Michel, consulente di una importante banca svizzera, si trova ad andare in vacanza da solo. Attraverso l’incontro con diverse persone conosciute casualmente e la visita di importanti siti archeologici, scopre la sua spiritualità, tornando a casa diverso.
In questo romanzo l’autore porta il lettore a soffermarsi “su se stesso” per incominciare un percorso di introspezione. Fino ad andare “aldilà” del mondo materiale, per entrare nella sfera del “sottile”.
Nel racconto, ambientato non casualmente in Egitto, l’autore fa ricorso alla simbologia alchemica, per condurre per mano il lettore a quello che si può considerare una base di partenza per intraprendere “il viaggio verso se stessi”. Nella propria completezza, di spirito e di materia.
È un romanzo da tenere sul comodino, da leggere più volte. Perché ad ognuna di esse apparirà quel particolare, quella frase, che darà stimolo per approfondire di più quel mondo, ancora così sconosciuto ai più, del proprio sé, della propria spiritualità, così spesso cercato “aldilà” del mondo materiale, ma che, come usa dire l’autore, va cercato “aldiquà”, dentro di noi.
Quando ci siamo incontrati con Pierre Joseph, abbiamo sentito intorno a noi “un’energia particolare”, la stessa che si coglie leggendo le sue parole, così semplici, così scorrevoli e così profonde, che partono dal suo cuore e arrivano a quelli del lettore.
Parte dei proventi di questo libro verranno devoluti in solidarietà.
Capitoli 1 – 31
Epilogo
1
Ginevra, domenica ore 6.20
Era una bella mattina di maggio. Aveva ancora negli occhiil suo bimbo, Stephane di 4 anni, a cui aveva dato il bacio prima di partire. Viaggiava sulla sua Bmw X5 4.4 gustandosi a pieno la città che, a quell’ora, aveva un fascino particolare.
Lungo il lago qualche appassionato faceva la corsa mattutina mentre i gabbiani volteggiavano nel cielo. Andava adagio, senza usare tutta la potenza della sua auto. Voleva a tutti i costi che quel momento magico durasse il più a lungo possibile.
L’aeroporto non era lontano e Michel decise di fermarsi in un bar. “Mi bevo un caffè e compro qualche giornale finanziario, così saprò come passare le quattro ore che mi separano dall’Egitto” pensò.
Appena seduto, posò i giornali sul tavolino ancora umido di rugiada, bagnandoli completamente. In tutti quegli anni vissuti a Ginevra, non gli era mai capitato, e lui credeva ai segnali che la vita semina sul percorso di tutti.
“Forse è un segno che devo completamente staccare dal lavoro” si disse. E così fece. Lasciò i giornali finanziari, e ripartì con il solo quotidiano locale, ancora asciutto.
La sera prima aveva finito un consiglio di amministrazione molto tardi e aveva dormito male, forse per la tensione della partenza solitaria. Sebbene viaggiasse molto per lavoro, era la prima volta che andava in vacanza da solo. Aveva sempre fatto le ferie con Annette, la moglie, a cui si sentiva molto legato, un amore nato sui banchi di scuola. Michel era reduce da un periodo di superlavoro e aveva deciso di prendersi una settimana di riposo.
Purtroppo il giorno prima della partenza, casualmente, si erano ammalati sia Stephane che Annette. Ma Michel, che non credeva alle casualità, si era chiesto: “Non può essere che si siano ammalati proprio il giorno prima di partire… Loro che non hanno mai avuto niente. Ci deve essere un motivo per questo viaggio in solitudine.
Perché questo viaggio da solo?”
2
Sharm El Sheikh – Egitto
Il volo era tranquillo, nel cielo neanche una nuvola. Aveva letto pochissimo. Al suo fianco si era seduta una bella ragazza mora. Il suo profumo lasciava trasparire un carattere forte e anche il suo passo, nell’avvicinarsi al sedile, ne era stata una conferma.
“È la prima volta che mi prendo una vacanza da solo. Ci deve essere sicuramente un motivo e lo scoprirò. Magari una bella mora come questa mi aiuterà” si disse ridendo tra sé, guardando fuori dal finestrino, con lo sguardo perso nell’azzurro.
L’aereo atterrò perfettamente in orario. Il villaggio distava pochi minuti. Michel, sebbene fosse un tipo estroverso e simpatico, non aveva osato disturbare la sua vicina, che aveva dormicchiato per tutto il tempo del volo, alternando al riposo qualche lettura fugace. Mentre i facchini stavano caricando le valigie, il profumo della ragazza lo avvolse di nuovo. Lei infatti era lì, dietro di lui, e lo guardava come se si aspettasse che le dicesse qualcosa.
“Forse non la rivedrò più” si disse Michel. Poteva avere la sua stessa età, sebbene dimostrasse qualche anno di meno. Michel aveva voglia di dirle qualcosa, ma qualunque argomento gli arrivasse in mente spariva immediatamente.
“Ciao” disse lei. “Sei un tipo molto riservato. È la prima volta che faccio un viaggio di quattro ore e il mio vicino non mi rivolge neanche una parola”.
Michel non si aspettava certo che fosse lei a prendere l’iniziativa. A quel punto non poteva tirarsi indietro.
“Quando vedo un paio di occhi così, divento subito molto timido” rispose con voce sicura sorridendo. “Non ti vedo proprio come un tipo timido. In che albergo sei?” gli chiese lei sorridendogli. “Sono alloggiato all’Imperial Koral Village”. “Bene, anch’io sono lì. Vuol dire che avremo la possibilità di vederci ancora per verificare se sei veramente timido. Ciao. A presto”.
“Ne sarò felice. Mi chiamo Michel, piacere”.
“Io mi chiamo Eva…” rispose lei, guardandolo dritto negli occhi. “E il piacere è anche mio. Ciao”.
Vedendola salire sul taxi, Michel non potè non notare la bellezza delle sue gambe e la grazia dei suoi movimenti. […]
Pierre Joseph Vicari è Coach nelle aree Executive, Business, Life e Sport, Trainer, Kinesiologo, Istruttore Internazionale di Neuro-Training e autore dei libri Come superare la paura del cambiamento, Myosotis, e La settimana delle settimane.
Ha conseguito la certificazione di Master Practitioner di PNL da Richard Bandler e organizza corsi di formazione, crescita personale e comunicazione.
Affianca manager e professionisti, aiutandoli a raggiungere i loro obiettivi, e supporta atleti e team che vogliono migliorare le loro performance sportive.