L’autrice, nel 1979, guidata da quelle spesso invisibili energie che ci sospingono verso una direzione piuttosto che in un’altra, decise di andare a conoscere i primi Medicine Men arrivati in Europa, che si erano, per così dire, accampati in un villaggio montano sulle Alpi svizzere.
L’incontro fu sconvolgente e determinò l’inizio di un percorso personale di crescita che l’autrice poi condivise, portando in Italia uno degli sciamani conosciuto in quel frangente, per il quale cominciò a organizzare diversi campi seminario. L’afflusso di persone confermò una volta di più che si stava entrando in un’epoca diversa, dove la crescita personale iniziava a diventare una necessità quasi vitale.
In queste pagine l’autrice racconta quegli anni, seguendo il filo conduttore degli insegnamenti della Ruota della Medicina, che accompagna alla narrazione delle diverse esperienze dei rituali, condivise dall’autrice e dai partecipanti.
Così per esempio viviamo con loro l’esperienza della Sweat Lodge (capanna sudatoria), il buio, il calore che cresce, il disagio e la fatica a cui il corpo è sottoposto, ma anche la fatica di mantenere la lucidità, mentre si tenta di riconoscere, in mezzo alle mille voci che sopraggiungono a distrarre, la voce della vera intuizione…
Un libro che renderà partecipi di questa crescita e farà desiderare ardentemente di essere stati presenti e aver vissuto in prima persona le esperienze dell’autrice.
Indice
La via del Guerriero
Premessa
L’inizio di un viaggio
Il testo
Il mito della Creazione
Dal diario di un campo
And the journey begins
La preparazione della Sweat Lodge
Entrare nella Sweat
La Ruota di Medicina
Il Sud
Imparare a comprendersi
L’Ovest
Morire dentro
Il Nord
L’animale di potere
L’Est
La visione
Le sottodirezioni
Costruire la Ruota di Medicina
L’Albero Rifiorente
I cicli delle quattro Grandi Lune Sacre
La prima Grande Luna del Sud
La seconda Grande Luna dell’Ovest
La terza Grande Luna del Nord
La quarta Grande Luna dell’Est
Esempio
Il segno dell’infinito
La conta dei XX e la Sacra Pipa
Il dono del Potere
Firebreath per le donne
Firebreath per gli uomini
Note per ambedue i sessi
Sono un Wicasa Wakan un Uomo di Medicina
Il Grande Mistero
La qualità del tempo
Post Scriptum
Appendice
La Danza atzeca delle 4 direzioni
Le parole di Capo Seattle
L’Astrologia terrestre di Sun Bear e Wabun
Il Tempo di Waboose – Nord – Inverno – Bisonte Bianco
Il tempo di Wabun – Est – Primavera – Aquila
Il tempo di Shawnodese Sud – Estate – Coyote
Il tempo di Mudjekewis Ovest – Autunno – Orso Grizzly
Le energie dei cristalli
L’Autrice
Note
Verdechiaro Edizioni
Colophon
Il Cerchio della Ruota di Medicina
è l’universo. È cambiamento, vita, morte,
nascita e apprendimento.
Questa grande loggia è la loggia dei nostri corpi,
delle nostre menti e dei nostri cuori.
È il cerchio entro cui esistono tutte le cose.
Il cerchio è il nostro modo di toccare e di sperimentare
l’armonia con ogni altra cosa attorno a noi.
E per coloro che cercano la comprensione
il cerchio è il loro specchio.
Questo cerchio è l’albero rifiorente.
(Da “Seven Arrows”, H. Storm, traduzione dell’Autrice)
La Ruota di Medicina è la rappresentazione che esprime le forze del creato. La creazione tutta è vista come espressione di quattro forze naturali principali che la vivificano. Queste sono le forze delle quattro direzioni cardinali. Il concetto non è nuovo, anche nella nostra tradizione esoterica si suddividono le energie del creato nelle quattro direzioni cardinali e lo stesso avviene con la concezione astrologica dei divenire della vita.
