“Due realtà mi furono gradite nella mia esistenza,
l’Amore di Cristo sopra di me
e l’orgasmo della Donna sotto di me.
Il mio Spirito in Cristo
è lo stesso Spirito di Cristo.”
Qual è l’importanza dei Vangeli Apocrifi? Forse il modo migliore di accostarsi ai Vangeli Apocrifi non è tanto quello di stabilire se siano veri o falsi, eretici o non, quanto piuttosto partire dalla domanda se essi possano aggiungere qualcosa rispetto ai Vangeli Canonici nella comprensione del Cristo in sé o della sua opera salvifica. Mentre su questo aspetto pare che essi non aggiungono veramente nulla, non si può non ammettere una loro utilità nella comprensione di ciò che Cristo ha fatto per noi, quindi del senso stesso dell’opera soteriologica che il Vangelo di Filippo identifica nella riunione d’amore in Cristo fra Uomo e Donna, che erano stati separati fin dalla perdita del Paradiso Terrestre, cancellando per sempre l’ostilità inconscia fra i due sessi, vero scopo della Loggia Tenebri. La conclusione di questa riflessione è allora se non sia il caso di operare una revisione, dopo 1800 anni, del Canone biblico, che includa testi ritrovati solo di recente ma comunque citati dai Padri.
Classificazione schematica dei Vangeli Apocrifi
Correlazione analogica fra Vangeli Canonici e Vangeli Apocrifi
Le parole frammentarie di Gesù
La Cristologia secondo la Scienza dei Magi e l’iniziazione di gruppo
Cristo come non necessario, ma più che necessario
I quaranta Detti gesuani elettivi del Vangelo di Tommaso
Vangelo di Filippo
Vangelo di Bartolomeo
Vangelo di Nicodemo (parte B)
Differenze fra Bartolomeo e Nicodemo nella narrazione della discesa di Cristo agli Inferi
Differenze nella concezione della Gnosi fra il Vangelo di Bartolomeo e di Filippo
Apocrifi inter-testamentari in relazione agli Apocrifi dei Vangeli
Il Libro di Enoch
Principali differenze fra Pentateuco, Pentateuco enochico e altri testi inter- testamentari
Rapporto fra Tradizione profetica enochica ed essenica e fra Enoch e Melkisedek
Conclusioni teologiche bibliche
Possono gli Apocrifi illuminare sul senso della sessualità in Cristo?
L’evangelicità della Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (Pnei)
Storicità o escatologia perenne del Regno dei Cieli?
Verso una revisione del Canone biblico
Premesse Intezionali
Con il termine “Vangeli apocrifi” si intende un insieme numerosissimo di testi religiosi, scritti in lingua greca, copta o aramaica in genere dopo il 250 d.C., e riguardanti i diversi momenti della vita di Gesù, la sua infanzia e la sua Passione. La comprensione e la corretta valorizzazione dei Vangeli apocrifi, come del resto di ogni cosa, ma in particolare proprio per gli Apocrifi, dipende dal tipo di domanda da cui partire. Dopo secoli di sterili riflessioni, non ha più senso riflettere in termini soltanto di cronologia o di profondità esoterica di significato per il semplice fatto che, se il compimento di ogni realtà è la comprensione di Cristo sino al punto di vivere del suo stesso Amore e il suo medesimo Amore, la domanda da cui partire, evitando ogni giudizio precostituito di eresia, non può essere allora che quella su cosa possano aggiungere i Vangeli apocrifi rispetto a quelli canonici, non tanto in termini di eventuali Verità segrete ma ai fini di una migliore comprensione di quella Verità di Cristo già perfettamente evidente nei Vangeli canonici. Allora non si tratta più di stabilire se un dato testo apocrifo sia eretico o meno, per cogliere invece in ogni scritto apocrifo uno sforzo nella comprensione della identità di Cristo e delle sue conseguenze sui destini, non solo del singolo ma dell’intera Storia umana nell’Universo, che è Uno.
Ora, il termine “apocrifo” può essere interpretato in vari modi, il più semplice è quello di “scritti dopo” i quattro Vangeli canonici e dopo la formulazione del Canone biblico, cioè dei testi da considerare parte della Sacra Scrittura, avvenuta precocemente già durante il ii secolo d.C. A livello popolare, il termine “apocrifo” è venuto ad assumere un significato negativo in termini di non autenticità e falsità rispetto ai testi ritenuti invece ispirati da Dio e quindi da considerare come autentica Parola di Dio.
