Metodi olistici, omeopatia e meditazione per ritrovare la salute, l’anima e la consapevolezza
La medicina olistica di cui Franco Lenna è ambasciatore permette di inglobare mente-corpo-anima e spiritualità in una visione di totalità, volta al risveglio della coscienza, che sarebbe per tutti una percezione naturale e piacevole se le persone non fossero frammentate nei tre blocchi psicosomatici collettivi: la chiusura del cuore, l’iperattività della mente e il controllo del corpo.
Per raggiungere questo obiettivo, oggi occorre innanzitutto un approccio globale che contempli il risveglio del corpo (liberando la parte istintiva sopita), il risveglio del cuore (liberando le emozioni bloccate positive e negative e migliorando la spontanea comunicazione emotiva), il risveglio della mente (liberandola dai condizionamenti sociali, religiosi o politici).
Ognuna di queste tre pratiche terapeutiche diventa necessaria per il risveglio della propria coscienza, che potrebbe venire stimolata simultaneamente solo se ci potessimo affidare completamente alle mani di terapisti validi.
E Franco Lenna è un vero sapiente in questo campo, grazie ai suoi studi, alle sue ricerche ma anche a un training davvero completo, persino nel campo della terapia di assoluta avanguardia – tutti elementi grazie ai quali ha potuto fare un balzo in avanti verso la grande sintesi tra medicina e spiritualità. Il medesimo che consente a noi grazie a questo libro.
Vuoi saperne di più? Ascolta l’intervista a Franco Lenna!
Prefazione di Nitamo Montecucco
Introduzione
Medicina omeopatica olistica
La medicina olistica
La consapevolezza e la coscienza del Sé
La meditazione
Medicina e anima
Dalla medicina olistica ai caratteri neoreichiani
Il Sé
Le diatesi in omeopatia classica e olistica
I caratteri neoreichiani
Carattere Schizoide – Cancerinismo
Carattere Orale – Psora
Carattere Masochista – Lue
Carattere Psicopatico – Tubercolinismo
Carattere Rigido – Sicosi
La strada verso l’anima
I caratteri e le diatesi dalla Preistoria a oggi
Conclusione
Appendici
I cinque metodi per creare una “consapevolezza psicosomatica”
Guarire il corpo con la medicina naturale olistica
Guarire la mente
Guarire l’anima
Guarire la terra
Bibliografia
Sull’autore
Dalla medicina olistica ai caratteri neoreichiani
Il modello olistico è universale. Può essere usato dovunque. In agopuntura, in fitoterapia, in psicologia, in omeopatia e anche nella fisica, così come viene già utilizzato da millenni in medicina cinese, tibetana e ayurvedica. Il concetto fondamentale dell’olismo è che ogni fenomeno va sempre osservato nella sua totalità, nella sua interezza. Non va mai diviso, scisso o separato. Né tantomeno va creata una graduatoria e una gerarchia tra le varie componenti per asserire che una parte è più importante o più privilegiata delle altre.
Chi persegue uno scopo parziale, chi ricerca un intervento locale, mirato a un singola parte non coglierà l’olismo. Un altro cardine fondamentale è che ogni parte del modello olistico contiene il tutto. Il microcosmo contiene il macrocosmo. Sono fatti degli stessi elementi, per cui sono indivisibili.
Né si può dire che il micro sia meno importante del macro. In ogni punto possiamo vedere rispecchiata la totalità. L’ologramma lo dimostra. L’ologramma è una speciale figura tridimensionale dove ogni parte, ogni frammento contiene tutta l’immagine.
In medicina, questo approccio attesta che vanno rispettati come equivalenti e di pari dignità tutti e quattro i livelli esistenziali umani: il fisico, il mentale/razionale, l’energetico/spirituale e l’emozionale. Solo così si potranno apprezzare veramente le multiformi realtà che constateremo nei nostri pazienti.
