Il segno ascetico nell’arte del terzo millennio
Il progetto “Ascetic Sign”, ideato da Patrizia Patti, vuole analizzare, in maniera innovativa, il ruolo educativo dell’arte e dell’artista nella nostra epoca, indicando l’opportuna distinzione tra la vera arte e ciò che è, invece, esclusiva decorazione, artigianato o divertissement. Tale distinzione è valida anche per le scienze, dove gli operatori tecnici, seppur bravi, sono diversi dagli inventori geniali che creano qualcosa di universale. In effetti artisti e scienziati hanno uno stesso comune processo creativo, il cui risultato produce sempre qualcosa di nuovo, di vero e di bello. Senza queste tre peculiarità non vi è arte universale, né scienza innovativa avanzata. Questi ingegni creativi evoluti, secondo l’autrice, possono essere individuati da un limpido segno ascetico, un segno mistico d’amore universale che identifica e distingue, da tutte le altre, le loro luminose intelligenze dello spirito. Il libro Ascetic Sign, attraverso numerose tavole a colori di alcuni artisti tra i più significativi di ogni epoca, intende analizzare questo splendente segno, per promuovere una creatività scientifica, culturale ed artistica che possa rischiarare, con intelligenza d’amore universale, l’evoluzione dello spirito umano verso la conoscenza della propria essenza divina ed eterna.
Prefazione di Marisa del Re
Le note dello spirito di Caterina Luisa De Caro
Introduzione di Patrizia Patti
1. La distinzione tra opera d’arte e attività artistica
2. L’immaginazione e la fantasia
3. L’artista
4. L’artista dello spirito
5. L’arte dello spirito
6. Il segno sacro
7. Il segno ascetico nell’arte del terzo millennio
8. Riflessioni sulla bellezza e la bruttezza nell’arte
9. La funzione del segno ascetico femminile nell’arte
10. Le intelligenze dello spirito universale
Introduzione
di Patrizia Patti
Questo non è un libro di storia dell’arte, è un libro di amore per l’arte. Un’arte il cui segno sacro ha attraversato i secoli, arrivando fino ad oggi per dare vita, attraverso l’intelligenza del cuore, ad una nuova tendenza stilistica e concettuale: il segno ascetico dell’energia di amore universale nell’arte del terzo millennio.
Potrebbe essere considerato come un diario intimo, con alcune mie riflessioni, maturate nel tempo, molto essenziali nella forma e nel contenuto, rivolte ad ogni creatura di luminosa spiritualità e agli esseri di luce che vorrebbero capire, soprattutto con il cuore, l’arte in generale, le sue regole ed in particolare questa tendenza verso il trascendente, nata nel secolo scorso, che si sta affermando sempre più, in questo periodo, in ogni ambito artistico e scientifico, tra le anime più evolute e di sentimenti ispirati.
Queste considerazioni, frutto di anni di esperienza e di ricerca nei molteplici linguaggi artistici, sono espresse con parole semplici e comprensibili, volutamente al di fuori di strutture accademiche o universitarie, affinché possano arrivare direttamente al cuore e allo spirito di tutti, risultando così facilmente comprensibili alla collettività, senza l’ausilio di sovrastrutture interpretative.
È un progetto culturale che ha lo scopo di porre in evidenza l’importanza, nella nostra epoca, di sviluppare attraverso l’arte una conoscenza spirituale basata sull’energia d’amore e indurre riflessioni che possano contribuire all’elevazione dello spirito umano, incrementando quella particolare intelligenza universale, strettamente connessa con le alte vibrazioni del cuore.
Gli artisti visivi, generalmente, preferiscono narrare attraverso le loro opere, poiché trovano più faticoso raccontare in un testo ciò che hanno sempre espresso istantaneamente, con il solo sostegno di un’immagine creativa. Ciò avviene perché è noto come essi creino prevalentemente con la parte destra del cervello, quella intuitiva-immaginativa di intelligenza spazio-temporale, mentre il linguaggio è più confacente alla parte sinistra, quella logica. Quando queste due parti hanno un efficiente scambio avviene che artisti e scienziati riescano a scrivere qualcosa di elaborato che comunque sarà sempre volto ad una “dimostrazione” delle loro idee, precedentemente sviluppate grazie alla loro intuizione.
Per questo motivo nella storia dell’arte ci sono scarsi esempi di libri di pittori o scultori, a parte quelli eclatanti di Leonardo, di Kandinsky e pochi altri.
Il critico spiega in un lungo saggio quello che l’artista spiega in una sola immagine, in un solo istante!
Le mie parole, dunque, non vogliono sostituire il messaggio sintetico dell’opera d’arte, ma intendono semmai esprimere, con semplicità, la mia idea di arte, quella che io sento più aderente alla mia natura ascetica contemplativa e legata sicuramente alla scintilla della variegata e multiforme Verità, la cui sostanza immortale divina ed infinita è una energia luminosa ed incomparabile, che costituisce l’essenza vitale di ognuno di noi.
Una energia splendente che si crea in continuum e muta in eterno tutto quello che eterno non è, manifestandosi attraverso la forza creatrice dell’energia d’amore, la più potente dell’universo, l’unica in grado di creare e sostenere la vita, emanando bagliori di sublime Verità immensa e fuori del tempo.
