Vita, morte e miracoli di due sognatori, Francesco Grignaschi e David Lazzaretti, la storia dei Magnetici.
Questo libro, frutto di una attenta ricerca da parte di Giorgio Baietti, racconta la storia di Don Grignaschi, sacerdote di un piccolo paese di montagna che fece molto discutere e che è tuttora ricordato con grande reverenza nei luoghi dove si svolse la sua storia. Grazie a lui un grande sogno diventa realtà: il vero Regno di Dio prende forma, e la Gerusalemme Celeste di colpo si realizza in un paese della collina piemontese della metà dell’Ottocento.
Un credo in cui la donna, il “femminino sacro”, rappresenta il punto focale e la base su cui edificare una religione che è nuova ma, allo stesso tempo, antichissima, perché affonda le radici nel cristianesimo delle origini e nei culti precedenti. Questo è ciò che crea Francesco Grignaschi il quale, durante la celebrazione di una messa domenicale, sente una voce misteriosa che gli annuncia un grande compito; da quel momento diventa l’incarnazione di Gesù Cristo e come tale dovrà redimere l’umanità intera.
Altro personaggio di spicco di questo libro è David Lazzaretti, il profeta che dalle colline toscane lancia un messaggio universale di pace e giustizia sociale. La sua voce è molto ascoltata, soprattutto in Francia, ma incute terrore nei benpensanti nostrani. L’insegnamento di questo uomo leggendario caratterizzerà tutta un’epoca ed è assolutamente attuale anche oggi a più di un secolo di distanza. David aveva un solo scopo nella vita: creare il Regno di Dio su questa terra, aiutando i deboli e i poveri e portando a tutte le genti il proprio messaggio di salvezza e di amore.
Prefazione
Capitolo 1
I misteri di Cimamulera
La madonna dai capelli rossi
Capitolo 2
L’avventura in Monferrato
Le donne del destino
Capitolo 3
Viarigi, ovvero la Gerusalemme celeste
I favolosi 57 giorni
Il sangue e la luce
Capitolo 4
La croce misteriosa
L’inizio della fine
Capitolo 5
Il processo
Amici e nemici
Capitolo 6
Il giudizio degli uomini
Quello che resta della luce
Capitolo 7
Il ritorno della Madonna dai capelli rossi
La fine e l’inzio
Capitolo 8
David Lazzaretti: il Messia del Monte Amiata
L’eremita sognante
Il ritorno
Capitolo 9
La leggenda del Santo montanaro
Il grande monarca
Capitolo 10
Dalla Francia all’eternità
Ancora un ritorno, ancora un problema
L’appuntamento con il destino
Tutto è compiuto
Conclusione
Introduzione
DUE UOMINI, DUE MITI
E LA SACRALITÀ FEMMINILE
Francesco Grignaschi e David Lazzaretti erano innanzitutto due uomini. Vissuti nell’Ottocento, un secolo che non brilla certo per la parità dei diritti tra maschi e femmine e in aree rurali e arretrate, con il loro pensiero e la loro opera hanno saputo dare una grande importanza alla donna nella sua essenza di creatura materiale e spirituale, riuscendone ad esaltare l’essenza più pura. Due uomini che hanno creduto nel femminino sacro e nelle sue potenzialità; due uomini che hanno capito che senza questo riconoscimento dell’energia femminile, nulla si sarebbe potuto realizzare. Nelle pagine che seguono troverete le tracce di tutto questo e le donne che hanno rivestito un ruolo da vere protagoniste, mantenendo sempre un aspetto discreto e, apparentemente, subalterno. Anche in questo vi è la loro grandezza.
Donna: un nome di cinque lettere che racchiude un intero alfabeto di vita, storia, sensazioni e misteri. Il primo e il più grande è quello che riguarda il fatto per cui, nel Ventunesimo secolo, si debba ancora parlare di parità di diritti!
Ma restiamo al nostro alfabeto e, quindi, iniziamo con la lettera A, come Asherah, la Grande Madre della mitologia semitica, nota come Ishtar e Astarte, una divinità molto potente e celebrata dai Fenici ai Babilonesi e le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Le sue tracce si possono trovare in testi ugaritici risalenti a un periodo precedente al 1200 a.C., testi che la chiamano con il suo nome completo “Colei che cammina sul mare”. Una Madonna o una Maddalena di dodici secoli prima?