Chi separa il corpo dalla mente, la materia dall’energia compie una violenza arbitraria, frammentando ciò che era unito in origine. Sia l’omeopatia classica che la psicologia classica non riconoscono questi concetti olistici. Entrambe posseggono in nuce una visione totale, psicosomatica dell’uomo, ma non hanno saputo sviluppare finora tali intuizioni, per cui nella pratica spesso si comportano non intervenendo contemporaneamente sui quattro livelli esistenziali.
E se in teoria esse affermano che il loro intervento è armonizzante, in realtà si assiste al fatto che un gran numero di scuole di psicoterapia si rifiuta di toccare il corpo dei pazienti, preferendo intellettualizzare e condurre le varie sedute con un distacco tra paziente e terapeuta. In questo modo si perde una delle possibilità più potenti e terapeutiche: il gesto del toccare e lo scambio energetico.
Analogamente, molti medici omeopatici seguono fedelmente vecchie teorie frutto dell’epoca e della mentalità non certo olistica di chi le ha ideate. Ad esempio, sarà sufficiente ricordare, per valutare la scarsa credibilità di tali teorie ai giorni nostri, il concetto che la diatesi e quindi il terreno individuale, nell’omeopatia classica, derivano da una malattia infettiva, per lo più venerea.
Ecco allora l’importanza di poter utilizzare il modello olistico in psicologia e in omeopatia. Per quanto riguarda la psicologia, ci siamo valsi della scuola neoreichiana che, partendo dai lavori di Reich e di Lowen, oggi ha delle solide basi sia dottrinarie che pratiche. Viene chiamata “psicoterapia corporea”, perché non privilegia la mente a discapito del corpo e di altre realtà esistenziali, ma anzi il suo approccio è olistico.
In campo omeopatico, è stato invece necessario ideare una nuova scuola, che ho denominato “omeopatia olistica”: essa possiede una visione totale e ben chiara della realtà e non crea arbitrariamente delle gerarchie nei livelli esistenziali. In essa abbiamo introdotto il linguaggio del corpo e lo studio della realtà energetica del paziente, non considerati dall’omeopatia classica. Inoltre i nostri rimedi omeopatici olistici, che sono l’elenco dei sintomi e delle caratteristiche curabili con quel particolare farmaco omeopatico, sono arricchiti dal “nucleo pulsionale energetico”, che è la valutazione del tipo di carattere neoreichiano ed anche del linguaggio del corpo di tale rimedio.
Il tutto senza aver abbandonato le leggi classiche dell’omeopatia, ma inserendo questi nuovi aspetti, che ancora non fanno parte dei canoni omeopatici ufficiali.
Lo scopo è una migliore conoscenza dell’uomo; in più, evidenziando il “nucleo pulsionale energetico” del rimedio, siamo ora in grado di spiegare il perché dei sintomi di quel rimedio riportati nel Materia medica, che è il libro che raccoglie i rimedi omeopatici. Non dovremo più fare sforzi per ricordarli a memoria con la possibilità di commettere errori. Avendone trovate le radici, le fonti, ecco che i sintomi saranno facilmente decodificati anche dalla lettura del corpo del paziente.
È importante ora comprendere il significato di “carattere neoreichiano”, sia per renderci conto delle peculiarità psicosomatiche di tale scuola, sia per poterci poi addentrare nel nucleo pulsionale energetico del rimedio omeopatico olistico. Nella scuola neoreichiana, che è una psicoterapia a mediazione corporea dove si lavora sia col linguaggio verbale del paziente sia col linguaggio non verbale, si definiscono cinque caratteri: lo Schizoide, l’Orale, il Masochista, lo Psicopatico ed il Rigido. È molto interessante notare, passandole in rassegna, le analogie e le corrispondenze tra questi cinque caratteri e le cinque diatesi in omeopatia olistica, dove per “diatesi” si intende la somma di tutte le caratteristiche sia fisiologiche che patologiche del paziente, nonché la tendenza o predisposizione verso le malattie.