L’arte ha ininterrottamente espresso questa divina energia, sempre in eterno divenire, che spinge lo spirito artistico verso l’ineffabile, l’immortale e il trascendente.
L’artista si è posto sempre al di fuori dei tempi, nella dimensione universale ed eterna della Verità, dalla quale cattura scintille luminose per offrirle, come un dono d’amore, all’umanità e pertanto la sua opera d’arte attraversa indenne le epoche perché si sacralizza e diventa imperitura, proprio in virtù della sua mediazione spirituale tra l’umano ed il divino.
Tutta l’arte è sacra, direi sciamanica, perché ha sempre messo in comunicazione l’umano con il divino e pertanto risulta fittizia la distinzione tra arte sacra e profana, semmai, si dovrebbe parlare di arte religiosa e arte profana o sociale solo in virtù dei diversi concetti espressi.
L’artista dello spirito desidera arricchire e perfezionare questa secolare sacralità primaria, aggiungendo una particolare spiritualità di amore universale, con un chiaro segno ascetico che rafforzi il messaggio metafisico di conoscenza eterna dell’Assoluto.
L’amore e lo spirito diventano così il fondamento vitale ed universale dell’arte del nuovo millennio e l’espressione peculiare del suo segno ascetico.
Questi valori sono sempre stati parte integrante della mia vita e l’essenza luminosa della mia creatività artistica.
L’energia d’amore è il segno ascetico dell’arte dello spirito del terzo millennio, una via dell’anima e il tramite evocativo che consente agli spiriti evoluti di poter conoscere la loro luminosa essenza divina spirituale e percepirla come scintillante sostanza vitale e infinita, racchiusa nella forma umana. Per tutto ciò tale energia può essere considerata una preziosa guida che conduce verso l’Assoluto.
Un’opera d’arte ascetica è una scintilla divina di amore universale eterno che prende forma nel mondo, un dono di luce purissima di energia vibrazionale elevata e protettiva.
Colui che, nella sua vita, non ha mai incontrato o ha dimenticato l’energia d’amore, non conosce la parte più preziosa e vera di se stesso. Per tale motivo la sua esistenza diventa arida, malgrado abbia raggiunto il potere, il successo o le ricchezze. Un essere umano che non ha nel suo cuore l’amore è uno zombie che cammina, un morto vivente che scambia il sesso con l’amore, privilegiando emozioni effimere e fredde, per paura del coinvolgimento sentimentale. Sono individui che ignorano o trascurano le evolute energie spirituali ed emotive, poiché spesso danno importanza solo al successo materiale. Per questo motivo non apprezzeranno mai completamente l’essenza autentica della loro esistenza, la calda luce dell’amore, poiché il loro cuore è anestetizzato dalla mancanza di questa potente forza che, nella sua vitalità, si esprime in energia, frequenza e vibrazione, come diceva l’intelligenza geniale di Nikola Tesla: “Se vuoi scoprire i segreti dell’universo, pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione”.
L’amore è sempre una scelta di energia, frequenza e vibrazione simile alla nostra. L’universo dei Veda indiani descrive poeticamente l’alta frequenza d’amore e la potente vibrazione di questa divina forza creatrice, primordiale: “…L’Uno respirava senza soffio, mosso soltanto da sé: non esisteva niente altro…”
Il Dio respira, vibra ed emana amore luminoso, l’unica energia creativa che dà origine alla vita. La materia è vibrazione, come indica la recente fisica nucleare e quantistica. È il respiro cosmico, il pneuma concepito da Anassimandro e declinato dagli antichi filosofi greci, ebraici e cristiani. È ciò che descrive l’inizio del mistico Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo ed il Verbo era presso Dio ed il Verbo era Dio…” È altresì, l’Essere perfettissimo di Elemire Zolla: “Energia essenziale pura in divenire.”
Occorrono pochissime parole per introdurre l’anima nella sublime contemplazione immortale.
L’arte dello spirito con il suo segno ascetico d’amore universale vuole esprimere ed evocare questo respiro cosmico che si concretizza in qualcosa di nuovo, qualcosa di vero e qualcosa di bello! Tutto il resto è altro… Il suo segno ascetico è un segno di rivelazione conoscitiva simile a quello degli scienziati e dei mistici.
Anche la scienza si avvia verso una “via del cuore” come l’ha ben teorizzata il grande fisico e teorico dei sistemi e delle alte energie Fritjof Capra nel suo celeberrimo libro Il Tao della fisica, nel quale descrive splendidamente la stretta relazione tra la fisica moderna e gli antichi mistici orientali.
La relazione tra arte ascetica, fisica e misticismo è una relazione di unità di energia primordiale, l’energia di amore universale, il respiro cosmico perennemente in divenire.
I grandi scienziati, dunque, con i mistici e i grandi artisti hanno sempre condiviso l’anelito d’amore e di conoscenza, elaborando in maniera equivalente l’approccio a questa energia divina.
