Questo secondo libro di Antón Ponce de León (dopo Nina Soncco Cuore di fuoco) narra del suo incontro con il Maestro kechua Amaru Cusiyupanqui, successore di Nina Soncco alla guida spirituale della Hermandad Solar, scuola mistica Andina le cui origini risalgono agli albori della storia umana, il mitico continente Mu.
Questa tradizione, custodita con amore per millenni, è ora a disposizione dell’uomo perché possa riscoprire le proprie origini cosmiche.
Antón Ponce de León, attraverso il racconto della sua esperienza iniziatica, ci trasporta nella dimensione divina dell’essere umano, a scoprire quel punto di luce che brilla dentro ognuno di noi e a ricercare la vera natura delle cose per conoscere e vivere l’armonia universale.
“In una Terra così bella non si può vivere per morire, siamo venuti per essere felici” dice il Maestro Amaru. “Sta per nascere qualcosa di nuovo e antichissimo che rivoluzionerà totalmente l’uomo. La porta del vero cammino si aprirà quando gli insegnamenti daranno il loro frutto nell’esperienza, nell’azione di chi li dà; senza il servizio non c’è crescita, questa è una Legge, e non è umana”.
Un altro libro importante per coloro che desiderano comprendere cosa sta alla base della vita umana e qual è il cammino dell’uomo. La comunità Samana Wasi (La casa del riposo) a Urubamba, nella Valle Sacra degli Incas sulle Ande peruviane, dove vengono accolti bambini e anziani abbandonati, è la stupenda concretizzazione di questi insegnamenti.
Il sito dell’Associazione Samana Wasi Italia onlus: www.samanawasi.it
Prologo
Primo giorno
Secondo giorno
Terzo giorno
Quarto giorno
Note
Addenda
Presentazione
Questo era un libro a lungo atteso. Il suo autore, Antòn Ponce de Leòn Paiva, è stato capace di addentrarsi nell’affascinante mondo della conoscenza occulta e portare alla luce per noi, con una piacevole narrazione, saggi ma semplici insegnamenti che sono rimasti nascosti per più di 500 anni. Cioè, erano presenti negli anfratti più reconditi delle nostre comunità andine, costituendo la vera resistenza culturale di fronte alla presenza dell’occidente. Il genere narrativo permette all’autore di muoversi con estrema efficacia fra la fantasia e la necessità di condividere con noi un messaggio di grande bellezza spirituale. Questo messaggio non è solo vivido ed attuale, ma riscatta le più autentiche radici culturali andine. Il pubblico troverà in questo libro non solo un nuovo modo di vedere la vita alla luce dei principi della spiritualità andina, ma anche nuovi insegnamenti nelle parole di Amaru. Insegnamenti che, facendo parte della saggezza universale, hanno il punto di vista e la percezione della nostra cultura. Pensiamo che le riflessioni che produrrà la lettura del libro in ognuno di noi, costituiranno nuovi semi di cambiamento che tutti aspettiamo ansiosamente, non solo per evolvere come persone, ma per favorire i cambiamenti nella nostra società.
Antòn Ponce de Leòn non è solo un buon scrittore, non è solo un buon interprete dei misteri della spiritualità Universale e Andina, è un uomo la cui vita è un esempio permanente, poiché la missione ricevuta da Nina Soncco è ora una meravigliosa realtà: SAMANA WASI.
Carlos Milla Vidal
Prologo
Ci sono avvenimenti che sono così straordinari da sembrare irreali, che sono così eccezionali da sembrare incredibili, fantastici, difficili da accettare e tuttavia esistono… Ogni giorno sono sempre più convinto della loro esistenza e influenza nelle nostre vite. Non ho pretese di autorità, né esigo che qualcuno lo accetti: è il racconto di ciò che ho visto, sentito e vissuto… Lui sa la verità e l’intenzione di queste narrazioni.
L’Autore
Quando chiedevo a Nina Soncco, maestro Illac Uma, ora morto, discendente dei runasimi, erede della tradizione e della cosmogonia kechua, il suo appoggio e la sua conferma perché la narrazione della sua storia e della mia fosse accettata, disse che non lo avrebbe assolutamente fatto, la vanità è pericolosa. Sarebbe stata accettata da tutti gli esseri umili e di cuore puro, negata, criticata dagli scettici e dagli orgogliosi. Malgrado questo ammonimento, lo farò e continuerò, non è il momento di perdere tempo, semplicemente offrirò il mio racconto… dipenderà dall’onestà di ognuno. Quello che racconterò accadde sette anni dopo il mio ritorno dal villaggio “A” (lo chiamerò così, quel meraviglioso luogo nel quale vissi sette indimenticabili giorni, che segnarono a fuoco la mia vita futura… anche se non ci credi, mio caro fratello). Il passato non ha una grande importanza, la sua validità è permanente come ogni verità e ora più che mai, date le circostanze difficili che stiamo vivendo. L’uomo ostinato continua a pensare di essere quello che crede di essere e non quello che veramente è: la causa di tutto il disastro che viviamo, intellettualizzato e vanitoso, confonde molti concetti. La personalità dovrebbe essere il riflesso della persona… Ma purtroppo non lo è. Anche conoscere e sapere sono sinonimi per lui, ma esotericamente non hanno lo stesso significato. Infine, ha sbagliato strada e ha cercato Dio dove non lo troverà mai… I criteri dovrebbero essere ripianificati, per orientare correttamente e sinceramente le nostre vite. Mi trovavo, come in tante altre occasioni, in visita a Ccusilluchayco (il luogo delle scimmie), conosciuto anche adesso con questo nome. Si trova a pochi chilometri a nord-nord-est di Cusco, un sito archeologico importantissimo nel Parco Archeologico di Sacsaywaman, accesso a un’altra dimensione… con un puma scolpito nella pietra come guardiano (semi distrutto dall’azione del tempo e principalmente dall’uomo, come al solito), scimmie scolpite in alto rilievo in un grande blocco di granito, alcune rivolte a nord e altre a sud e nella colonna di roccia, anche questo in alto rilievo, un serpente zigzagante… Cosa significano?