Infatti abbiamo collegato ogni diatesi a un preciso carattere. La diatesi Cancerinica è collegata al carattere Schizoide, la Psora con l’Orale, la Lue con il Masochista, il Tubercolinismo con lo Psicopatico e la Sicosi con il Rigido.
Il carattere neoreichiano non si presenta di solito allo stato puro, cioè non ci sarà un soggetto completamente Orale al cento percento. Avremo invece contemporaneamente presenti tratti di due o più caratteri diversi, per cui le combinazioni sono molteplici. Sarà quindi indispensabile una terapia individualizzata o mirata per meglio decodificare i simbolismi nascosti inconsciamente dietro le varie armature caratteriali del nostro paziente. Per comprendere la formazione del carattere, dovremo iniziare indagando sull’ipotesi neoreichiana dell’uomo “genitale”, cioè senza una difesa caratteriale precisa.
L’uomo biologicamente sano che si può chiamare “genitale” od “organismico” è in grado di appagare i propri bisogni nel pieno rispetto degli equilibri esistenti Attraverso il proprio efficiente senso di realtà, l’uomo genitale e centrato sa pianificare le modalità adeguate per realizzare il soddisfacimento della propria libido (intesa in senso lato) sotto la spinta di un “Io” in equilibrio con le sue varie componenti. L’individuo manifesta fin da piccolo dei bisogni cosiddetti “primari”, perché relativi alla sopravvivenza del singolo nella società. Tali bisogni vengono qui esemplificati in:
1. bisogni individuali (tesi al soddisfacimento della libido e alla continuazione della specie), suddivisi in:
a) nutrizionali;
b) sensoriali o di contatto;
c) sessuali;
2. bisogni relazionali/sociali di:
a) appartenenza al gruppo;
b) conferma.
Il naturale soddisfacimento di questi bisogni pone l’individuo in condizioni di assenza di tensione. Tali bisogni sono presenti anche nelle tribù primitive contemporanee e addirittura in tutti i primati (scimmie antropomorfe). Sono universali e sono stati tramandati nei secoli fino a oggi, a partire dai nostri lontani progenitori, cioè gli uomini preistorici.
Al fine di perseguire il soddisfacimento di questi bisogni, l’individuo mette in atto una serie di strategie che si manifestano in comportamenti naturali e spontanei, funzionali al suo stesso benessere, che qui esemplifichiamo.
1. Evitiamo lo scontro diretto quale riconoscimento della supremazia dell’altro, con queste possibilità:
a) immobilismo/chiusura;
b) sottomissione/supplica;
c) abbandono.
2. Scontro diretto come riconoscimento della propria supremazia sull’altro; le due possibilità sono:
a) seduzione/lusinga;
b) aggressione/attacco.
3. Osservazione e analisi della situazione, momento di attesa, diffidenza, dubbio, finalizzato alla presa di coscienza del fatto e alla successiva elaborazione e messa in atto di un comportamento congruente con la realtà osservata.
L’uomo sano per soddisfare un bisogno primario utilizza spontaneamente il “movimento” più adatto, più bioeconomico del momento. Essendo dotato di questi fantastici doni naturali, di un senso di realtà e di un buon grounding (piedi per terra), egli sa ottenere una gratificazione senza sforzo, attraverso un’azione adeguata e congrua. Sa nutrirsi e comunicare affetto quando serve. La sua sessualità e sensualità non sono contaminate da molteplici proibizionismi, totem e tabù. Conferma e viene confermato dal suo prossimo senza traumi, anche perché ha un buon senso di appartenenza a un certo gruppo/ ambiente/società.
Ma oggi un uomo “sano” è mera utopia. Oggi non si persegue più direttamente il piacere, ma un “metapiacere” per avere sempre più potere. Le pulsioni primordiali profonde della nostra energia preposte all’ottenimento del piacere immediato vengono trattenute nella muscolatura (difese muscolari), perché il piacere viene posticipato e impedito.