E a proposito di divinità, vorrei precisare che ho scelto di usare un termine filosofico, cioè quello di Assoluto, riferito a Dio, per dare al pensiero un intendimento il più possibile universale, nonché come forma di rispetto per tutti i molteplici principi religiosi e di culto, sparsi nel mondo. Il Dio è unico ma i suoi nomi religiosi sono tanti, mentre i termini filosofici di Essere supremo, di Assoluto, di Verità, sono a mio avviso, più efficaci per la comprensione di un linguaggio odierno necessariamente globale.
Non è detto che un asceta sia sempre un artista: essere artista vuol dire avere la capacità di veicolare la bellezza eterna in un’opera d’arte sia essa visiva, musicale o teatrale, nella letteratura ecc. È il dono di saper creare e rendere fruibile, nella realtà, un simbolo di bellezza universale che rimanda all’Assoluto. Altrimenti San Francesco e tutti i santi e gli asceti della storia sarebbero artisti.
Ogni artista veicola la bellezza in modo diverso: Leonardo aveva il suo segno ascetico nello sguardo enigmatico dei suoi personaggi. Non era il suo famoso “sfumato” a far apparire le sue opere dei capolavori. La sua tecnica fu molto copiata, per ragioni di studio, specialmente dai giovani artisti.
Io stessa, che già a tredici anni avevo copiato un famoso quadro di Claude Monet, I girasoli, qualche anno dopo ero in grado di riprodurre anche le sfumature leonardesche, sia ad olio, come a matita o carboncino. Uno dei miei primi maestri, il grande artista Pericle Fazzini, rimase molto colpito da questa mia rara abilità, però mi consigliò di usarla in maniera più moderna e ricordo ancora, dopo tanti anni, che disse precisamente “più pittorica”, per evitare di cadere nello sterile accademismo; lui conosceva bene le accademie, essendo il titolare della prestigiosa cattedra di scultura a Roma.
E aveva ragione, il grande maestro Fazzini, ad affermare che copiare una tecnica eccelsa è un ottimo esercizio accademico ma poi si deve elaborare qualcosa di originale. Ed io che all’epoca avevo diciotto anni, capii subito che dovevo avere il coraggio di seguire il mio stile espressivo che si era già delineato in diverse esposizioni, malgrado la mia giovanissima età. Confesso che fu lui uno dei primi, insieme a Remo Brindisi, Renato Guttuso e alcuni altri maestri del Novecento, a dirmi che dovevo avere la consapevolezza di essere un’artista e non una semplice pittrice. Mi rimase impresso questo suo amichevole giudizio, formulato nel suo studio di Via Margutta, davanti ai suoi collaboratori e all’amico che mi accompagnava. Li per lì non capii subito l’immensa importanza di queste affermazioni, ma dopo tanti anni potrei dire che aveva ragione, anche se ancora oggi mi sembra un miracolo!
Erano gli anni delle avanguardie concettuali e dipingere o scolpire era considerato superato… Era in voga l’infondata convinzione che la tecnica inusuale e la provocazione fossero sinonimo di arte, per cui chi faceva performances con qualsiasi oggetto, fino ad arrivare ad esibire il proprio corpo, era considerato un artista, chi invece si esprimeva con le tecniche tradizionali era valutato un vecchio artigiano; poi, fortunatamente, la storia ha fatto capire che non era così. Andare contro corrente è stato faticoso ma esaltante perché ero in buona compagnia! Certamente si può affermare che una tecnica eccelsa spesso aiuta a creare e a far apprezzare un’opera d’arte ma solamente se quest’ultima riesce ad esprimere qualcosa di vero e di eterno. Altrimenti è vuoto esibizionismo decorativo.
Vorrei anche dire che quando parlo di opera d’arte non intendo solamente una pittura o una scultura, ma più generalmente un’opera di un artista dei vari linguaggi espressivi, cioè letteratura, poesia, musica, architettura, danza, teatro, cinema, fotografia, video art, moda, e altro.
Il tema dell’arte e il suo importante compito educativo della società e nell’evoluzione di ogni civiltà, è molto complesso e variegato. Il mio è un tentativo di indagine, necessariamente molto circoscritto, per non togliere troppo tempo alla pittura, la mia attività artistica primaria.
Queste poche riflessioni sul tema della spiritualità nell’arte, che guida ancora oggi la mia ricerca artistica vorrebbero, in conclusione, contribuire alla realizzazione di un mondo migliore, nel segno luminoso di una intelligenza del cuore.

Patrizia Patti, laureata in Lettere e Filosofia, artista mistica di fama internazionale, ha esposto in musei e gallerie in tutto il mondo. Ha partecipato alla storica Quadriennale di Roma del 1999 e a due Biennali Stauros, le uniche di arte sacra contemporanea, in Italia. È stata Condirettore e Direttore Artistico della celebre rivista di arte “Quadri&Sculture”, membro di qualificate commissioni nazionali e ha presentato, a Roma, in Campidoglio, in prima mondiale, il manifesto degli artisti dello spirito, “Ascetic Sign”. Attualmente conduce in diretta, ogni venerdì, una trasmissione di arte su Colors Radio, seguita in tutto il mondo da oltre 300.000 ascoltatori ogni puntata.