L’Attenzione è la regola dell’Alchimista.
L’Attenzione è essere presenti a se stessi qui e ora.
L’Attenzione è la differenza tra essere vivi ed essere morti.
Tutto il lavoro pratico su se stessi inizia e finisce
con la pratica della nostra presenza interiore.
Questo è il Ricordo di Sé
Tutti gli uomini “dormono”, sono degli “automi” completamente ipnotizzati che si illudono di essere svegli. Cosa bisogna fare per svegliarsi? Qual è il significato reale della Pietra Filosofale? Cosa si intende per “Immortalità”?
Per la prima volta l’Alchimia non sarà più un sapere oscuro e indecifrabile ma una conoscenza accessibile a tutti, un modo di vivere con saggezza che non richiede l’esilio dal mondo ma, al contrario, la propria partecipazione attiva e consapevole.
La Pietra degli Alchimisti è basato sulla storia personale dell’autore, che dopo un incontro “fortuito” con Raffaele, un alchimista dalla forte personalità magnetica, realizzerà un percorso iniziatico che lo condurrà fino alle regioni inesplorate della propria interiorità. Un viaggio reale e simbolico ricco di prove e avventura dove il lettore, insieme al protagonista, attraverserà tutte le fasi dell’arte Alchemica fino a realizzare il Risveglio della propria Anima.
“Quando impari a vedere le tue emozioni negative come delle forze impersonali che vengono da lontano per riportarti a casa e consideri tutto ciò che ti capita come un rituale da superare con coraggio e fede, allora sei un Alchimista e inizi a svegliarti”.
Con prefazione di Piero Ragone.
Vuoi saperne di più? Ascolta l’intervista a Francesco Giacovazzo.
Ecco alcune recensioni al libro di Francesco Giacovazzo dal sito www.ilgiardinodeilibri.it
Mi ha condotto in una realtà nuova, profonda: in una bella avventura dove ho scoperto che ogni persona che desidera penetrare queste segrete cose diventa il vero alchimista.
Altre recensioni dal sito www.macrolibrarsi.it
Bruno Questo libro mi ha talmente colpito da avermi cambiato dentro… Ho subito acquistato il secondo che sto ancora leggendo. Un misto tra spiritualità e scienza è quello che ho sempre cercato, e in questo libro li ho trovati. Spero che l’autore continui a scrivere altri libri!
dora bufano grazie all’autore. L’autore è riuscito a regalarci una storia coinvolgente, un manuale di alchimia semplice e chiaro da consultare, calore, passione che ognuno di noi prova quando scopre qualcosa di se stesso e quindi dalla vita tutta. dora da cisternino
federico Libro ben scritto e illuminante. Attraverso il percorso esperienziale dell’autore viene affrontato un viaggio iniziatico alla scoperta dell’anima e di se stessi. Chiaro e comprensibile anche a chi come me è estraneo all’argomento. Un sentito grazie.
Franca “E’ possibile completare il lavoro alchemico attraverso la resa totale a tutto ciò che è, senza nessun desiderio di volerlo cambiare. Quando accettiamo completamente e profondamente la realtà allora, solo allora, riusciamo a cogliere la sua bellezza autentica che altro non è che la Verità”. Un libro generoso, una cascata di informazioni e di rivelazioni; un libro intenso, che parla dritto all’essenza dell’uomo, riuscendo a scavalcare schemi e sovrastrutture mentali; un libro che stimola alla ricerca, alla sperimentazione diretta, a mettersi in gioco, subito, adesso. Con amore. Grazie Francesco Giacovazzo. Franca
salvatore Un vero e proprio manuale per aprirsi ed identificarsi con l’anima.Un libro esaustivo che ci invita a svegliarci lavorando su noi stessi con costanza e determinazione. Lo consiglio a chi ha seriamente intenzione d i risvegliarsi e diventare un anima completa.
serena Questo libro è fantastico! Mi ha preso fin dalla prima pagina e mi ha trasportato in un mondo di magia e potere. Lo consiglio sia a chi ama l’alchimia e a chi come me si approccia per la prima volta. Raffaele è il maestro che noi tutti vorremmo incontrare. Spero ci sia un seguito! Serena
Itala “Finalmente esiste una conferma scientifica al fatto che i nostri pensieri e le nostre emozioni, e quindi i nostri stati di coscienza ,abbiano il potere di cambiare la nostra realtà fisica e non solo”…Grazie per avermi dato delle risposte ad alcune domande!..
