La preziosa testimonianza del dottor Michael Wolf: un libro fondamentale per gli appassionati di ufologia.
A cura di Maurizio Baiata
«Allora, in che modo un uomo che grida può dire la verità? Deve scrivere sotto forma narrativa, di “fiction”. Per fortuna, nell’arbitraria gerarchia umana c’è posto anche per uno scrittore pazzo. Bene, salve amici, sono io l’uomo che grida, sono io lo scrittore pazzo. Io sono lo scrittore-in-residenza su Sol Tre, oppure su Sol Sette, dipende da quale direzione stiate entrando nel sistema solare. E questa è la mia “fiction”».
Il dottor Michael Wolf è una delle figure più affascinanti ed enigmatiche della moderna Ufologia: il Majestic 12, la struttura che gestisce nella segretezza totale la questione ufo/alieni da oltre 65 anni e per la quale ha lavorato, ha sequestrato il suo secondo manoscritto.
Ciò che resta della sua eredità intellettuale e della sua avventura umana è custodito nello strabiliante The Catchers of Heaven, il libro cult per eccellenza, finalmente ora nella nuova edizione italiana, la sola esistente al mondo.
Wolf divulga sotto forma di narrativa i segreti a lui noti, l’intero patrimonio di informazioni raccolte in qualità di “interfaccia” con le Entità Biologiche Extraterrestri, in violazione della segretezza che lo avrebbe dovuto vincolare sino alla fine dei suoi giorni.
Come lui stesso ha spiegato: «L’opera descrive i vicini nell’universo venuti a visitare l’uomo, i più vicini trovandosi a trenta, trentadue anni luce di distanza; e perché alcuni di loro abbiano scelto di venire su questo pianeta».
Più Do, Più Genero, ovvero Note di uno Scrittore-in-residenza su Sol Tre, oppure su Sol Sette, Dipende da Quale Direzione Stiate Entrando nel Sistema Solare
Il “dolce principe”
Paola Harris
Il Mondo Che Ci Attende
Maurizio Baiata
Volume Uno
La macchina rivela-tutto
Volume Due
Andare via
Volume Tre
I Guardiani Del Cielo Sono In Arrivo
Capitolo Diciannove
Boomerang Arco Temporale
ovvero
Tangente Arco Temporale
ovvero
Salto Arco Temporale
E ora, prego, consentitemi di ricordare. Non aggiungerò molto e sarà fatta!
C’erano una volta i miei amici “immaginari”. La maggior parte dei bambini
ne ha uno, forse persino due. Io ne avevo molti, il bimbo più fortunato di tutto il creato. Loro non solo mi facevano compagnia, mi hanno stimolato a diventare medico e scienziato.
Erano gentili, quasi perfetti ed erano i miei amici. Sì, esatto! Erano i miei amici, i piccoli Grigi, divertenti-affettuosi amici immaginari che giocano al
dottore. Mi insegnarono che l’ordine di questo Universo non è arbitrario.
Che le cose non vanno prese come vengono, che non sono casuali e che, se loappaiono, c’è comunque un disegno dietro e dentro tutto questo. Oh Dio, ci divertivamo tanto. Loro avevano persino un laboratorio, solo che ovviamente era molto più avanzato del mio.
Cito dal mio diario del Giugno 1956, che conservo ancora, le sue pagine
ingiallite riportano a dolci e misteriosi ricordi:
Mi mancano moltissimo. Ogni tanto si fanno vivi e andiamo tutti
nei loro laboratori a giocare al dottore. Mi permettono persino di
fare il dottore. Ora ho il mio primo stetoscopio: mi hanno insegnato
a usarlo, ad ascoltare il loro battito cardiaco ponendolo non sul cuore,
ma su altre parti strane del loro corpo, quando mi hanno permesso di
esaminarli. Il più delle volte però hanno studiato me per mostrarmi
cosa è veramente la medicina. Suppongo che siano invisibili per la
maggior parte delle persone più grandi, ma mio papà ha detto che
non era una cosa brutta avere amici che altri non possono vedere.
