COEDIZIONE VERDECHIARO – OLTRE IL CONFINE EDIZIONI
Sulle tracce di un antico sapere
Dalla Torre del Tempo in Egitto
alle Porte del Cielo,
la riscoperta della Via degli Immortali
nelle opere e nei codici
dei suoi Custodi,
Guardiani di un segreto senza età.
CUSTODI DELL’IMMORTALITA’: Una straordinaria avventura nell’ignoto, il primo, indispensabile tassello per comprendere il percorso di ricerca inaugurato dall’autore con Il Segreto delle Ere.
Nel 1603, il tedesco Johann Bayer, uno dei padri della scienza astronomica moderna, inventa un codice di catalogazione delle stelle, noto come Nomenclatura di Bayer, tutt’oggi utilizzato dall’Astronomia Mondiale. Ma commette alcuni errori, troppo evidenti per essere casuali e, nel designare le tre stelle della Cintura di Orione, ricorre alle lettere Z.E.D.
Zed, il nome della gigantesca torre di granito che, secondo il ricercatore Mario Pincherle, è custodita nella Piramide di Cheope, una delle meraviglie dell’Antico Egitto che, con Chefren e Micerino, riproduce sulla Terra le tre stelle della famosa Cintura.
Giza-Orione, il primo ed unico punto di ancoraggio visibile di uno straordinario, occulto disegno con il quale si intendeva riproporre il Cielo sulla Terra; qual era lo scopo del maestoso progetto?
Scopriremo che le tre piramidi, lungi dall’essere semplici tombe, tracciano un percorso ascendente dalle Tenebre alla Luce, dalla morte alla rinascita e dalla Terra al Cielo, per ricondurre le anime nella loro dimora stellare; conosceremo la vera identità della costellazione di Orione, fino ad oggi erroneamente identificata con un personaggio di sesso maschile; vi mostreremo il vero aspetto della Sfinge; indagheremo sul progetto della duplice Guardiana e riscopriremo i segreti di uomini che, per millenni, hanno coltivato un sogno senza tempo.
Antichi codici, mappe stellari, misteriosi rituali magici, l’impronta eterna dei nostri Creatori e l’ombra tangibile della Massoneria Universale rivelano l’esistenza di una conoscenza nascosta che, dall’alba dei tempi, è stata tramandata per mezzo delle monumentali vestigia del passato e criptata nelle opere di grandi iniziati come Bayer, Newton, Poussin.
Postfazione di Maurizio Pincherle.
Giza, una Porta verso le Stelle
Lo Zed, la Torre del Tempo
Tre Stelle nel Cielo, Tre Guardiane sulla Terra
La costellazione di Orione e la dea Iside
La Sfinge è Anubi
Horus e la stella Sirio
La ricerca dell’Immortalità
Diventare una stella
La Guida per rinascere alla Luce del Giorno
La Duplice Natura dell’Anima
Le Piramidi tracciano un Percorso Ascendente
Il Sole diventa Sirio
PREFAZIONE
La Scienza dell’Immortalità
di Robert Bauval
PARTE PRIMA
La Grande Avventura
Il mondo segreto dei Custodi
Saggio è chi sa di non sapere
Tante prove, nessuna conferma
Il punto di partenza
Rivoluzioni nel Cielo e nell’Anima
PARTE SECONDA
Una Porta Verso il Cielo
La Torre del Tempo
Tre stelle nel Cielo, Tre Guardiane sulla Terra
Frammenti di una Civiltà Scomparsa
Sirio e Orione
L’Occhio del Cane Maggiore
La costellazione del Filo di Perle
Il Codice Bayer
L’Uomo che inventò l’Astronomia
Le Piramidi delle Stelle Doppie
Il Pilastro del dio dell’Oltretomba
Il Tumulo Divino
Il destino di un dio
Interpretazione del mito
La Dimora dell’Occhio
Orione e Iside
Un dio sulla Terra, una dea nel Cielo
Il Lingam
La Sovrana delle Piramidi
Il Grembo del Cielo
PARTE TERZA
Il Vero Volto della Sfinge
Il Padre del Terrore
L’enigma del corpo della Sfinge
Tracce di erosione, tracce del Diluvio
Tunnel all’interno della Sfinge
Impronte di un Antico Sapere
Il Sogno del Re
Il Guardiano dell’Occhio di Horus
Horus all’Orizzonte
Il dio Horus e la stella Sirio
La Sfinge non è un leone
Il Signore degli Occidentali
Anubi non è uno sciacallo
Una seconda Sfinge
PARTE QUARTA
La Ricerca dell’Immortalità
Diventare una stella
I Campi del Terzo Cielo
La Guida per rinascere alla Luce del Giorno
Il Duat
La mummificazione
Dalla Terra di Sokar al Porto della Rinascita
La Duplice Natura dell’Anima
Le piramidi delle due Anime
Un Percorso Ascendente
La struttura “aperta” di Cheope
Vasche, non Sarcofagi
Basalto e granito
Un doppio Rituale
Il luogo in cui si trattiene lo Spirito Divino
L’anima dell’Osiride
La dimora dello Zed
Una Festa misteriosa
La Casa del Ka di Ptah
Il sacrificio del Re
Come Osiride
La vera identità di Saturno
Il Sole diventa Sirio
L’ingresso nel Regno Sotterraneo e
l’uscita nell’Abbraccio della Luce
La Sala del Giudizio
A caccia di conferme:
I. Johann Bayer
II. Randall Stevens e la Piramide Nera
III. Ermete Trismegisto
IV. Il Libro degli Incantesimi
V. L’Architetto di Osiride
PARTE QUINTA
Un Quadro Più Grande
Sulle Spalle dei Giganti
Il sogno dell’immortalità
Scienza e Religione
Custodi dell’Era Nascente
POSTFAZIONE
L’Eredità di Mario Pincherle
di Maurizio Pincherle
Parte Seconda
Una Porta Verso Il Cielo
«L’uomo che sogna è un dio.»
