il discepolo che Lui amava
Il dono di Dio
Il monte della Città Celeste
Sion e Giovanni
Le tre montagne sacre di Gerusalemme
Tre fratelli, di cui due gemelli
Sion, colui che sopravvivrà
Il discepolo nascosto: Giuseppe di Arimatea
Giuseppe negli apocrifi
Giuseppe di Arimatea in Britannia
L’uomo della casa di Davide
Dividersi e unirsi al potere
I Re dalla lunga chioma
L’ape e il giglio
I Merovingi e il culto dell’ape
L’ammasso dell’Alveare nel Cancro
I Re Pescatori
La dolorosa ferita
Il ritorno del Re
CAPITOLO IV – NEL SEGNO DEL CIGNO
Le origini della prima crociata
Normanni e Bizantini, nemici o alleati?
Una crociata non necessaria
La prima crociata è un “affaire” francese
L’incertezza crociata
Alla volta di Gerusalemme
La scelta del re
I “conti” non tornano
Il ruolo dei monaci calabresi
Alarico d’Arcadia
I Cavalieri del Cigno
Goffredo di Buglione
Elaine
Il simbolo del Cigno
Il Cigno e i Gemelli
L’enigma dei Templari
Folco V di Angiò…
…e Ugo di Champagne
Sigillum militum Christi
In viaggio verso un altro mondo
CAPITOLO V – IL MISTERO DEI TRE QUADRI
Da Arcadia ad Acadia
Tre dipinti, un unico messaggio
Il Money Pit
Il compito di un Custode
L’Ordine “dei” Giovanni
L’arcangelo degli Altavilla
CAPITOLO VI – AVVENTO MESSIANICO
Templari, custodi del Terzo Tempio
Un nuovo cielo e una nuova terra
E il suo regno non avrà fine
INTRODUZIONE
Viaggiatori dell’Incognito
La Storia ha tre protagonisti: chi muove le fila degli avvenimenti dietro le quinte; chi viene ingaggiato per edulcorare la realtà dei fatti, gli obiettivi e i risultati, affinché la popolazione conosca solo questa versione contraffatta; e chi ne subisce gli effetti e vive nell’illusione di un passato differente dal reale svolgersi degli eventi.
Al di fuori di questo paradigma di costruzione della memoria, agiscono i Viaggiatori dell’Incognito, le lame senza numero degli Arcani Maggiori, coloro che, scandagliando le zone oscure della Storia e frugando tra le crepe e le incongruenze delle versioni ufficiali, riportano alla luce schegge di illuminazione che costringono l’Umanità a reinterrogarsi sulle proprie radici.
Un Viaggiatore dell’Incognito ha il compito di recuperare relitti di verità dai fondali inaccessibili in cui i sabotatori dell’anima hanno precipitato l’essenza stessa dell’essere al mondo, restituendo alle civiltà frammenti sparsi di una maestosa, ancestrale origine in cui la Vita era una celebrazione di unità tra umano e divino.
La menzogna che si veste di ufficialità diventa “Storia”;
la leggenda che si veste di Storia diventa verità.
Il Graal è la porta, l’Arcadia è la chiave
Credere in un dio implica che l’essere superiore deve riporre fiducia nelle Sue creature; questa reciproca aspettativa impegna da una parte l’Uomo a lasciarsi guidare dalla divinità e a servire, nel senso originario del termine servare–serbare, cioè “custodire, proteggere, avere cura”, e dall’altra il dio o l’Elohim a mantenere le promesse fatte nel momento in cui ha stretto alleanza con il popolo.
Ma le garanzie rivolte ai patriarchi veterotestamentari come Abramo e Mosè (terre, ricchezza di risorse naturali e greggi in abbondanza)1 sono solo un aspetto tangibile della riconoscenza divina per i servigi resi; lo scopo recondito e più importante della cooperazione Uomo-Dio è il ripristino di una condizione di armonia e di simbiosi presenti sin dalle origini ma che è stata infranta da una duplice azione contraria:
– l’ingerenza degli Angeli caduti, creati da Dio ma avversi alla Sua volontà, che hanno sfruttato l’innocenza dell’Umanità2 proponendosi come veri Elohim per abusare della sua “fede”;
– la fragilità stessa della condizione umana, suscettibile alle tentazioni profane e al richiamo dello sfrenato godimento della materia.
Dio ha a cuore l’Uomo a condizione che l’Uomo abbia a cuore se stesso: se l’Umanità si adopera per ricomporre l’antica frattura, Dio si adopera ad assistere il pianeta nella sua risalita dopo la Caduta.