Va detto inoltre che alcuni scritti Apocrifi sono stati scoperti solo nel xx secolo, come è successo per i testi evangelici gnostici trovati a Nag Hammadi in Egitto nel 1947, contenenti tre dei principali Vangeli apocrifi con specifico valore cristologico: il Vangelo di Tommaso, il Vangelo di Filippo e il Vangelo della Verità. Secondo alcuni esegeti, il Vangelo di Tommaso potrebbe rappresentare la stessa fonte Q, una fonte di soli detti di Gesù che, in aggiunta al primo Vangelo canonico, quello di Marco, avrebbe portato alla formulazione dei Vangeli di Matteo e Luca, realizzando così la triade dei Vangeli sinottici, cioè strutturati secondo una sequenza similare. Una decisione papale o conciliare potrebbe anche portare a una revisione del Canone biblico, inserendovi testi teologicamente validi ma ritrovati solo secoli dopo.
Va detto infine che tanti testi Apocrifi sono andati perduti, e di essi non restano che alcune citazioni fatte dai primi Padri della Chiesa, fra i quali Ireneo di Lione nella sua riflessione sulle eresie. Ma se da un lato è vero che i Vangeli apocrifi non sono parte delle Sacre Scritture, dall’altro lato è parimenti vero che essi hanno influenzato l’arte cristiana e l’immaginario popolare forse più degli stessi Vangeli canonici, in particolare per quanto riguarda l’infanzia di Gesù, che i Vangeli canonici sembrano invece non considerare più di tanto al punto che in Marco e Giovanni – il primo e l’ultimo dei Vangeli canonici – essa non viene neppure menzionata nella sua fisicità. La nascita di Gesù in una grotta è riconducibile al proto-Vangelo di Giacomo, la presenza di un bue e di un asinello al Vangelo dello pseudo-Matteo e la vita di Giuseppe al testo della Storia di Giuseppe il Falegname. Ora, se il criterio cui riferirsi è quello della Cristologia, quindi della comprensione di Cristo, in accordo con la suddivisione teologica della Cristologia nello studio del Cristo in sé, quindi l’Ontologia di Cristo, e nello studio del Cristo per noi, vale a dire della dimensione salvifica soteriologica di Cristo nei confronti del genere umano, pur nell’inseparabilità fra i due aspetti della Cristologia, si può schematicamente ritenere che i Vangeli apocrifi non sono utili alla comprensione del Cristo in sé, alla quale sono perfettamente sufficienti i Vangeli canonici, rispetto cui non esiste nessuna verità segreta, data anche la loro tendenziale concezione adozionista della divinità di Cristo, cioè non originaria, ma determinatasi a seguito del Battesimo sino all’implicita negazione della divinità di Cristo da parte dell’ottica ebionita. Sono invece fondamentali per comprendere, anche secondo l’ottica razionale moderna, il senso dell’opera salvifica e redentrice di Cristo nei suo effetti radicali di trasmutazione della natura umana, fin nelle più oscure realtà dell’Inconscio, ciò che costituisce la Discesa agli Inferi, citata solo dal Vangelo di Nicodemo e dal Vangelo di Bartolomeo, nei quali vengono differenziati due entità negli Inferi e, quindi, due tipologie di Male: l’Ade quale potere luciferico in grado di riconoscere la potenza divina di Cristo, e Satana quale oppositore non trasmutabile di Cristo e quindi del genere umano.
Correlazione analogica
fra Vangeli canonici e
Vangeli apocrifi
In virtù della sola Regola eterna dell’Analogia, se quattro sono i Vangeli canonici, a loro volta concepiti come tre più uno (i tre sinottici e il Vangelo di Giovanni), quattro quindi nel senso di tre più uno devono essere i Vangeli apocrifi, come in effetti è: il Vangelo di Tommaso, il Vangelo di Filippo, il Vangelo di Nicodemo e il Vangelo di Bartolomeo, in quanto vettore ognuno di essi di una Verità non immediatamente deducibile dai Vangeli canonici, se non tramite la sensibilità profetica, con il Vangelo di Giovanni quale passaggio esoterico profetico-spirituale dai Vangeli canonici agli Apocrifi gnostici.