Concettualmente possiamo illustrare il significato delle direzioni. Tuttavia, per comprenderle veramente si deve viverle. Entrare in contatto e sentire col cuore significa sperimentare. Molta gente vive la sua intera vita senza mai entrare in contatto o essere toccata da alcunché. Sono Individui che vivono in un mondo mentale e di pensiero che, a volte, li può condurre verso la gioia, le lacrime, la felicità o il dolore. Tuttavia non entrano in contatto veramente. Non vivono e non diventano uno con la vita. (ibidem).
Il rituale è ciò che permette al Nativo di divenire consapevole di queste forze operanti nel creato e di riconoscerle così nella vita e farne esperienza. La Danza del Sole – ovvero la vita – è quindi rappresentazione e sperimentazione delle forze insite nel creato e in se stessi. La vita intera viene considerata una Danza del Sole, che l’individuo deve percorrere per imparare e crescere.
Danzando con la vita si percorre la Ruota di Medicina e si interagisce con le forze delle quattro direzioni, sperimentandole apertamente, infatti la Ruota si deve percorrerla, così da entrare in contatto vero con tutte le caratteristiche delle direzioni, per completarci sempre di più: Intanto che impariamo cambiamo, e lo stesso avviene al nostro modo di percepire.
Questa ampliata capacità di percezione diventa un nuovo Maestro operante dentro di noi. (Ibidem) Se noi impariamo mentalmente il significato delle quattro direzioni senza imparare a percepirle nella nostra vita e a interagire con esse, non abbiamo imparato proprio nulla, perché quelle rimangono dei meri concetti. È solo vivendo la Ruota di Medicina che io comprendo come le direzioni agiscono nella mia vita, e così posso imparare a interagire con queste forze senza esserne sopraffatto.
Un individuo inizia il suo percorso sulla Ruota di Medicina da un qualsiasi punto che sente di percepire. Con alcuni sarà nel Nord, nella saggezza. Per altri sarà nel Sud, con l’innocenza nel cuore. Altri ancora potranno toccare la Ruota di Medicina iniziando con l’Ovest, l’introspezione. E alcuni altri potranno provare la Ruota partendo dall’Est, l’illuminazione. Ogni modo di percepire rappresenta la Medicina di quell’individuo, ognuno di noi possiede uno di questi doni iniziali. Ma gli esseri umani devono imparare a percepire tutte e quattro le vie per diventare interi! (Ibidem)
Come abbiamo visto arriviamo al mondo “toccando” una direzione, quella che è più propria al nostro carattere, tuttavia dobbiamo completarci, entrando in intimo contatto con le qualità delle altre direzioni. Un individuo che possiede solo il dono del Nord sarà saggio, ma sarà un individuo freddo e senza sentimenti. L’individuo che vive solo nell’Est avrà la visione chiara e di prospettiva dell’Aquila, ma non sarà mai vicino alle cose, si sentirà separato, lontano dalla vita e penserà che nulla potrà mai toccarlo.
Un uomo o una donna che percepiscono solo dall’Ovest continueranno a riflettere e rimanere sullo stesso pensiero, senza mai riuscire a decidersi. E se una persona possiede solo il dono del Sud vedrà ogni cosa con gli occhi di un topolino: sarà infatti troppo rasente il terreno e non potrà che vedere le cose più vicine, solo quelle che staranno proprio sotto ai suoi occhi e gli pizzicheranno i baffetti. (Ibidem)
È quindi importante completarsi imparando a percorrere tutta la Ruota.
IL SUD
Lo porto fuori all’aperto sotto gli alberi,
lo poso sulla terra. Ascoltiamo i grilli,
il canto delle cicale, vecchio di milioni d’anni.
Delle formiche ci passano accanto.
Dico loro: «Questo è mio figlio.
Vi guarda, questo giovane. Io parlo per lui.»
I grilli, le cicale, le formiche, i milioni d’anni
ci osservano, ascoltano ciò che diciamo.
Mio figlio mormora parole di piccino, lui parla,
zampilla di risolini gioiosi.
Le foglie degli alberi tremolano.
Ascoltano questo giovane che parla per me.
