Una nuova tecnica al servizio delle potenzialità e della creatività individuale
Realizzare i propri obiettivi con creatività?
Un libro per imparare a esprimere le proprie potenzialità.
Con prefazione aggiornata dall’autore
Lo scopo del life coaching è quello di vivere secondo le nostre idee e i nostri ideali, trasformando i nostri desideri in obiettivi in armonia con la nostra identità più profonda.
Questo libro tocca e analizza dettagliatamente i principali punti del life coaching: autosviluppo, autoefficacia, risultati, potenzialità, creatività, obiettivi, piani di azione, chiarezza di intenti.
Il modello a cui il life coaching si ispira è l’essere umano che si realizza attraverso la piena espressione di tutte le sue potenzialità, la cui natura interiore si esprime liberamente.
E’, questo, un libro che fornisce gli strumenti di base per poter chiarire che cosa vogliamo realmente fare nella vita e passare alla pratica, attraverso tappe intermedie, realizzando i nostri propositi, per passare dal dire al fare.
IL LIFE COACHING
INTRODUZIONE
Una definizione di coaching
PARTE I – I presupposti del Life Coaching
L’AUTOGOVERNO INDIVIDUALE
Test sulla soddisfazione esistenziale:
AMARE LA PROPRIA CREATIVITÀ
L’ideologia della creatività
Per una definizione della creatività
L’AUTOEFFICACIA
LA TECNICA DEL GOAL SETTING
Parte SECONDA – Il contesto di Life Coaching
IL CONTESTO
LA RELAZIONE
Parte terza – Applicare il Coaching con creatività
ESPRIMERE IL MEGLIO DELLA PROPRIA CREATIVITÀ
ENERGIE E POTENZIALITÀ
Affrontare gli ostacoli con creatività e potenzialità
Costruire il vostro contesto anziché subirlo
Obiettivi generici
Fare il punto e stabilire il passo successivo
CONCLUSIONI
Bibliografia essenziale
Verdechiaro Edizion
PARTE I . I presupposti del Life Coaching
L’AUTOGOVERNO INDIVIDUALE
Il coaching è una tecnica, le cui basi teoriche sono eclettiche. Spaziano dalla psicologia alla filosofia, dalla pedagogia all’antropologia. Il coaching serve a raggiungere i propri obiettivi, a trasformare i propri desideri in piani di azione. Nella conversazione di coaching si parte dal focus, inteso come problema da discutere, compito da svolgere, situazione da raggiungere e costruire, relazioni da modificare, sviluppare, ecc…
Il focus può essere uno qualunque degli aspetti della vita quotidiana. I risultati si manifestano esternamente alla persona, non si tratta cioè di semplice consapevolezza delle proprie emozioni, di ristrutturazione cognitiva, di elaborazione filosofica della propria esistenza. Si tratta di trasformare tutto l’insieme in una quadro contestuale che stimoli il raggiungimento di risultati concreti, verificabili e misurabili all’esterno della persona.
Questo è il grande punto di forza, ma è, paradossalmente, anche il grande punto di debolezza. L’effetto collaterale indesiderato è uno sforzo tremendo al fine di raggiungere e concretizzare desideri che, una volta ottenuti, non soddisfano.
Nello straordinario film di Alan Parker, The Life of David Gale, il professore Gale, magistralmente interpretato da Kevin Spacey, dice ai suoi studenti: «Voglio che frughiate nelle vostre menti e diciate a me e a tutti noi su che cosa vertono le vostre fantasie. La pace nel mondo?» – silenzio. – «Lo sapevo – risate. – Forse sognate la fama a livello internazionale o magari sognate di vincere un giorno il premio Pulitzer o il premio Nobel per la pace o il Music Award di MTV o invece abbordare qualche bel camionista apparentemente rozzo ma segretamente fremente di nobile passione e desideroso di darvene prova tangibile» – «Io ne prendo due» – dice una studentessa – risate.
«Hai compreso la teoria di Lacan. Le fantasie non devono essere mai realistiche. Poiché nel momento in cui otteniamo ciò che cerchiamo, non lo vogliamo. Non possiamo volerlo più. Per continuare ad esistere, il desiderio deve avere i suoi oggetti eternamente assenti. Non è quella cosa che noi vogliamo, ma la fantasia di quella cosa. Il desiderio non vi renderà mai felici. Per essere pienamente umani, bisogna cercare di vivere secondo le nostre idee ed i nostri ideali, non certo misurando la vita in base a quanto avete raggiunto dei vostri desideri, ma in base ai piccoli momenti di integrità, compassione, razionalità, a volte sacrificio. Poiché alla fine, se vogliamo veramente verificare il significato della nostra vita, dobbiamo dare valore alla vita degli altri.»
Il sapere di non sapere socratico torna di estrema attualità nella nostra epoca. Ripensando al vecchio filosofo ateniese, ci torna alla mente il contributo decisivo che ha dato alla vita di infinite generazioni future. Socrate ha messo al centro della riflessione sull’esistenza, individuale, di relazione e collettiva, la domanda. La domanda è il cuore della filosofia socratica, ed è il principale debito del coaching verso la filosofia. Come vogliamo vivere la nostra vita? Come vogliamo rapportarci agli altri? Che significa per noi integrità?
Un giorno, una mia cliente che aveva impostato la sua vita soprattutto su relazioni di potere/dipendenza, superiorità/inferiorità, mi disse che il suo obiettivo era cambiare queste relazioni. Avrebbe voluto relazioni paritarie e costruttive del bene comune. Cosa si intende per “bene”? Cosa dovrebbe accadere per rendere le relazioni costruttive del bene?