Quando glieli ho descritti e ho fatto un disegno di uno di loro che
aveva detto (ma senza parlare, loro sanno fare queste magie) di essere
il “Primario”, mio papà ha detto che erano esattamente i suoi stessi
amici d’infanzia, solo che mio nonno aveva deciso che anche mio
padre si sarebbe specializzato in un’altra attività, l’edilizia. Una
tradizione di famiglia. Peccato, mio papà voleva diventare medico
come me.
Ora, ripensando agli studi per la specializzazione in medicina e avendo ottenuto, alcuni anni dopo, l’incarico di Chief Grant Investigator (Ispettore capo per la concessione di borse di studio, NdT) gli unici che desidererei davvero ringraziare e rivedere sono i miei piccoli dottori Grigi. Il nostro è stato un grande amore reciproco. Amore al primo spavento, per via degli occhi grandi e neri, il collo magro, le teste strane a forma di pera rovesciata, le bocche minuscole, quasi senza naso e fessure al posto delle orecchie. Restavano comunque i miei migliori amici… invisibili. In un certo senso erano minuti e aggraziati, ma degli umani non avevano alcunché.
Nonostante non mi incutessero timore, le loro sembianze erano decisamente lontane dalle nostre.
E presto accettammo il luogo che ognuno di noi occupava nell’ETERNO.
Succedeva però che ogni tanto mi sentissi un po’ depresso, pensavo di essere un Parso (o Parsi), adepto della setta religiosa Zoroastriana dell’India (derivata dai Persiani); sono contento di non averne mai parlato con il rabbino.
In qualche maniera, era divertente. Quando nei miei sogni c’erano loro erano sogni tanto vividi da farmi sentire completamente sveglio! (A proposito, mi hanno anche insegnato qualcosa che suona come “il mondo del quantum realistico”, una logica alla quale persino il professor Albert Einstein non era del tutto certo di poter aderire. Immagino che non sarebbe fuori luogo ammettere che mio figlio, Daniel, da piccolo, avesse proprio gli stessi amici immaginari.
Almeno così mi disse ed io gli credetti. Merita ricordare come Sarah ed io
decidemmo il nome di nostro figlio. Sarah diceva che in Ebraico il mio nome, Michael, era mi (chi) + Ka (come) + el (Dio), o MIKA-EL, cioè “chi è come Dio”. Le risposi che mi sembrava dannatamente pomposo. In Ebraico, Sarah significava “Principessa” e lei lo era senz’altro: quindi pressoché all’unisono pensammo a Daniel, che in Ebraico è “Dan-el”, cioè “Dio è il mio giudice”.
(Interesserà anche notare che il nome “SA” del mio “altro fratello”, quello
dei miei sogni, poteva significare “principe”. Anzi, disse per certo che voleva dire “principe”). Chiariamo: questa non è una Verità qualsiasi. SA è un Principe, il Principe de L’ALLEANZA, denominata anche F.o.W. Esisteva un altro “gruppo”, U.R.o.O. Da quel che sono venuto a sapere, anche se non so come, il F.o.W. era la Federation of the Worlds (Federazione dei Mondi), detta anche L’ALLEANZA, o L’IMPRESA (IL CORPO). Invece, U.R.o.O. sta per Unified Races of Orion (Razze Unificate di Orione).
Almeno, questo era stato immesso nella mia mente. Anni dopo, in uno dei rapporti informativi del Gruppo Majestic 12 sarebbero apparse le stesse iniziali e le stesse parole con i medesimi significati.
Mi venne in mente che le razze provenienti da Orione avrebbero potuto non riferirsi a “Orione”. Molte domande importanti restavano ancora disperatamente senza risposta. Beh, se non altro il termine “Principe” suonava appropriato per il fratello-di-sogni che si chiamava SA e che era “principe di un qualcosa”. Gli volevo ancora bene, anche se al tempo pensavo che stesse giocando a palla con il mio cervello e mi stesse mandando fuori di testa. Credo che la sua intenzione fosse “liberare” la mia mente.