Nella Bibbia ci sono molte citazioni di una “Regina del cielo” che potrebbe essere Asherah ma che le varie traduzioni (e cancellazioni) hanno occultato. Nel Libro dei Re, però, si cita una statua di Asherah nel Tempio di Yahweh a Gerusalemme. A questa statua venivano offerti oggetti di tessuto prodotti dal personale femminile del Tempio. Il testo usa anche il termine “asherah” in due sensi, per riferirsi ad un oggetto religioso o per definire il nome della divinità. Ciò che conta è che Asherah non era la moglie di Yahweh, non era una sua sottoposta ma era pari a lui, l’aspetto femminile di Dio. Nel Tempio di Salomone molte erano le statue dedicate a Asherah, tante quante quelle dedicate a Yahweh, ma a causa della furia iconoclasta di due re (uomini, ovviamente), Asa e Hezekiah, le statue di Asherah scomparvero dal Tempio.
La distruzione delle statue non riesce a cancellare il culto della Dea madre, l’emblema del femminino sacro e questo diventa come un fiume sotterraneo che scorre sotto le apparenze e le consuetudini religiose per emergere, ogni tanto, in tutto il mondo e creare un vero scompiglio nelle coscienze. Sempre restando fedeli al nostro alfabeto, ecco la lettera M, quella di Maria Maddalena la donna amata da Gesù, che Gesù “baciava sulla bocca”, odiata da Pietro e dalla cultura maschilista e ortodossa in ogni tempo. Dopo la crocifissione Maria Maddalena è privata di Colui che la difendeva da ogni attacco ed è costretta alla fuga. È questo un tema su cui si dibatte da secoli e cioè la sua partenza dalla Palestina e l’approdo sulle coste meridionali dell’odierna Francia. Poco dopo la crocifissione di Gesù, Maria Maddalena insieme ai fratelli Marta, Lazzaro, Maria Salomè, una bambina nera di nome Sara e Giuseppe di Arimatea, viaggiarono per mare fino alla costa dell’attuale Provenza. In questa zona del sud della Francia il culto della Maddalena è ancora oggi vivo e pulsante. A Rennes le Chateau, ad esempio, villaggio dai molti misteri ed enigmi che ho ampiamente trattato nelle mie precedenti pubblicazioni, lei è la protagonista religiosa assoluta; tutto è dedicato a Maria Maddalena: la chiesa, dei sentieri, una cascata che chiude un percorso detto “Sentiero dei Catari”.
E proprio i Catari stessi (creatori di una religione cristiana dualista nel Medio Evo e argomento di grandissimo fascino che merita una storia a sé) davano grandissima importanza alla donna, tanto che nella loro chiesa i vescovi erano indifferentemente maschi o femmine. Vescovi donne ottocento anni fa… già questo dovrebbe far gridare al miracolo! Questa religione pura e semplice venne distrutta proprio a partire dal giorno della festa di Maria Maddalena, il 22 luglio 1209, quando a Beziers, città della Provenza, non distante da Rennes le Chateau, tutti gli abitanti furono trucidati dalle truppe di papa Innocenzo III giunte lì per debellare “l’immonda lebbra del sud” per citare le parole del pontefice. I soldati papali chiesero al vescovo che li guidava come avrebbero fatto a distinguere i Catari dagli altri cristiani e esemplare fu la risposta: “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”. E così avvenne. La “Crociata contro il Graal” per usare le parole di Otto Rahn era iniziata e si sarebbe conclusa dopo trentacinque anni, nel 1244 dopo innumerevoli morti e distruzioni, sulla montagna di Montsegur, luogo simbolo del loro martirio.
Anche con Maria Maddalena è stata fatta un’azione di distruzione, riflettendo l’atteggiamento della Chiesa medievale verso le donne. Di lei si costruì un’immagine che non corrispondeva per nulla al personaggio di cui si parla nei Vangeli. Si fece di lei una prostituta pentita, sminuendo e ridicolizzando così la sua importanza. Solo negli ultimi anni del Novecento la sua figura è stata vista dagli studiosi sotto una luce molto diversa ed oggi ha, in parte, l’importanza che merita.
Del resto lei è la sola donna, eccettuata la Vergine Maria, menzionata con il suo nome in tutti i Vangeli. La sua presenza ai piedi della croce ne fa la prima testimone della Resurrezione.
Bisogna anche tener conto che proprio Maria Maddalena fu la prima a ricevere tra i discepoli un incarico direttamente da Gesù: portare la notizia della sua Resurrezione agli apostoli. La Chiesa primitiva riconobbe l’importanza di questo episodio e le diede il titolo di “Apostola apostolorum”, cioè apostola degli apostoli. La Chiesa successiva operò all’opposto.
In realtà, le donne avevano un ruolo molto importante nella missione di Cristo, anche se, leggendo i Vangeli, si ha l’impressione che i discepoli fossero solo uomini. Solo nel Vangelo di Luca vi è un riferimento alle donne. Negli altri tre Vangeli, stranamente, la presenza femminile è nominata solo ai piedi della Croce; forse per il fatto che le donne sono rimaste fedeli a Lui fino alla fine?
