In questo inizio di 2020, che verrà ricordato in futuro come l’anno del Covid-19, tutti i punti deboli della globalizzazione e dell’economia di mercato si sono mostrati chiari davanti ai nostri occhi.
L’importanza della libertà, che non abbiamo mai davvero valorizzata, si è imposta non appena l’abbiamo persa. Il distanziamento fisico – che forse volutamente i governi hanno chiamato sociale per recidere l’ultimo legame biologico rimasto, quello tra simile e simile – ci ha fatto sentire un bisogno di socialità mai provato prima.
Se facciamo tesoro di tutto questo, ci rendiamo conto che la pandemia in realtà è stata un’epifania, un’occasione preziosa per guardare più a fondo dentro noi stessi, chiederci chi siamo, cosa vogliamo veramente e come riportare etica e responsabilità nella nostra vita, valori senza i quali la nostra società continuerà la sua folle corsa verso una meta che è ben più pericolosa della pandemia, la distruzione della specie.