– Friedrich Holderlin
La Torre del Tempo
L’ingegnere e archeologo italiano Mario Pincherle ha compiuto la sua scoperta più importante nel 1965 durante un tour di ricerche nella Piana di Giza, quando notò che la Piramide di Cheope è stata realizzata con due diversi tipi di rocce: pietra calcarea e granito.
Il rivestimento esterno costituisce oltre i 4/5 del volume della struttura ed è composto da tre milioni di cubi di pietra calcarea dalle dimensioni relativamente modeste (se rapportate alle ragguardevoli proporzioni di altri blocchi rinvenuti nella Piana); il granito è stato utilizzato per la realizzazione delle imponenti lastre finemente levigate visibili all’interno, in particolare nella Camera del Re e nei quattro comparti, detti di compensazione, che si trovano al di sopra della stanza.
Confortato dagli studi sui Libri di Enoch, che per primo ha tradotto in italiano, Pincherle è giunto alla conclusione che la Camera del Re era solo un ambiente nel cuore di una gigantesca torre di granito incastonata nella Grande Piramide, alta circa 60 metri e composta da 200 monoliti di granito del peso di circa 200 tonnellate ciascuno, il cui nome è Zed (in greco) o Djed (in lingua egizia).
Alcune micro perforazioni effettuate nella Camera del Re hanno dimostrato che la Torre è separata dalla roccia calcarea circostante da un’intercapedine di sabbia finissima. Secondo la Genesi, il primo libro del Vecchio Testamento, Enoch era il settimo patriarca antidiluviano, discendente di Adamo e del lignaggio di Set (terzo dei tre figli della Prima Coppia, dopo Caino e Abele) e bisnonno di Noè. I cinque libri apocrifi che narrano la sua vita sono di origine giudaica e la loro stesura definitiva risale al I secolo a.C., ma si dispone di una versione in lingua etiopica la cui redazione è precedente al testo ebraico.
Considerati tra i più antichi scritti rinvenuti sino ad oggi, i Libri di Enoch accennano alle vicissitudini di una torre che il re Sargon di Akkad (identificato da Pincherle con il dio Osiride) trasportò dalla città mesopotamica di Ur, dove era stata originariamente eretta, in Egitto, per preservarla dal Diluvio prossimo ad abbattersi sulla regione euroasiatica.
Lo Zed fu issato sulla sommità della Piramide a Gradoni di Djoser, nella necropoli di Saqqara, distante 30 km dalla città del Cairo e ritenuta la prima piramide costruita nella terra dei faraoni: il gradino più alto è una piattaforma di diorite le cui dimensioni (9,5 m x 18 m) corrispondono perfettamente alle misure della base del Pilastro di fattura mesopotamica.
La torre fu quindi trasportata nella Piana di Giza dove si provvide a costruire un’apposita struttura per proteggerla e nasconderla agli occhi dei profani: la Piramide di Cheope. Una conferma alla teoria di Pincherle giungerebbe dall’etimologia: nelle Liste Reali di Abydos e Saqqara, Cheope è indicato con il nome Khufu che, secondo l’interpretazione tradizionale, significherebbe “sarcofago, pietra” (il nome evangelico di Pietro, uno degli Apostoli di Gesù, deriva da Kefa, Kufu, in latino Petrus).