Sarebbe stato molto più facile trovarne l’origine, dato che tutto era confinato alla mia mente. Esclusivamente. Unicamente. Volevo sapere. Era come se io avessi piantato un seme sconosciuto, ancora incapace di germogliare. Dovevo individuare la pianta in cui si sarebbe trasformato.
La sostanza era che un amore profondo mi legava a mio fratello SA e che non mi interessava sapere le sue ragioni; l’avrei comunque accettato anche se fosse stato un TRASDUTTORE VIVENTE, non manifesto nelle sue magnifiche e splendenti sembianze umanoidi. Penso, so che l’avrei amato pure sotto forma di maiale, con un grosso muso schiacciato da suino. Invece è alto più di un metro e ottanta, ha lunghi capelli biondi smaglianti, radiosi occhi di un blu intenso e un fisico da atleta. Perfetto e non super palestrato.
Non mi piace metterlo per iscritto, ma sono orgoglioso di essere suo
fratello. Voglio precisare: SA, come componente della strana famiglia di questa variante temporale, era il più bello. (Non esisto a dire però che Sarah ed io abbiamo generato un figlio stupendo. Ne sono convinto, Daniel era dotato della stessa bellezza di mio fratello. Danny e Sarah avevano entrambi capelli biondi e occhi azzurri ed io mi sentivo un po’ in minoranza, con i miei occhi acquosi da ruminante e capelli castani, brizzolati prima del tempo. Lo dissi a Sarah e lei rispose: “Michael, hai gli occhi più belli che io abbia mai visto in tutta la mia vita e capelli stupendi. Cosa c’è che non va? Sei l’uomo più bello del mondo! Lascia perdere queste sciocchezze. Nessuno ti batte”.
È un fatto atavico.
Eccone un’altra buona: il super-segreto Gruppo Majestic 12 sa che il F.o.W. è la Federazione dei Mondi. Questo è quanto mi comunicarono nei rapporti informativi. Feci uno sforzo enorme per averne la prova, chiedendo al mio “altro fratello” che me lo dimostrasse.
Non vorrei apparire troppo fuori di testa, ma non vedo come potrei ragionevolmente esporre altrimenti la verità. Ricordo che qualcuno, forse Desia o più probabilmente Charley, nella sua tipica stravagante lungimiranza, aveva detto: “Se ti manterrai calmo nonostante le avversità, mentre gli altri attorno a te perderanno il lume della ragione, ebbene, non riuscirai a cogliere cosa sta avvenendo”.
E questa era una battuta di Desia: “Le persone sembrano felici solo a
coppie, di qualunque tipo, basta che siano in due”.
Il dottor Michael M. Wolf, nato nel 1941 o 1942, era Cancelliere Eme- ritus del New England Institute for Advanced Research, membro della New York Academy of Sciences e dell’American Association for the Advancement of Science.
Tutti i suoi documenti e le tracce del coinvolgimento con la CIA, la NSA e il NSC sono stati cancellati, come da prassi per le persone inserite nei “programmi ad accesso limitato”. Avrebbe lavorato nei laboratori dell’Area 51, a Wright Patterson (Dipartimento Tecnologia Straniera), a Indian Springs e a Dulce, dove disse di aver “incontrato per lavoro ogni giorno esseri extraterrestri”.
Wolf sarebbe stato membro del “MJ 12” e capo dell’Alphacom Team, preposto all’ottenere informazioni sulle diverse razze aliene. La pubbli- cazione di The Catchers Heaven nel 1996 è stata consentita dal National Security Council, dopo averne approvato la stesura sotto forma di “fiction” per “generare un flusso controllato di informazioni segrete” e acclimatare così il pubblico alla verità dell’esistenza ET.
Il suo vero nome era Michael Kruvant, è morto il 18 settembre del 2000, a 58 anni.