Consigli, pratiche e messaggi per vivere serenamente la vecchiaia
“Un libro che tutti gli anziani dovrebbero leggere per organizzare nel modo migliore la propria vecchiaia.”
Tutti desiderano vivere a lungo ma ben pochi sanno invecchiare… e una volta invecchiati non riescono a organizzare la loro vecchiaia. Pertanto il dolce autunno della vita finisce per diventare una noiosa passeggiata nel giardino dei rimpianti. Questo libro nasce dall’esperienza diretta di un numeroso gruppo di anziani al fine di aprire uno spiraglio sull’arte della vecchiaia, proponendo consigli e buone pratiche. È pertanto una guida indispensabile per tutti coloro che desiderano prepararsi una vecchiaia serena e felice. Con le massime sulla vecchiaia della cultura popolare e sagge considerazioni di persone che hanno varcato felicemente il secolo di vita.
Capitolo Primo – Cambiano i ritmi della vita
Quando inizia la vecchiaia?
Anziani, vecchi e grandi vecchi
Si può rallentare la vecchiaia?
Mai mollare!
Il decalogo dell’anziano
La dieta dei cento anni
Il tripode della saggezza
Le tre regole della buona vecchiaia
Il settenario della longevità
Non fatevi mancare nulla
Sport, fino a che età?
Un bagno d’aria
Il secondo fiato
Sogni d’oro
Vecchiaia e civiltà tecnologica
Anziani e giovani
Disturbi verbali
Il medico di se stessi
Capitolo Secondo – La filosofia della vecchiaia
Elogio alla lentezza
Le attività piacevoli
La musica accende l’ottimismo
Un libro per sognare
Svuotare il sacco
Il volontariato
Socializzare in allegria
I colori della serenità
La ricetta di Francesco
Il digiuno mentale
Non sei solo
La festa dei nonni
Una pianta per amica
Le paure complicano la vita
Due amici fidati
I dolori nascosti
L’ultimo appuntamento
Lo sapete che…
Capitolo Terzo – Impariamo a difenderci
I maltrattamenti vanno denunciati
La violazione di domicilio
Circonvenzione d’incapace
Insulti al telefono
Rumori molesti
Sottrazione di corrispondenza
Attenti agli usurai
Ho diritto agli alimenti?
Il vitalizio alimentare
I danni provocati dagli animali domestici
Il bilancio familiare
Telecontrollo e telesoccorso
Pronto, telefono amico?
Anziani al volante
Una legge per tutelare gli anziani
Parola di centenari
Una massima al giorno
Conclusione
L’Autore
Bibliografia
Presentazione
Questo libro nasce dalla collaborazione tra l’OPA (Osservatorio Persone Anziane) e un gruppo di cittadini che hanno varcato la soglia della terza età. Lo stesso autore ha superato i novant’anni. Il contenuto pertanto non si fonda sui soliti consigli teorici, ma su esperienze concrete, con l’aggiunta della saggezza popolare.
Si tratta pertanto di un libro che tutti gli anziani dovrebbero leggere e meditare, al fine di ricavare qualche spunto per organizzare nel modo migliore la propria vecchiaia.
Dobbiamo arrangiarci da soli perché la politica, dopo avere distrutto la famiglia, dove gli anziani vivevano tranquillamente, ha anche cancellato la cultura della vecchiaia. Non abbiamo una legge organica per la tutela della terza età, anche se fra non molto un terzo della popolazione avrà superato i sessantacinque anni. Alcune Regioni hanno cercato di rimediare, con dei provvedimenti all’acqua di rose. Tante parole e pochi fatti.
È vero, ci sono le case di riposo. Ma perché non provano i politici a soggiornare in queste strutture che spesso hanno l’impronta dei lager. La pandemia del coronavirus lo ha confermato, con le centinaia di vittime qui ricoverate senza una adeguata assistenza e controlli regolari.
Non illudiamoci che le cose possano cambiare in tempi brevi. Avremo cambiamenti significativi solamente quando la politica si renderà conto che al centro di tutto non si può mettere il mercato e il profitto ma l’uomo, con tutti i suoi problemi, che nella vecchiaia aumentano.
Per arrivare a una giusta tutela dell’anziano dovrà passare sotto il ponte dell’indifferenza molta acqua. Per il momento dobbiamo pertanto imparare a organizzarci da soli. E questo libro può aiutarci.
Capitolo 1
Cambiano i ritmi della vita
La vecchiaia è l’albero della saggezza.
F. de La Rochefoucauld
Quando inizia la vecchiaia?