Il punto d’incontro tra
impegno umano e soccorso divino
si chiama “Graal”.
Nel leggere la nostra interpretazione dei testi sacri, il compianto regista italiano Sergio Leone avrebbe forse concluso che la Bibbia è l’archetipo primordiale del genere western; in principio prevale una condizione di quiete che il cattivo infrange colpendo l’armonia che regna tra i buoni e, da qui, si sviluppa la trama: lenta ricostruzione della fiducia smarrita, ricerca del colpevole, purificazione, trasformazione e sublimazione del protagonista che, alla fine, otterrà la Sua giustizia, che sul nostro pianeta è sinonimo di vendetta in quanto vindex, “riscatto”, o vindicta nel gergo giuridico latino, un “atto di redenzione o liberazione” che ripristina la condizione iniziale.
Sono questi gli elementi fondamentali dell’intero corpus biblico e della sua travolgente epica.
Se l’Antico Testamento è un libro che narra di battaglie tra forze del bene e forze del male con risultati alterni, con i buoni inesorabilmente destinati a soccombere per la mancanza di fiducia nel proprio Dio, il Nuovo Testamento, con la rinnovata alleanza che Dio stipula con l’Uomo, è il manifesto di un’arrembante rivincita, prima con la comparsa della “luce vera”3 tra gli uomini, poi con il sacrificio in remissione dei peccati, quindi con la resurrezione che sconfigge la morte eterna e apre il sentiero verso la vita eterna e, infine, con il trionfo delle armate celesti sugli Angeli caduti che furono all’origine della corruzione del mondo.4
La restituzione del pianeta e dei suoi abitanti al Regno dei Cieli dal quale è stato esiliato è il lieto fine celebrato dai versi trionfali dell’Apocalisse, ultimo libro del canone biblico.
Guerra, battaglia, vendetta non sono termini consoni all’immagine di un Dio amorevole che consola gli afflitti e perdona i trasgressori e, tuttavia, sono le forze costitutive della cruenta realtà di un ecosistema karmico in cui la salvaguardia della vita sul pianeta non consente errori: la preservazione delle condizioni che garantiscono la costante possibilità di un intervento della divinità tra gli uomini è la più alta necessità che grava sulle spalle degli eletti chiamati ad agire.
Come abbiamo documentato nei nostri precedenti lavori,5 la corretta interpretazione dei primi versi della Genesi rivela che l’Elohim biblico, figlio dell’Altissimo e Verbo per mezzo del quale “è stato fatto tutto ciò che esiste”,6 ha istituito una discendenza che ha conservato intatto nei secoli il corredo genetico originario affinché fosse possibile incarnarsi per agire sulla Terra non come un dio, ma come uomo tra gli uomini.
La stirpe benedetta che nasce con Adamo, per arrivare a Davide, passando per Set, Abramo e Iesse, ha mantenuto fede all’impegno assunto in principio, tramandando il dna divino fino alla nascita di Gesù non solo attraverso unioni coniugali appropriate e scelte di vita ardue ma, soprattutto, mediante il ricorso alle armi, alla violenza, oppure all’alterazione e all’occultamento esplicito della verità, qualora necessario, pur di impedire che uomini corrotti, potenti e malvagi della Terra, sedotti dagli “spiriti di demoni capaci di compiere dei miracoli”,7 spezzassero irreversibilmente la continuità della sacra linea di sangue al servizio di Dio.
Alle origini di un inganno
Se la definizione di menzogna è “alterazione o falsificazione della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione”,8 possiamo affermare con certezza che il cristianesimo è nato per costruire e promulgare false asserzioni, ma con l’assoluto convincimento che, paradossalmente, questa contraffazione è l’espediente grazie al quale l’Umanità continua a mantenere viva una speranza.
Tra le vittime più illustri di questo cover up ci sono due personaggi neotestamentari che, da sporadiche comparse in brevi episodi evangelici, sono diventati protagonisti di primaria importanza negli eventi che seguono la dipartita di Gesù: Maria di Magdala e Giuseppe di Arimatea. La prima, tacciata di essere prostituta, concubina, vittima di una possessione di sette demoni che Gesù ha espulso dal suo corpo; il secondo, relegato a discreto membro del Sinedrio che manifestava la sua approvazione al messaggio del Cristo in segreto per timore dei sacerdoti del tempio di Gerusalemme.
Tuttavia, la tradizione popolare e letteraria che si è sviluppata nell’Europa medievale dopo l’affermazione della Chiesa attribuisce a Maria e al discepolo di Arimatea un ruolo fondamentale nella gestione dell’eredità del Cristo, un lascito che il folclore chiama “Graal” o, più correttamente, “Santo Graal” per distinguerlo dagli altri comuni “graal”.