Cheope (in greco Keops o Cheops) è la trasposizione ellenica dell’egizio Khufu. Secondo la nostra lettura, nel passaggio dal termine originario al greco Cheops, la consonante f è diventata p; allo stesso modo, l’aggettivo britannico chief “leader, guida”, in francese e in tedesco chef, deriva dal latino caput, che significa “capo, sorgente, origine, principio”; in entrambi i casi, la radice consonantica è kh-f (p), da cui deduciamo che Khufu non era un nome, ma un sostantivo il cui significato è “guida, leader, capo”.
La descrizione della Torre riportata nel Libro di Enoch è di intensa suggestione:
E dopo io giunsi in un altro luogo nell’estremo ovest e mi mostrò un’alta e grande torre di duro granito. E in questa torre c’erano quattro cripte vuote, scure, ampie, basse e ben levigate. Come erano lisce alla mia vista quelle stanze vuote! Ma solo tre di esse erano buie, perché una era illuminata e vi era, proprio nel mezzo, una vasca.
Perché nascondere lo Zed nella Grande Piramide?
Cosa rappresentava per gli antichi Egizi?
Tre stelle nel Cielo, Tre Guardiane sulla Terra
Nel 1994, il mondo dell’Egittologia fu scosso dalla pubblicazione de Il mistero di Orione, nel quale gli autori Robert Bauval e Adrian Gilbert enunciano la Teoria della Correlazione di Orione. Secondo i due ricercatori, le piramidi della Piana di Giza sono il nucleo fondamentale di un complesso progetto unitario che aveva lo scopo di condurre le anime dei re defunti nell’Aldilà, un luogo ultraterreno che per gli antichi Egizi aveva un’ubicazione precisa nel Cielo, la costellazione di Orione, intesa come la manifestazione stellare del dio Osiride; per rendere esplicito il legame tra il Cielo e il nostro pianeta, la costruzione delle tre piramidi aveva lo scopo di riprodurre sulla Terra le tre stelle della Cintura di Orione.
L’allineamento delle piramidi, dislocate lungo un inusuale asse sud ovest–nord est, e la loro posizione in relazione al fiume Nilo riflettono l’inclinazione e la distanza della Cintura di Orione rispetto alla Via Lattea, che gli abitanti dell’Egitto chiamavano Nilo Celeste.
Il nome egizio della Piana di Giza è Rostau, la cui trascrizione è r st w: la “porta (r) del luogo (w) nascosto (st)”. Secondo Bauval, il luogo nascosto cui fa riferimento il nome Rostau è l’Aldilà.
La Piana di Giza sarebbe un portale in grado di collegare Terra e Cielo, e le tre piramidi (in particolare Cheope) sarebbero un vettore cosmico in grado di condurre le anime dei defunti al cospetto di Osiride. La convinzione che, dopo la morte, i sovrani fossero destinati a congiungersi con il firmamento per tramutarsi in stelle trova conferme in tutte le religioni del mondo.
Il viaggio dalla Terra alla dimensione ultraterrena era predisposto e guidato dai sacerdoti, unici depositari dei rituali che consentivano il passaggio. La Teoria della Correlazione di Orione trova sostegno nel lavoro di ricerca di Pincherle che, nel giugno del 1969, pubblicò la tesi intitolata La costruzione della grande piramide di Cheope: soluzione di un problema tecnico, presentata presso l’Accademia nazionale dei Lincei di Roma. Lo scritto dimostra con argomentazioni di notevole spessore che la necropoli di Giza era considerata il luogo ideale del contatto tra la Terra e il Cielo e che le piramidi, erroneamente considerate tombe dall’Archeologia, rispondevano alla necessità metafisica di allineare il piano finito della nostra esistenza con quello infinito dell’Universo, un collegamento reso possibile dallo Zed che la Piramide di Cheope nasconde gelosamente.
Piero Ragone è filosofo, ricercatore, scrittore, studioso di religioni e di esoterismo. Il suo campo d’indagine è tutto ciò che la scienza non è in grado di
spiegare. Laureato in Filosofia nel 2001, consegue due master e nel 2017 riceve la laurea honoris causa in Scienze Esoteriche. Autore di numerosi testi di successo, è ospite di convegni nazionali ed internazionali e il suo nome è accostato ai maggiori interpreti della ricerca italiana e mondiale. È titolare della casa editrice Oltre il Confine Edizioni.
Ha pubblicato i libri Formulario magico e Antichi esorcismi (Psiche 2, 2020), Le avventure di Abigail Rain – Ep. 1, Buio negli Occhi (Oltre il Confine Ed., 2020), Il Segreto delle ere (Macro ed., I ed. 2013, II ed. 2019), Il tuo destino ti troverà per quanto lontano tu possa andare (Verdechiaro ed., 2019), Bloodlines (2017) e Dominion (2016 , Verdechiaro ed. – Nexus ed.).
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