Ogni individuo predilige una sua difesa muscolare specifica, nel senso che, inconsciamente, erige dei blocchi energetici strategicamente localizzati in uno o più diaframmi (esistono sette diaframmi neoreichiani nel corpo umano).
Va sottolineato che l’inconscio si localizza anche nei muscoli e negli organi e nei visceri (stomaco, intestino, utero). Il blocco energetico crea il blocco e la contrazione muscolare, cioè la “corazza” difensiva caratteriale.
La nevrosi è quindi la norma, la regola, l’incapacità di scegliere il movimento adatto per l’occasione. La nevrosi si può anche chiamare “carattere”, “ego”, “personalità”, “maschera”… Non sei tu, ma è il risultato di tutti i vari condizionamenti della tua vita, dalla nascita (o addirittura durante la gravidanza) in poi (famiglia, società, ideologia, cultura, ambiente…). La nevrosi è il dover sempre utilizzare un solo movimento in modo coatto, senza così modulare una serie di azioni diverse.
Lo Schizoide, infatti, è fermo nel movimento di immobilismo o chiusura, cioè non è in grado di usare altre modalità e si consente solo la chiusura, quindi non è sano, non è libero, ma è nevrotico. L’Orale è fissato nella sottomissione o supplica, il Masochista nell’aggressività o rapina, lo Psicopatico nel potere sul “tu” attraverso la seduzione, e il Rigido nella diffidenza e nel mimetismo. Ogni carattere è nevrotico, non è sano, perché utilizza solo alcune modalità di difesa e non ne è consapevole. Trattasi di un’alterazione profonda dell’io, un indurimento che ha lo scopo di proteggerlo dai pericoli esterni e interni.
Questa armatura protettiva è però una notevole limitazione alla mobilità psichica ed energetica dell’individuo, anche se la sua finalità inconscia è positiva. Un blocco energetico non va inteso solo come patologico: anzi, il fatto che esso sia funzionale all’azione verso il mondo esterno significa che si dovrebbe poter erigere spontaneamente il blocco adatto per quell’azione e poi scioglierlo ad azione conclusa. Purtroppo il carattere nevrotico non si comporta così, in quanto mantiene attivato il blocco a lungo e quindi anche la specifica reazione muscolare.
Il nostro obiettivo è quello di andare oltre lo scioglimento dei blocchi e fornire anche la consapevolezza della loro funzionalità ed economia. Il carattere si forma quando, nel bambino, attraversando le varie fasi dello sviluppo psicologico (che vanno da zero a sei-otto anni), la libido si “fissa” in una di esse senza più progredire per completare le altre. È una difesa dall’ansia che il bambino instaura inconsciamente quando insorge un trauma, una frattura tra le sane pretese del suo organismo (i suoi bisogni primari) e il soddisfacimento delle stesse. Tale frattura deriva dallo scontro col genitore e con la società. Il carattere così formato porterà avanti negli anni uno specifico modello di negazione del piacere e della spontaneità.
Quando non ci sarà più il genitore, sarà il “Super Io” o “giudice interiore” che bloccherà ogni slancio vitale di appagamento, così da creare una tensione costante.
Brevemente:
• il carattere Schizoide si forma nei primi giorni di vita o in gravidanza e corrisponde alla fase del narcisismo primario. I diaframmi bloccati sono: oculare e toracico;
• l’Orale si forma per un trauma entro il primo anno di vita, appunto durante la fase orale. Il diaframma bloccato è quello orale e cervicale;
• il Masochista ha subìto un trauma nella fase anale, cioè dal primo al terzo anno di vita. I diaframmi bloccati sono il cervicale e il pelvico;
• lo Psicopatico è caratterizzato da un trauma dal secondo al quarto anno di vita, nella fase fallica o pregenitale. I blocchi sono il cervicale e l’addominale;
• il Rigido infine ha avuto un trauma dopo i quattro/sei anni, nella fase genitale-edipica. I blocchi sono il toracico e il pelvico.