Il professor Gale ci dice: «Per continuare ad esistere, il desiderio deve avere i suoi oggetti eternamente assenti.» Ed allora che senso ha darsi obiettivi e fare di tutto per raggiungerli?
Il rischio concreto è un’eterna insoddisfazione. Si trasformerebbe la propria vita in un treadmill (i nastri da palestra), dove si percorrono chilometri, si suda come pazzi, ma si rimane sempre allo stesso punto. A meno che…
A meno che gli obiettivi esterni non siano armonici con i valori, l’integrità, la filosofia di vita interni. È qui che si gioca la vera partita, qui sta la verifica pratica. “Cercare di vivere secondo le nostre idee ed i nostri ideali”, è questo il punto, il quadro all’interno del quale il life coaching può operare al meglio. Perché le nostre idee e i nostri ideali rendono i desideri obiettivi armonici con la nostra identità più profonda, divengono fini armonici ai mezzi usati per raggiungerli. Quelli del professor Gale sono desideri alienanti, estranei alla propria personalità, soluzioni fittizie attraverso le quali cerchiamo di compensare le nostre insoddisfazioni. Cercare di essere integri: questo è l’obiettivo massimo, il nostro obiettivo da sogno, che ispira tutti gli obiettivi concreti.
Il coaching è una professione molto giovane. Si è affermata negli Stati Uniti all’inizio degli anni novanta ed è in continua crescita. Eppure le sue origini sono rintracciabili molto tempo addietro.
Il coaching ha un debito forte con la psicologia generale (non con la psicoterapia, come vedremo). Secondo Williams e Davis (Williams e Davis, Therapist as life Coach, New York, 2002), possiamo rintracciare elementi del coaching nell’opera di Alfred Adler, medico e psicologo austriaco, che si distaccò dal movimento freudiano agli inizi del novecento.
Per Adler, ogni individuo sviluppa un approccio unico alla vita, in cui cerca di superare permanentemente i propri limiti. “Adler vedeva ogni persona come creatore e artista della sua stessa vita e frequentemente coinvolgeva i suoi clienti nello stabilire obiettivi, pianificare la vita, inventare il loro futuro.” (Williams e Davis, op cit., p. 11). Adler fondò la psicologia individuale, pensando che l’intervento psicologico e pedagogico, nei confronti dei meno abbienti, avrebbe permesso loro di avere le risorse per cambiare la società ed eliminare le ingiustizie sociali.
Altri psicologi, molto pochi purtroppo, hanno incentrato le loro teorie sui processi di sviluppo e cambiamento, piuttosto che su quelli di cura e malattia. Il più rappresentativo della prima metà del secolo scorso è sicuramente Jung, il quale fondava gran parte dei suoi interventi sul concetto di individuazione del sé, incoraggiando i propri “pazienti” a vivere coscientemente le loro vite attraverso i loro talenti naturali e le loro predisposizioni.
Su questa scia uno dei contributi più interessanti è stato quello di Abraham H. Maslow.
A differenza di Freud e di altri autori psicoanalitici, oggetto di studio di Maslow non sono le nevrosi o le psicosi, ma le persone sane, quelle che tendono verso lo sviluppo e l’accrescimento di sé. Come ha suggerito Maslow, l’intervento di coaching non si fonda sulla cura di patologie, ma sullo sviluppo e l’autorealizzazione di persone che già vivono in salute. Il modello a cui Maslow aspira è l’essere umano che si realizza attraverso la piena espressione di tutte le sue potenzialità, è l’essere umano la cui natura interiore si esprime liberamente, anziché essere deformata, repressa o negata.
A differenza della psicoterapia che, di norma, investiga il passato alla ricerca delle cause di conflitti o mancanze, il coaching, seguendo gli insegnamenti di Maslow, si occupa del senso del futuro. Lo sviluppo, il divenire, la potenzialità poggiano su desideri, sogni, obiettivi e piani da attuare nel futuro per raggiungerli. L’apprensione, la paura, il rischio si possono porre come potenziali ostacoli per impedire nel presente che le potenzialità e le speranze abbiamo legittima cittadinanza. Questo tempo futuro vive in modo dinamico nel presente. L’autorealizzazione è infatti priva di significato se si riferisce ad un futuro di là da venire. Il futuro è attivo in ogni momento del presente e nella seduta di coaching lo è al massimo grado, in quanto questa prefigura ciò che può accadere, attraverso la discussione e l’individuazione di ideali, speranze, doveri, compiti, progetti e finalità.
Ogni desiderio e obiettivo è individuale, irripetibile e imparagonabile. Il nostro è un intervento idiografico. Il concetto di fondo è che ogni essere umano è unico. Al contempo ogni essere umano, in quanto umano, è appartenente alla sua specie. Come tale, ha degli istinti fondati biologicamente, che poi persegue, coltiva, costruisce individualmente. Uno di questi istinti fondamentali è la tensione all’autorealizzazione. Ogni intervento di coaching, per quanto peculiare e irripetibile, è un passo verso l’autorealizzazione individuale, per come la percepisce, crea e costruisce il cliente. […]
Luca Stanchieri è un coach professionista da molti anni, vive e lavora a Roma.
Conduce seminari orientati particolarmente al life coaching, cioè quella branca del coaching che si occupa degli aspetti connessi alla vita e alla realizzazione dell’individuo.