La presenza extraterrestre sulla terra
“Il Mistero Svelato” è un libro indispensabile per qualsiasi ricerca seria sul fenomeno UFO.
Paola Harris ha intervistato tutti i principali attori sulla scena internazionale, dal Colonnello Philip Corso a J. Allen Heynek, da Richard Boylan a David Icke, dal Dott. Michael Wolf a Russel Targ, da Uri Geller al Prof. John Mack, Clifford Stone, Robert O. Dean e tantissimi altri personaggi noti. Scienziati, militari e professori universitari che hanno lavorato nei servizi di Intelligence e in programmi di ricerca top secret svelano ciò che viene coperto da tempo dalle autorità americane in materia di UFO, tecnologia aliena e contatti. Il libro è corredato da numerose foto degli intervistati.
Mio padre mi disse: “Paola Harris sarà lì quando la verità verrà svelata. La maggior parte dei giornalisti che si occupano di UFO ha i propri piani personali. Paola è sincera, senza prevenzioni e una giornalista adorabile. Il modo in cui le nostre vite si sono incrociate non è stata una coincidenza. Solo Dio ne conosce le ragioni”.
Phil Corso jr.
“Paola Harris ha un istinto naturale per il giornalismo. Centra subito il cuore della storia mettendone a fuoco l’essenza. Fin dagli esordi in questo campo ha colto il senso profondo della presenza di forme di vita extraterrestri sulla Terra e nell’intero sistema solare. Conduce le sue interviste con intelligenza e calore. Il libro è un prezioso strumento che getta luce sulla più grande storia dei nostri tempi”.
Robert O. Dean.
Introduzione
Il dott. J. Allen Hynek
Colonnello Philip Corso
Il colonnello in Italia
La Vecchia Guardia
Colonnello Phil Corso
Jesse Marcel Jr.
Zecharia Sitchin
Sergente Robert O. Dean
R. Leo Sprinkle
J. Allen Hynek
Richard Sigismond
Linda Moulton Howe
Inizia la divulgazione
Monsignor Corrado Balducci
Richard Boylan, Ph. D.
David Icke
Dottor Steven Greer
Insiders
Sergente Clifford Stone
Ed Fouché
Dottor Michael Wolf Kruvant
Guy Andronik
NASA, Marte e basi sotterranee
Clark McClelland
Richard Hoagland
Dottor Richard Sauder
Il Contatto
Alex Collier
Eltjo Haselhoff
Derrel Sims
Il Fattore Paranormale
Ingo Swann
Russell Targ
Paul Smith
Courtney Brown
Uri Geller
Sincronicità
Dottor John Mack
La situazione mondiale
Epilogo
Biografia
Appendice
Introduzione
A volte cerco di ricordare come tutto questo sia cominciato. Personalmente non ho mai avvistato un UFO, né ricordo alcuno strano avvenimento nella mia infanzia. In definitiva, credo si sia trattato soltanto del logico percorso di una mia curiosità intellettuale. Sono convinta che il genere umano abbia l’inconscio desiderio di cercare la verità su alcune questioni fondamentali: chi siamo, da dove veniamo, e così via di seguito. Ci fu una cosa, però, che fece scattare in me un’improvvisa reazione emotiva: l’uscita, nel 1978, del film di Steven Spielberg Incontri ravvicinati del terzo tipo. Qualcosa, in quella storia, suonava vera, poiché sentivo mio il ruolo di Françoise Truffaut, il suo impegno assoluto a capire quell’incontro con un’intelligenza non umana e a trasformarlo in un evento veramente spirituale, al quale noi spettatori potevamo partecipare. Nel film, le sue parole agli scienziati sulla funzione del “contattato” Richard Dreyfuss e degli altri “contattati” che stavano disperatamente cercando di dare un senso alla propria traumatica esperienza, dovevano portare alla conclusione che “a questa gente era stato consegnato un invito speciale” per partecipare a un evento capace di trasformare l’umanità, cambiare la nostra percezione del mondo e lanciarci in una nuova dimensione.
Ricordo di aver pianto alla fine, dopo aver visto il saluto con le mani fra Truffaut e l’alieno, e quel sorriso di Truffaut. Che momento! Qualcosa mi fu strappato dal profondo dell’anima, una verità nascosta, qualcosa che avrebbe stimolato la mia curiosità intellettuale.
Nel 1978 non avevo ancora conosciuto J. Allen Hynek, ma avevo cominciato il mio lavoro nella scuola insegnando letteratura di fantascienza in un liceo di Broomfield, nel Colorado. Mi ero laureata al college in Rhode Island nel 1967, in inglese e in francese. Nel frattempo avevo svolto lavori temporanei mentre con gioia crescevo i miei due bambini, Lisa Marie e Todd, troppo occupata per tornare al lavoro. Nel 1977 presi un diploma di insegnante presso l’Università del Colorado, e quello all’High School di Broomfield fu il mio primo incarico. Mi era stata assegnata una classe che nessuno voleva poiché il professore titolare era in permesso. Letteratura fantascientifica era la materia, un nuovo corso facoltativo di inglese. Avevo un piccolo esercito di circa quaranta studenti, che raggiunse le 186 unità alla fine del mio incarico. La cosa divertente fu che il professore mi aveva avvertito che nessuna donna sarebbe riuscita a insegnare alla sua classe, e quando ebbe la prova del contrario la rivolle indietro.