C’è una convinzione generale secondo la quale l’inizio della vecchiaia coincide con il pensionamento. Ed è una convinzione sbagliata, sia perché la maggior parte delle persone, dopo i 65 anni, riprende un rapporto di lavoro, seppur con orari ridotti, e poi anche perché arrivata all’età della pensione si sente ancora in piena forma. Soprattutto se si tratta di donne.
In base a dati recenti, la macchina umana inizia a invecchiare tra i quaranta e i cinquant’anni. Ma i segni non si vedono ancora. Bisogna arrivare ai settant’anni per vedere la pelle aggrinzita, i capelli bianchi e le ridotte capacità visive e uditive.
Segue la difficoltà a concentrarsi e la mancanza di forze. Non si può comunque generalizzare sull’inizio della vecchiaia. Dipende da vari fattori, incluso quello genetico.
Che cosa dobbiamo fare quando compaiono i primi sintomi della vecchiaia? Per prima cosa dobbiamo rallentare il passo e modificare i ritmi della vita. È consigliabile ascoltare i segnali che provengono dal corpo, a partire dall’apparato locomotore, perché le ossa, i tendini e i muscoli sono i primi a farsi sentire, a causa della perdita di sostanze minerali. Arrivati a questo punto bisogna evitare gli sforzi fisici e si deve anche prestare la massima attenzione a dove si mettono i piedi, perché una caduta potrebbe rovinare la vecchiaia.
Non dimentichiamo che anche il cuore invecchia e la stessa cosa va detta per il sistema circolatorio. È consigliabile pertanto evitare le emozioni intense e gli stress. Se poi insorge di tanto in tanto qualche dolore al costato è consigliabile un controllo cardiologico.
Teniamo comunque presente che ci sono due età, quella biologica e quella anagrafica, che spesso non procedono di pari passo. Questo spiega il motivo per cui abbiamo persone di novanta e più anni che coltivano ancora piacevoli interessi, mentre persone di settant’anni si sentono finite e si lasciano andare.
Alle due età, biologica e anagrafica, si aggiunge anche quella psicologica. Chi sa coltivare pensieri positivi rallenta la vecchiaia.
Il fattore genetico ha comunque un peso determinante. Se i nonni e i genitori hanno vissuto una bella vecchiaia e sono diventati longevi, sarà probabilmente così anche per i discendenti.
Non si può comunque generalizzare sui tempi dell’invecchiamento. È una questione individuale, perché la vecchiaia è il risultato di tutta la vita. Pertanto se qualcuno vi chiede l’età guardatelo sorridendo negli occhi e invitatelo a scoprirla. Perché l’età che conta, cioè quella biologica, si deduce dall’aspetto fisico e non dai registri anagrafici.
Anziani, vecchi e grandi vecchi
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (oms) ha stabilito che si diventa anziani a 65 anni. Dopo i settant’anni si è vecchi e dopo i novanta si è grandi vecchi. Da più parti era stato invece proposto di considerare anziana una persona dopo i settant’anni, e senior dopo gli ottantacinque.
Questo anche perché il percorso della vita si è allungato. Recenti dati statistici dicono che quattro settantenni su dieci continuano ancora a lavorare, seppur con prestazioni part-time. Possiamo pertanto definire vecchio chi ha ancora interessi lavorativi? Sempre le statistiche dicono che i più longevi sono gl’insegnanti, con una media di ottantacinque anni, seguono i liberi professionisti, il clero e gli artigiani. Quelli che vivono di meno sono gli operai. Va poi sottolineato che la longevità preferisce le donne. Su cento ultrasettantenni, cinquantacinque sono donne.
Dai dati forniti dal Censis si rileva che il quattordici per cento della popolazione ha superato i sessantacinque anni e, secondo calcoli attendibili, in tempi ormai non lontani una quarta parte della popolazione entrerà nella fascia dell’anzianità.
Attualmente abbiamo circa duemila centenari e il numero è destinato ad aumentare. Nelle statistiche dell’Unione Europea l’Italia è al secondo posto per la longevità. Al primo posto abbiamo la Francia e al terzo posto il Belgio. Aumenta il numero delle persone anziane, ma nessuno ha provveduto per una legge organica in loro difesa. Alcune Regioni hanno cercato di rimediare, ma alla fine hanno fatto ben poco. Questa è una grave lacuna, considerando che la maggior parte degli ultraottantenni vivono da soli, in balìa di badanti spesso senza scrupoli.
C’è insomma una grande disattenzione per la vecchiaia. Ed è una disattenzione inumana, oltre che irresponsabile. Questo perché si sciupano somme considerevoli per le rsa (Residenze Solidali Anziani), mentre con una accurata e controllata assistenza domiciliare si potrebbero risparmiare centinaia di milioni all’anno e si aiuterebbero gli anziani a rimanere nelle loro case, con una vita accettabile.