(Simon J. Ortiz)
Il Sud rappresenta le emozioni che albergano nel nostro cuore. Idealmente sono i sentimenti di fiducia, innocenza e amore che, continuamente, dobbiamo imparare a recuperare per vivere aperti a recepire e a crescere. Rappresenta la direzione dei bambini, ovvero dell’animo fiducioso con cui i piccoli si affacciano alla vita.
I simboli associati sono l’Acqua (le emozioni) e il Delfino. Questo animale rappresenta le capacità di interagire con le emozioni (il mare) senza mai perdere la gioia e la curiosità di scoprire.
Il sud è la direzione più difficile
da percorrere, essa ha il dono dell’amore
e per comprenderla, bisogna aprirsi
al senso della fratellanza.
(Da “Seven Arrows”, H. Storm, traduzione dell’Autrice.)
Specchio nero (ovvero quando l’energia della direzione è bloccata): si è ancora prigionieri dei propri miti, il proprio vissuto emotivo condiziona a certe reazioni. Il dolore, la tristezza, le frustrazioni o la rabbia, accumulati negli anni della nostra vita, condizionano ancora il nostro comportamento.
Non siamo liberi di rispondere alle nuove sollecitazioni dell’esistenza. C’è sempre qualcosa che rimette in moto, dentro di noi – spesso inconsciamente – quei campanelli d’allarme, portandoci a reagire non in modo pulito, ma sempre tenendo conto del peso che abbiamo nel cuore.
Bisogna lasciare andare il passato, piangere e sfogare i propri dolori per essere liberi di affrontare la vita con gli occhi della fiducia e dell’innocenza. Per farlo è importante imparare a relazionarsi in modo sano gli uni agli altri, imparando a percepire le proprie esigenze, dichiararle subito al loro insorgere (così da non accumulare frustrazione che poi, inevitabilmente, scoppia), accettando però anche le motivazioni degli altri, che non sempre possono/vogliono venirci incontro. La comunicazione chiara e senza il peso dei ricatti o dell’imposizione – anche occulta – aiuta comunque a far fluire l’energia tra gli interessati.
Imparare a comprendersi
Siamo partiti per la solita settimana da passare nella natura. Zaini strapieni, padelle, piatti da campo, tutto l’occorrente per passare una settimana all’aperto. È un gruppo di circa venti ragazzi e ragazze, per la maggior parte tra i sedici e i vent’anni, ma con noi ci sono pure dei bambini. Andarsene, su per le montagne, un solo adulto ufficiale, quindi responsabile di fronte alla legge, significa, gestirsi i ragazzini che corrono avanti sul sentiero e che poi, in teoria, possono cadere o sparire perché si sono messi a giocare a guardie e ladri nel bosco, completamente dimentichi di essere insieme ad un gruppo a cui stare dietro. Ma il gruppo sa che lavoriamo insieme, cioè ci aiutiamo a vicenda.
Abbiamo fatto diverse riunioni per preparare la settimana, un po’ per capire bene cosa portarsi appresso – in un clima che è più piovoso e nevoso che sole e asciutto, bisogna essere ben equipaggiati! E un po’ per capire come gestirci l’un l’altro. Se siamo gruppo dobbiamo interagire sinergicamente tra di noi, altrimenti si rifà il solito percorso dell’insegnante che dà le regole e gli studenti ci si possono trastullare! Una fatica immensa per l’insegnante che, tra l’altro, non porta proprio a nulla perché lo studente non capisce in prima persona il perché di certe limitazioni. […]
Carla Fleischli Caporale, giornalista e scrittrice, si occupa di ricerca nel campo del benessere psico-fisico su cui ha scritto diversi libri, in genere firmandoli con lo pseudonimo di Marina Alessandra Ricci.
Le sue tematiche si rivolgono principalmente allo studio delle antiche dottrine esistenziali confrontate con le scoperte delle nuova fisica, che sempre più stanno confermando gli antichi saperi.
Un Commento su ““La via del Guerriero””
Coinvolgente e adatto a chi vuole avvicinarsi al mondo dei medicine men. Un vero percorso di crescita. Consigliato.