Prefazione
Prologo
1. Fuori dal tempo
2. Scavalcando lo spazio
3. L’illusione della caverna
4. La Regola dell’Alchimista
5. Ama il tuo dolore
6. Costruirsi un’anima
7. La dignità del guerriero
8. Il centro del potere
9. Reich l’alchimista
10. Diventare invisibili
11. Il Santo Graal
12. Una pigna nella testa
13. I parassiti della coscienza
14. Il gioco delle trottole
15. Dormi Kundalini, dormi!
16. Una strana storiella parte I
17. La Pietra Filosofale
18. Chiedere l’elemosina
19. Haiku
20. L’ Athanor e il Sacro fuoco
21. Il mistero dei Rosacroce
22. Una gita a Monte Sant’Angelo
23. I quattro nemici dell’Alchimista
24. Una strana storiella parte II
25. La Pietra degli Alchimisti
26. L’Ultimo Segreto
27. Epilogo
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Costruirsi un’anima
Raffaele mi aspettava seduto allo stesso tavolino del bar e sfogliava le pagine di un quotidiano. Quando arrivai, ordinammo la colazione. Io ero ben riposato, avevo dormito per l’intero pomeriggio e per tutta la notte. Solo una sottile apprensione faceva da sfondo ai miei pensieri.
L’incontro del giorno prima mi aveva alquanto turbato; il mio sistema nervoso non era ancora pronto a certe informazioni e il mio cervello, al pari di un intestino, stava ancora metabolizzando le parole di Raffaele. C’erano alcune cose che, sebbene fossero chiare dal punto di vista razionale, non riuscivo a conciliare con i paradigmi ufficiali della nostra cultura.
«Raffaele, io vorrei sapere esattamente cos’è l’Alchimia.»
«L’Alchimia» mi rispose «è l’Ars Regia e mira a condurre il praticante alla piena realizzazione di se stesso. Questa antica conoscenza attraversa sottilmente l’esoterismo cristiano, ebraico e islamico, la Kabbalah e il sufismo. Se esteriormente tutte queste religioni sembrano diverse e quasi antitetiche, su un piano esoterico hanno tutte una matrice comune e mirano tutte allo stesso traguardo.»
«Sì, ma cosa cercavano questi alchimisti?»
Tra i nomi degli alchimisti, nel corso dei secoli, spiccavano quelli di autorevoli studiosi e scienziati che dedicarono parte della loro vita a esplorare i segreti di questa antica sapienza. In molte biografie si legge che personaggi come Alberto Magno, Tommaso D’Aquino, Cornelio Agrippa, Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Robert Boyle, Isaac Newton, non hanno avuto alcun timore a dichiararsi alchimisti.
«Non inseguivano certo la ricchezza materiale» rispose Raffaele «ma qualcosa di incondizionato, eterno. L’oro che cercavano gli alchimisti era di una sostanza sottilissima, impercettibile ai nostri sensi. Era uno stato della coscienza che, una volta raggiunto, non poteva essere sradicato neppure con la morte. Uno stato di coscienza estatico, colmo di beatitudine, che gli alchimisti chiamavano Lapis Philosophorum.»
«Ma gli alchimisti non cercavano l’immortalità?» domandai.
«Esattamente. L’immortalità è una possibilità concreta per l’essere umano che abbia imparato a costruirsi un’anima. È inutile parlare di immortalità in riferimento alla macchina biologica. Per sua natura la macchina biologica umana è destinata a consumarsi nel corso del tempo, anche se ci sono stati casi di individui che sono riusciti ad arrestare questo processo e ad ascendere con i loro corpi.»
«Tipo Gesù?»
«Sì, e credimi, non è stato l’unico.»
A quell’epoca, nonostante mi ritenessi una mente aperta e avessi letto di tutto, non riuscivo ad accettare simili affermazioni che reputavo superstiziose.
«Il Corpo dell’Anima» continuò Raffaele «è costituito da una materia più resistente e non soggetta alle leggi del tempo. Non è semplice parlare di alchimia, si può facilmente cadere nel ridicolo. Io conosco un alchimista che abita qui vicino e che è in grado di provocare alcuni fenomeni ritenuti impossibili.»