Attenzioni particolari vanno rivolte ai grandi vecchi, quando superano i novant’anni. Il Comune di Milano al centesimo compleanno consegna l’Ambrogino d’oro. Ma la maggior parte dei comuni manifestano la completa indifferenza verso i cittadini che superano il secolo. E questo è un affronto a tutta la collettività, considerando il contributo che ogni anziano ha portato alla società.
Alcuni Paesi dell’Unione Europea, come l’Ungheria, per i cittadini che superano i novant’anni e vivono solo con la pensione, hanno stabilito lo sgravio fiscale. Questo vuol dire maggiorare il trattamento pensionistico circa del venti per cento.
Insomma, è stato speso tempo e denaro per la classificazione della vecchiaia, ma è stato fatto ben poco per i vecchi. E questo non va proprio bene.
Si può rallentare la vecchiaia?
Da sempre l’uomo ha cercato i più curiosi artefici per allungare la vita. E molti avventurieri ne hanno approfittato, creando illusioni e manipolando elisir per allontanare la vecchiaia.
Dalla leggenda di Faust, misteriosa figura di alchimista tedesco del xiv secolo, agli ultimi ciarlatani che assicurano ancor oggi la longevità con prodotti a base di latte di capra, vitamine e oligominerali, c’è tutta una storia. Ed è una storia veramente squallida perché si cerca di fare leva sulla buona fede delle persone ingenue, le quali non si rendono conto che la vecchiaia si rallenta solamente con un tipo di vita corretta, austera, morigerata e tranquilla.
Alcuni secoli fa i ricchi cinesi mangiavano i testicoli delle scimmie giovani e gli indù i testicoli dei leoni, nella convinzione di allontanare la vecchiaia.
Innocenzo viii fece trasfusioni con il sangue di esuberanti giovani, perché gli era stato assicurato che «il sangue giovane faceva segnare il passo alla vecchiaia». Il risultato, dicono gli storici, fu disastroso perché i giovani morirono e il Pontefice si ammalò. Pio xii e alcuni regnanti, negli anni Trenta del secolo scorso, ricorsero al siero Voronoff. Poi entrarono sulla scena il Gerovital della dottoressa Ana Aslan e la terapia cellulare di S. Niehans, al seguito di uno sciame di pillole. Fu tanto fumo, che svanì nel giro di poco tempo.
Oggi si punta molto sulla qualità della vita, a iniziare dalla gioventù. Alcuni geriatri consigliano di evitare ogni tipo di stress. E naturalmente sono da evitare gli alcolici e il fumo.
Bisogna insomma condurre una vita ricca d’interessi, ma morigerata, soprattutto quando si entra nel “decennio nero”. Viene così definito il decennio che va dagli anni ottanta ai novanta, durante il quale si verifica il maggior numero di decessi. Superati gli anni novanta c’è una ripresa, tanto da garantire ancora qualche anno di vita tranquilla, a condizione che non si facciano imprudenze. La stanchezza, fisica e mentale, per esempio, non va bene a cinquant’anni, mentre diventa un veleno quando si arriva a novant’anni.
Il grande segreto sta nel saper accettare quello che il destino ci fornisce, senza rincorrere vaghe illusioni.
Dobbiamo renderci conto che c’è un tempo per tutto. Così per la gioventù, come per la vecchiaia. Sta a noi vivere nel miglior modo possibile, senza rimpianti e preoccupazioni per il domani. Quando la vecchiaia si presenta sulla porta di casa dobbiamo imparare ad accoglierla con il sorriso sulle labbra. L’unica possibilità che abbiamo è quella di imparare a convivere con lei. E può essere una convivenza serena, alle volte anche piacevole. Considerando che in vecchiaia si riescono a cogliere determinati aspetti della vita che in gioventù sfuggono.
Renzo Baschera è un giornalista e scrittore di origine friulana, che risiede in Piemonte. Per alcuni anni ha curato l’ufficio stampa dell’OPA (Osservatorio Persone Anziane). Ha condotto una serie di ricerche sulla medicina alternativa-olistica e sui messaggi profetici.
Ha collaborato con diversi autorevoli quotidiani, settimanali e mensili come Il Messaggero, Italia oggi, L’Italia, La Domenica del Corriere, Gioia, Il Mondo, L’Espresso e Historia. Con Mondadori ha pubblicato Io ti guarirò, I sogni profetici, Per una vita serena, Geometrie mistiche e I poteri esoterici degli animali e delle piante. Con la casa editrice Armenia ha pubblicato Una veggente di casa Savoia e Profezie sul mondo che sarà. Con MEB ha pubblicato Le ricette magiche di Nostradamus e Il grande libro delle profezie.