Nei confronti di Maria Maddalena gli apostoli erano ostili, provavano un sentimento di rivalità, dettato sicuramente dalla gelosia per il rapporto stretto che lei aveva con Gesù e per il fatto che una donna ricoprisse un ruolo tanto importante. La Maddalena appare, comunque, come una figura scomoda per la Chiesa ufficiale, una donna dal ruolo ambiguo, santa e peccatrice, un’antitesi perenne. Bisognerà attendere il 1969, quando Paolo VI revocò ufficialmente l’etichetta di prostituta affibbiata a Maddalena da papa Gregorio, ammettendo così il proprio errore. Ciò nonostante l’immagine ambigua della Maddalena è rimasta per molti, per troppi.
Nei Vangeli, l’immagine che più la caratterizza è quella di lei che asciuga i piedi di Gesù con i suoi lunghi capelli: un atto sicuramente intimo, se compiuto in pubblico da una donna. Lei è ritratta con i capelli sciolti, a capo scoperto e questo era inammissibile per la religione e la tradizione di quei luoghi e di quei tempi. Gesù e Maddalena, però, non danno assolutamente importanza alla cosa, per entrambi è un atteggiamento del tutto naturale. E questo è strano, perché l’unzione dei piedi non era una consuetudine ebraica ma si rifaceva ad un rito pagano antichissimo.
Ai tempi di Cristo esisteva un rito pagano sacro in cui una donna ungeva il capo, i piedi e i genitali di un eletto per prepararlo ad un destino molto particolare. Era la cerimonia di accoppiamento o sizigia tra un dio e una dea e anche se uno dei partecipanti era umano, con quel rito simbolico rappresentava la divinità. L’unzione era un aspetto fondamentale della preparazione rituale della cerimonia, nella quale il sacerdote-re era pervaso dalla potenza del dio, mentre la sacerdotessa-regina era posseduta dalla grande dea. Senza il potere della donna, il sovrano prescelto non avrebbe potuto regnare, due corpi uniti in un solo grande, immenso spirito.
Lo stesso “Cantico dei Cantici” è visto da alcuni ricercatori come un antico poema liturgico relativo alla cerimonia dello hieros gamos di Iside ed Osiride. Lui muore e lei lo cerca piangendo fino a quando la coppia sacra si ritrova. Altri esempi sulla potenza del rapporto maschile-femminile li troviamo anche tra Adone e Venere, Tamuz e Ishtar. Si potrebbe continuare nell’elenco, ma ciò che conta sottolineare è che senza la donna (dea), l’uomo (dio) non può nulla, non è nulla. E viceversa. Tagliare questa “coppia” non porta frutti, è solo la parvenza di un potere effimero, una dicotomia sterile destinata a finire, più o meno, presto. Gli antichi lo avevano capito!
Grignaschi e Lazzaretti, facendo tesoro di questi insegnamenti, diedero alla Donna, alla Dea Dimenticata, il posto che le spettava. Anche per questo furono condannati e distrutti. Solo in apparenza. Il loro fiume sotterraneo di conoscenza è nuovamente emerso e sta scorrendo tra le vostre mani. Buona lettura!
Giorgio Baietti
Giorgio Baietti è laureato in Lettere e in Sociologia, insegnante e giornalista, direttore responsabile del periodico “Dimore” con sede a Roma. Nel 1986, leggendo un manoscritto, ha avuto una folgorazione sulla via di Genova (città dove studiava), coniugando per sempre il proprio nome con quello di Rennes le Chateau, villaggio francese dei misteri, a cui ha dedicato una serie di saggi, una guida, un racconto e un romanzo (I guardiani del tempo, ed. Piemme). Ultimamente si è dedicato a fenomeni nostrani ed ha trovato in Piemonte e in Toscana alcune località degne di essere studiate, analizzate, amate. Ha scritto questo libro con lo scopo di illustrare le figure altissime dei due protagonisti e lanciare un messaggio di pace e di amore universali.
Un Commento su ““La Dea dimenticata””
Giorgio Baietti, a mio avviso, una persona molto sensibile; e’riuscito a lanciare un messaggio di pace e di amore.
La donna rimane sempre una figura importantissima nella vita dell’uomo.
Gli antichi, infatti avevano capito tutto. L’uomo( DIO) senza la donna (DEA) non e’ nulla e non puo’fare nulla.
Non possiamo quindi dividere questa coppia, non porta nessun frutto.
Nella storia, infatti, dietro ad un eroe, ad un grande uomo c’e sempre una grande donna.
Nel corso dei secoli sono successi molti cambiamenti, che hanno sconvolto le menti e le abitudini.
La donna, come creatura e’a mio avviso, “angelo del focolare”, madre, moglie ed il suo posto e’accanto all’uomo.
Scusate la mia semplice esposizione, ma questo e’il mio pensiero.
Grazie
Maria Grazia Cima