La domanda che ha sollecitato i ricercatori in questo primo ventennio del xxi secolo non è cosa ma chi si cela dietro un termine tanto suggestivo: il Santo Graal è un oggetto, un bene fisico, un bagaglio di conoscenze mistiche oppure un essere umano in carne e ossa? Si è infatti insinuato il crescente sospetto che le scarse e contraddittorie informazioni che il Vaticano è disposto a riconoscere e a diffondere su Maria di Magdala nascondano al mondo l’esistenza di una figlia concepita da Gesù e dalla sua segreta consorte, e che il termine “Graal” sia un’espressione in codice che sottende questa verità. Non cosa, ma chi sia il Graal, dunque, è il punto di partenza.
La maggior parte dei colleghi insiste sull’idea che la prova di una discendenza sopravvissuta al Cristo metterebbe a repentaglio l’esistenza della Chiesa romana, rea di aver mentito ai fedeli per duemila anni sulla vera natura del Messia, terrestre e pienamente umano anziché divino e immortale; eppure, una lettura più responsabile del fenomeno induce a domandarsi se una simile verità, celata e negata, costituisca realmente un pericolo: se Gesù avesse generato un erede sul quale si è scelto di tacere, chi ne pagherebbe realmente le conseguenze, e in quale modo il Vaticano vedrebbe minacciate le proprie fondamenta dottrinali?
Se tutti i componenti della discendenza messianica (da Adamo a Noè, a Sem, ad Abramo, a Iesse, a Davide) hanno generato figli e figlie, perché Gesù non avrebbe dovuto?
Mentire per sopravvivere
Nella teologia cristiana, il dogma è un principio che viene accolto senza dubitarne l’attendibilità perché rivelato da Dio e accettato universalmente come vero e indiscutibile,9 mentre la legge è un insieme di norme stabilite dall’uomo che regolano i comportamenti dei membri di una collettività e non hanno ispirazione divina.
Mentre la verginità del Cristo è materia dogmatica perché testimonianza della sua assiomatica origine ultraterrena, in quanto unigenito dell’Altissimo e Suo consustanziale, il celibato ecclesiastico è una legge stabilita dalla Chiesa e non è un’imposizione divina, ma una normativa canonica: furono il Concilio di Roma del 386 e quelli di Toledo del 390 e del 400, di Cartagine e di Torino del 401 a stabilire “l’eccellenza e la superiorità della verginità e del celibato sul matrimonio”,10 imposti nel 1215 con il Concilio Lateranense iv e confermati dal Concilio di Trento (1545-1563).
“La tradizione celibataria richiama nel sacerdote la purezza di Cristo”,11 che il religioso sceglie di imitare obbedendo ai precetti stabiliti dal Maestro stesso: “Chi vuole seguirmi deve amarmi più di quanto ami suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi figli, i suoi fratelli o le sue sorelle”.12
Sebbene nell’ultimo secolo siano giunte numerose sollecitazioni, sia dagli ambienti ecclesiastici più innovatori sia dal mondo profano, per verificare la possibilità di un’apertura al matrimonio per i sacerdoti, il Papato continua a sostenere il valore della castità;13 una decisione comprensibile, perché consentire agli ecclesiastici di convolare a nozze aprirebbe spiragli alla rivalutazione dello status coniugale del Cristo stesso, e la legge del celibato ecclesiastico dipende dal dogma della verginità di Gesù, che appare indiscutibile; pur non affermando esplicitamente che Gesù non fosse sposato, i quattro Vangeli del Nuovo Testamento non accennano mai all’esistenza di una moglie del Signore e, tuttavia, la continua presenza di Maria di Magdala accanto al Cristo durante l’opera messianica, sul luogo della crocifissione e la visita alla tomba dopo la resurrezione, inducono a sospettare che fosse più di una semplice seguace redenta.
Il testo apocrifo noto come Vangelo secondo Filippo accenna a una relazione intima tra Gesù e Maria, con un emblematico bacio tra i due che attesterebbe un vincolo coniugale; anche il discusso Vangelo della moglie di Gesù, scoperto nel 1997, non fornisce la certezza documentaria di un matrimonio tra i due ma prova incontestabilmente “che alcuni fra i primi cristiani credevano fermamente che Gesù fosse sposato”.14
Alla ricerca del Graal
Sin dal i secolo dopo Cristo, il culto che la Francia meridionale riserva a Maria di Magdala deriva dalla tradizione popolare secondo cui la Maddalena, vedova del Cristo, avrebbe lasciato la Palestina all’indomani della scomparsa del consorte per raggiungere la Provenza, sbarcando a Saintes-Maries-de-la-Mer, accompagnata da Giuseppe di Arimatea e da una figlia concepita prima del processo e della crocefissione; cattedrali e chiese erette in suo onore a Rennes-le-Château, Saint-Maximin-la-Sainte-Baume (che avrebbe ospitato la sua cripta), a Vézelay e in altri centri francesi testimonierebbero una convinzione radicata che vanta il sostegno di un numero ragguardevole di cronache medievali.