Secondo l’approccio classico, leggemmo La macchina del tempo di H.G. Wells, Dune di Herbert, Brave New World di Huxley, The Martian Chronicles di Bradbury e molti altri libri del genere. Con la differenza che inserii alcuni articoli scientifici a supporto della materia trattata. A partire dal 1978 diventai rapidamente una futurologa, interessandomi tra l’altro alle potenzialità del computer: fui tra i primi a sperimentare la tecnologia laser in una classe. Fui anche alla World Future Conference che si svolse a Vancouver, negli anni Ottanta, alla quale lessi il lavoro di Marilyn Fergusen sulla possibilità di plasmare il futuro e ascoltai Frijof Capra parlare di spiritualità e meccanica quantistica. In quell’occasione da tutti era avvertita la necessità di aprirsi a un cambiamento nel pensiero filosofico, quello che in seguito si chiamerà “new age”. Ne rimasi affascinata.
Nel frattempo il mio corso era diventato così famoso che a un certo punto tutti cominciarono a chiedersi cosa stesse succedendo in quell’aula e quale segreto insegnamento avesse reso i ragazzi così entusiasti tanto da impegnarsi in ricerche e in letture, quando prima non avevano mai preso un libro in mano; cosa mai facesse aumentare il numero di iscrizioni al corso facoltativo di letteratura fantascientifica. In una comunità rurale del Colorado poi, dove molti ragazzi sono principalmente interessati ai cavalli, ai rodei e a guidare i loro pick up sulla strada principale. Di sicuro c’era qualcosa di strano, di sicuro l’insegnante era una tipa stramba. Seppi che il Pastore locale si irritò seriamente quando i suoi parrocchiani gli riferirono delle strane letture dei loro figli; ottenuto un incontro con il preside si sentì giustamente rispondere che oggetto dell’insegnamento è stimolare i ragazzi alla riflessione, alla ricerca. Ma il Pastore replicò che gli argomenti metafisici sono opera di satana e insistette che io cominciassi ogni lezione mettendo in guardia i ragazzi che quello che avrebbero appreso poteva essere “opera del diavolo”! Gli dissi che non volevo fare al diavolo così tanta pubblicità e che la religione non aveva niente a che fare con gli studi sul futuro da me trattati come materia scientifica. Discutemmo di clonazione, intelligenza artificiale, vita su Marte, comunicazione telepatica e di molti altri argomenti, oggi di grande successo, che più tardi sarebbero stati al centro di alcune delle mie più importanti interviste.
Negli anni Settanta questo tema era un tabù, e il Pastore si prese una copia di tutti i classici sopramenzionati alla ricerca dei passaggi che potessero risultare inappropriati per ragazzi delle superiori. Si dovrebbe aggiungere che la mia brillante direttrice del dipartimento di inglese entrò nel mio ufficio a informarmi che “qui c’è il diavolo” e che dovevo stare attenta allo strano materiale di cui mi occupavo, perché quello per lui era una porta aperta. Era semplicemente ignorante in materia, e non avrebbe mai potuto comprendere il livello di filosofia e di scienza presente nei classici di fantascienza. Era la scienza che contenevano quei libri ad affascinarmi.
In seguito, nel 2000, questo intreccio fra UFO e religione è tornato a perseguitarmi: fu in occasione dell’intervista radiofonica di tre ore all’Art Bell Show con Mike Siegal insieme a Phil Corso junior. Fu un’intervista molto interessante e obiettiva, ma le questioni affiorate evidentemente suscitarono le paure dei religiosi che gli UFO venissero dal diavolo: chiamarono gli ascoltatori a leggermi la Bibbia. Non riuscii a vederne l’attinenza dato che avevo parlato di “ingegneria tecnologica aliena” dal crash di Roswell, a meno che il diavolo non stesse diffondendo microchip e cavi di trasmissione. Rispetto sempre le opinioni altrui e mi limitai a dire: “Grazie d’aver partecipato”. Mike Siegel mi fu grato per averlo trattato con riguardo e mi chiese dove mi fossi nascosta fino ad allora, dato che avevo tante informazioni di prima mano e non ero ancora conosciuta nell’area principale della ricerca UFO, un campo in cui così poche sono le donne.
Stavo imparando. Quello che ancora non sapevo era che, come in Incontri ravvicinati del terzo tipo, ero stata invitata a partecipare.