A conferma evenemenziale di questo, sta il fatto che un mimino di indicazioni sull’identità dei quattro Apostoli o discepoli citati e sui loro avvenimenti, vale a dire Tommaso, Filippo, Bartolomeo (con il nome di Natanaele), per quanto riguarda gli Apostoli, e Nicodemo fra i discepoli in segreto di Gesù, sono presenti solo nel Vangelo di Giovanni. Tommaso viene menzionato nel Vangelo di Giovanni in occorrenza di due episodi determinanti, quello della morte di Lazzaro e quello della testimonianza fisica della Resurrezione di Cristo. Ma in Giovanni, l’identità di Tommaso resta enigmatica. Filippo viene menzionato sempre in Giovanni quando, durante l’Ultima Cena, chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Bartolomeo, detto anche Natanaele, verosimilmente apparteneva, assieme a Filippo, alla Tradizione medio-platonica dei Terapeuti, una comunità simil-essena sita a sud di Alessandria d’Egitto. Infine, Nicodemo viene citato da Giovanni in due episodi, quello dell’incontro notturno con Gesù, in cui pone la suprema domanda esistenziale umana su come possa l’uomo rientrare nell’utero di sua madre e rinascere, e quello della sepoltura di Cristo con la mistura essena di aloe e mirra. A sua volta, il Vangelo di Tommaso costituirebbe il passaggio dagli Apocrifi ai Vangeli canonici, potendo costituire la fonte Q o una delle fonti Q degli stessi Vangeli canonici di Matteo e di Luca, secondo pertanto una circolarità ermeneutica spirituale fra Vangeli canonici e Apocrifi. Si può quindi proporre la seguente correlazione analogica fra Vangeli canonici e Vangeli apocrifi:
Vangeli Canonici |
Vangeli Apocrifi |
Giovanni |
Tommaso |
Luca |
Filippo |
Matteo |
Nicodemo |
Marco |
Bartolomeo |
Il Vangelo di Bartolomeo, che parte dal momento della vita di Gesù successivo alla sua sepoltura e dopo la sua Resurrezione, consiste essenzialmente nel racconto da parte di Gesù stesso risorto di ciò che avvenne durante la sua discesa agli Inferi, da concepire come la Memoria Inconscia che l’Umanità ha di se stessa nel Mondo. Dal punto di vista della sua origine, quella del Vangelo di Bartolomeo resta da determinare con certezza, potendo essere ricondotta solo in parte alla Tradizione gnostica cristiana, come avviene invece per i testi trovati a Nag Hammadi. In ogni caso, il valore del Vangelo di Bartolomeo, evenienza questa stranamente non notata da nessuno, né da parte cristiana né da parte islamica, consiste forse nel fatto che in esso (parte iv, cap. 54) viene identificata per la prima volta in forma esplicita la vera causa della inimicizia di Satana contro il genere umano, solo accennata in forma allegorica nel testo inter-testamentario del Libro dei Giubilei e dichiarata esplicitamente solo nel Corano (Sura ii, 30-35), quella del non riconoscimento della superiorità dell’essere umano, costituito di due nature, biologica e spirituale, sugli Angeli – fra cui Satana o Iblis – che sono invece puro spirito, quale compimento della sua Creazione agli occhi di Dio e all’opposto semplice miscuglio di spirito e materia, incompatibili fra loro agli occhi di Satana.
Il Vangelo di Filippo è analogico a quello di Marco nel sintetizzare l’Evento-Cristo nella sfida radicale e inevitabile fra Cristo quale signore del genere umano e Satana quale principe psichico del Mondo.
Matteo è correlabile con quello apocrifo di Nicodemo per il valore dato in termini di trasformazione radicale del Mondo e del potere della Morte a seguito della morte, della sepoltura e della Resurrezione di Cristo.
Infine Luca è assimilabile a Filippo per la centralità attribuita agli affetti umani, e innanzitutto alla relazione fra l’Uomo e la Donna nel cammino dell’esistenza verso l’Amore di Cristo, origine e compimento di ogni possibile Amore.
Particolare è anche la definizione che il Vangelo di Bartolomeo (parte v, capitolo 4) propone di “Peccato contro lo Spirito”, quella della opposizione cosciente contro coloro che servono il Proposito dell’Amore di Dio.
In definitiva, se da un lato è vero che i Vangeli apocrifi contribuiscono almeno in parte a risolvere l’origine del Male, identificata dallo stesso Gesù risorto non nella responsabilità umana, come pensato dalla Tradizione rabbinica, ma negli Arconti quali potenze maligne oppositive all’evoluzione spirituale della coscienza umana, secondo quanto citato nella Pistis Sophia, dall’altro lato resta irrisolta anche nei Vangeli apocrifi la questione dell’origine del Piacere – Dio o Satana – per cui l’unico testo scritturistico che affermi l’origine in Dio di ogni piacere umano biologico, psicologico e spirituale, resta il testo della Qoelet, là ove viene affermato (8,15): “Ed allora ho esaltato il valore del Piacere, perché per l’essere umano non vi altro bene sotto il Sole se non il mangiare, il bere e il godimento sessuale come le uniche realtà che gli sono alleate nelle fatiche della sua esistenza, nei giorni contati della sua vita e che Dio gli ha donato sotto il Sole”. […]
Annalisa Levi, nata a Milano, è laureata in Teologia e in Economia e Commercio.
Paolo Lissoni (Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e in Teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale) è considerato il padre della Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia clinica (Pnei), in particolare in ambito oncologico.