Lontana dai tumultuosi fermenti che animavano Gerusalemme e tutta la regione giudaica sottoposta al controllo romano, e dalle prime persecuzioni che miravano a estirpare il germoglio di Davide sopravvissuto al Cristo, Maria di Magdala ha potuto dare continuità alla stirpe davidica. Perché era così importante mantenere viva la discendenza reale di una terra lontana e, allo stesso tempo, celarne l’esistenza al punto da mentire, camuffare prove e infine calunniarne, se necessario, gli stessi protagonisti?
La risposta costituisce il tema centrale di questa opera, che si colloca idealmente sul percorso inaugurato da Custodi dell’Immortalità e da Il Segreto delle Ere e proseguito con Dominion e con Bloodlines, proponendosi di rispondere agli ultimi enigmi parzialmente insoluti emersi lungo il tragitto; tutti i percorsi di ricerca, affrontati nel ventennale cammino di studi che ha avuto inizio nelle aule universitarie, conducono al Santo Graal, la summa del nostro infaticabile cercare.
Recipiente mistico, pienezza di cuore, gioia e grazia, oppure simbolo di una conoscenza esoterica e iniziatica elargita da Dio? Aspirare a raggiungere il Graal assume il valore di un metaforico cammino iniziatico verso l’Altissimo e verso la salvezza; un processo di ascesi e di purificazione che libera l’anima da catene materiali involutive.
Secondo Marcus Brody, grande amico di Indiana Jones, il desiderio che spinge gli uomini verso il Graal “è la ricerca del divino che è in tutti noi”, e alla luce dei nostri studi possiamo perfezionare questo concetto: il Graal è la testimonianza della presenza divina in mezzo a noi, una porta che dà l’accesso a una straordinaria conoscenza custodita e tramandata per millenni da una fitta rete di personaggi illustri e di società segrete.
La chiave per comprenderne il mistero è in una parola di eguale forza evocativa: Arcadia.
1 Genesi 17,6: “E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te nasceranno dei re.”
2 Deuteronomio 28,64: “Là servirai altri dèi, che né tu, né i tuoi padri avete conosciuti, dèi di legno e di pietra.”
3 Giovanni 1,9-11: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.”
4 Apocalisse 16,12-16.
5 Dominion (2016), Bloodlines (2017), Custodi dell’Immortalità (2020, Verdechiaro Edizioni), Il Segreto delle Ere (2019, Macro Edizioni).
6 Giovanni 1,2-3.
7 Apocalisse 16,14.
8 https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/menzogna.shtml
9 https://www.treccani.it/enciclopedia/dogma/
10 https://www.cattoliciromani.com/28-catechismo/40367-domanda-su-consacrazione-e-matrimonio/page2
11 https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/prassi-che-diventa-norma-nel-1215
12 Luca 14,26.
13 https://www.ilriformista.it/papa-francesco-sulle-orme-di-paolo-vi-addio-al-celibato-meglio-morto-176871/
14 https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/09/20/cosi-ho-trovato-il-papiro-sulla-moglie.html
Piero Ragone è filosofo, scrittore, studioso di religioni, ed è considerato uno dei massimi esponenti della ricerca e dell’esoterismo in Italia. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare. Laureato in Filosofia, ha all’attivo due corsi di formazione post-laurea e due Master: Comunicazione e Produzione Radiotelevisiva (Master I livello) e Formazione del Docente Documentarista Scolastico (Master II livello). Autore di testi di successo, ha pubblicato Il Segreto delle Ere con Macro Edizioni (2020); Custodi dell’Immortalità (2015), Dominion – Le Origini Aliene del Potere (2016), Bloodlines – La Storia delle Due Linee di Sangue che Preparano l’Avvento del Messia e dell’Anticristo (2017) e Il Tuo Destino Ti Troverà Per Quanto Lontano Tu Possa Andare con Verdechiaro Edizioni (2019). Nel 2020 ha curato la traduzione del Testamento di Salomone nel libro Formulario Magico e Antichi Esorcismi per la casa editrice Psiche 2. È creatore del personaggio Abigail Rain.