L’approccio di medicina e anima non privilegia il solo piano mentale come altre scuole di analisi: è invece oltremodo un chiaro esempio di modello olistico perché, come si vedrà in seguito, studiando gli aspetti di ogni singolo carattere, si avvicina con pari attenzione e profondità anche al piano fisico, emozionale ed energetico. Ecco perché sa fornirci una perfetta sintesi di quello che veramente accade dentro di noi nel qui e ora. Ogni singolo diaframma dei sette che costituiscono la nostra corazza caratteriale, analizzato con precisa modalità, ci saprà dare tutti i collegamenti con gli altri. Attraverso questo studio potremo risalire all’evento unico inconscio che ha permeato di sé i nostri quattro livelli esistenziali in modo sincronico causandoci un trauma, e che solo il modello olistico potrà cogliere in tutta la sua pienezza, per poi rimuoverlo e donare una guarigione vera e profonda.
Franco Lenna svolge da molti anni a Pordenone l’attività di medico omeopatico a indirizzo olistico. Dopo aver seguito alcuni maestri italiani, si è recato in Francia, a Lione, per allargare la sfera dei suoi interessi nella medicina olistica.
La spinta verso una crescita personale e professionale lo ha portato a occuparsi anche di psicologia, in particolare di psicoterapia corporea neoreichiana. Si è poi specializzato in Igiene e Medicina preventiva con una tesi di argomento omeopatico, evento più unico che raro nell’università italiana.
Da questi presupposti nasce la sua proposta personale in medicina:
l’omeopatia olistica, che è l’approccio al paziente e alle cure omeopatiche con un’ottica completamente nuova e originale, il cui assunto fondamentale è di considerare sempre l’olismo, cioè l’uguale importanza e dignità dei quattro livelli esistenziali umani che tutti noi possediamo: il fisico, il mentale/razionale, l’emozionale e l’energico/spirituale.
Franco Lenna è fondatore e direttore della scuola di omeopatia olistica Limo, che organizza corsi e congressi per specializzarsi in questo settore. È stato inoltre docente presso la Jolla University di San Diego, California (Usa), e presso il Campus Europeo di Lugano, in Svizzera, delle seguenti materie: Homeopathic Medicine e Behavioral Psychology.
È membro del Club di Budapest. Più di recente ha tenuto numerosi corsi di omeopatia e fitoterapia con Ecm, un punteggio rilasciato agli studenti riconosciuto dallo Stato italiano, per medici e farmacisti. È inoltre docente di medicina psicosomatica e medicina biofisica presso il Master di i livello dell’Istituto universitario “Santa Rita” di Roma. Ha scritto quattro libri, tra i quali: Omeopatia, una medicina amica (Campanotto Editore) e Omeopatia olistica, e oltre quaranta articoli pubblicati su riviste specializzate.
Il suo interesse principale non è la malattia, ma le sue vere cause e lo studio dell’animo umano i cui turbamenti sono sempre presenti in ogni tipo di patologia e di malessere dell’uomo moderno. Ha pubblicato anche un libro di poesie: Un soffio d’infinito (Campanotto Editore). Questo libro, frutto dell’esperienza personale e della vita dell’autore, descrive come la medicina olistica e l’omeopatia olistica, che già sono potenti armi terapeutiche nell’ambito della medicina naturale, possano rendere un servizio ancora più grande e di valore inestimabile al paziente: aiutarlo nella ricerca della sua anima e della sua consapevolezza.
Ecco il nuovo metodo terapeutico del terzo millennio: medicina e anima, che nasce dall’unione di due componenti, le metodiche olistiche e la meditazione. Non è solo una guarigione dalle malattie, ma è un viaggio, un’opportunità, un’avventura verso il proprio centro, il proprio cuore e il benessere psico/fisico/emozionale/energetico-spirituale.