… Più in là cerchi ed ellissi di diverse dimensioni, in alto e basso rilievo, anch’essi di pietra, indubbiamente a simboleggiare molti enigmi esoterici e in avanzato stato di deterioramento per le cause già indicate… in abbandono. Che peccato! E la nostra pena è ancora più grande nel constatare che persone coinvolte nello spiritualismo depredano e si portano via dei pezzi per farne degli amuleti. Mentre mi chiedevo quale occulto significato si nascondesse dietro quelle sculture silenziose, sentii la presenza di qualcuno dietro di me… Il sole lo avevo alle spalle, erano le dieci di un giorno vicino al solstizio d’inverno (giugno), guardavo verso ovest, contemplando ammirato e pieno di rispetto quel massiccio imponente di sculture di pietra. Ebbi di nuovo la strana sensazione di avere qualcuno alle spalle e non sopportandolo più, mi voltai per vedere chi era arrivato senza far rumore… Sorpresa! Tremenda sorpresa! Sentii un sudore freddo lungo tutta la schiena… Era lì, incredibile!… Sembrava trasparente, perché attraverso lui vedevo le rocce che stavano dietro, tuttavia era al tempo stesso così fisico che avevo voglia di abbracciarlo: Amaru Cusiyupanqui!… Quell’uomo dai capelli bianchi, padre di Chaska, che conobbi nel villaggio “A”, insieme all’amato, indimenticato maestro, Nina Soncco (cuore di fuoco)… Era lì, vicino a me, a due o tre metri di distanza, non di più e mi guardava molto dolcemente… Ebbi paura, vedevo gli oggetti che stavano dietro di lui, sudavo e le gambe mi tremavano: volevo avvicinarmi, ma non riuscivo a camminare… Alzò le braccia perché non cercassi di farlo… Sorrise, mi tranquillizzò e disse: – Non temere – le sue labbra non si muovevano… ma io sentivo! La sua voce risuonò dentro di me…era così reale! Completamente trasparente, potevo vedere attraverso di lui persino l’erba del prato e il sole che era già quasi allo zenit. – Sono venuto a trovarti perché dobbiamo parlare di alcune cose che sono molto importanti in questo momento. – Non pronunciava parole, le sue labbra non si muovevano, ma io sentivo la sua voce.
Non era per niente invecchiato: i suoi lunghi capelli bianchi erano sempre gli stessi, forse un po’ più radi, il suo portamento giovane ed eretto, alto, non sembrava avere più di cinquant’anni e tuttavia doveva essere vicino agli ottanta, più o meno! Sorrise di nuovo, penso che la mia faccia fosse ridicola o indovinava i miei pensieri (indovinava?)… Lui conosceva i miei pensieri, era stato scelto da Nina Soncco come suo successore! – Ci sono e non ci sono… – le sue labbra continuavano ad essere immobili. – Non ti sei sbagliato – disse – questo è un luogo molto speciale. Quando migliaia di anni fa l’uomo aveva dimenticato il suo passato ed era ritornato ad essere primitivo, arrivarono da quelle montagne (indicò l’ovest) uomini molto belli su degli “uccelli metallici” che si posarono qui, proprio in questo luogo, erano come noi, ma più evoluti (lemuri? pensai), che cercarono di insegnare le scienze e le arti, vissero qui e si incrociarono con gli uomini. Siamo discendenti di questi signori, benché essi siano i nostri discendenti più lontani… Il futuro di questa mescolanza risiede nel nostro passato. Questo popolo non seppe approfittare degli insegnamenti di quegli antenati: la bella società che conosciamo, come tutte queste meraviglie che il mondo di oggi ammira, furono costruite in seguito. – Non lo capivo affatto, ma pensai che in esse dormono i nostri sogni millenari, il nostro passato. A chi successero gli Incas? Ad uno stato socialmente e spiritualmente superiore? Le mura megalitiche che amiamo tanto non furono costruite dagli Incas, una cultura molto più antica e saggia aveva innalzato queste opere ciclopiche. Quando?… Gli Incas avevano ereditato gli ultimi resti di quella civiltà già divisa e degenerata, assorbendola nel loro Impero?
Antón Ponce de León Paiva è nato a Urubamba, in Perù, il 14 Settembre 1931. Anton ha ricevuto gli insegnamenti dai maestri andini eredi della conoscenza solare muriana, tuttora viventi sulle Ande peruviane. Ha fondato la comunità di Samana Wasi (La Casa del Riposo) a Urubamba, nella valle sacra degli Incas, dove vengono accolti bambini e anziani abbandonati. Anton è scrittore, profondo conoscitore dell’antica tradizione andina, conferenziere internazionale, metafisico e terapeuta psicofisico. Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti in sei lingue, tra essi in italiano: Nina Soncco, Cuore di Fuoco (Verdechiaro Edizioni, 2001) e Il Maestro al Lago Sacro (Verdechiaro Edizioni, 2014).
Un Commento su ““Amaru””
“In una terra cosi’bella non si puo’vivere per morire, bisogna essere felici.
E’vero cio’che dice Anton Ponce de Leon Paiva.
Ognuno di noi ha una carica,una luce; l’importante e’ricercare la natura delle cose, per vivere pienamente e raggiungere la felicita’.
grazie