«Sa per caso mutare il piombo in oro?» dissi scherzosamente giusto per sdrammatizzare. Raffaele per un attimo abbassò lo sguardo e sorrise, poi tornò a fissarmi e disse: «Tu credi sia impossibile?»
Alzai le spalle e risposi che in questo mondo tutto era possibile.
«Ora ascoltami bene: ogni cammino iniziatico di qualsiasi tradizione deve passare obbligatoriamente per tre tappe fondamentali. Il lavoro su di sé comincia nella nostra Officina Alchemica – la nostra personalità. Questa deve essere purificata dalle aberrazioni che nascono da una mancata comprensione della realtà. La nostra visione distorta del mondo crea emozioni negative che, se non vengono comprese e mutate, si accumulano e si cristallizzano dentro di noi diventando degli aggregati psichici, delle vere e proprie entità che succhiano la nostra energia vitale e si accumulano nell’inconscio condizionando le nostre vite. Questi aggregati psichici vengono chiamati, in varie tradizioni esoteriche, “forme-pensiero” o egregore e rappresentano i nostri principali avversari.
«All’inizio non è facile lavorare direttamente sulle nostre emozioni negative perché occorre essere presenti nel bel mezzo della loro espressione. Ma noi, ne siamo talmente coinvolti da dimenticarci di non essere loro e ci facciamo trascinare dalle loro correnti come barchette di carta inanimate. Quindi occorre praticare il ricordo di sé dapprima sui nostri gesti, sui nostri movimenti, sulle nostre azioni per poi passare alla sfera emotiva.
«In questo modo comincia a formarsi il Testimone, una parte di sé che riesce a restare parzialmente distaccata da ciò che accade fuori. È fondamentale riuscire a non farsi coinvolgere nel vortice dell’immaginazione negativa e assumere un atteggiamento distaccato. Tutte le volte che non siamo in uno stato di gioia e di pace è perché ci siamo identificati con le reazioni della nostra macchina biologica agli eventi esterni. Se ci sforziamo di rimanere presenti a noi stessi, soprattutto durante una tempesta emotiva, stiamo lavorando a livello alchemico.
«La presenza del testimone genera una forma di resistenza contro la meccanicità del nostro apparato psicofisico e questo attrito, come già ti ho detto, è il fuoco che agisce direttamente sugli elementi del nostro corpo, bruciandoli e trasformandoli in sostanze più sottili. Questa prima fase è chiamata in alchimia “Opera al Nero” o “Nigredo” a indicare proprio l’annerimento derivante dalla cottura delle sostanze che compongono la nostra parte animale.
«Il testimone sottrae energia agli aspetti grossolani della nostra personalità che vanno in putrefazione e, dalle ceneri di queste ultime, nascono le sostanze che andranno a formare il corpo dell’anima. Questo mutamento strutturale è conosciuto anche come Redenzione della materia. La cottura o incenerimento cui si rifanno molti testi alchemici riguarda proprio questo processo. L’anima non è un concetto astratto, ma qualcosa di fisico, anche se di una fisicità molto sottile.
«L’Opera al Nero rappresenta la progressiva disidentificazione con la macchina biologica e la conseguente perdita di potere delle sue manifestazioni grossolane. La trasmutazione di ciò che è inferiore in ciò che è superiore fa parte della seconda fase dell’alchimia chiamata “Opera al Bianco” o “Albedo”. In realtà sia la prima che la seconda fase sono parallele, ossia nel momento in cui cominciamo a lavorare per creare il testimone diamo inizio anche alla trasmutazione della nostra struttura energetica con la conseguente fabbricazione del Corpo di Gloria.
«Il colore bianco si riferisce proprio alla purezza di questo corpo che stiamo progressivamente costruendo attraverso la trasmutazione delle sostanze di cui sono composte le nostre emozioni inferiori. Lo scopo ultimo dell’Opera al Bianco è quello di creare un nuovo corpo per la nostra coscienza che dalla mente, ossia dalla personalità, si trasferirà al cuore, che è l’anima. Da qui, dall’anima, si possono provare le vere emozioni superiori che nulla hanno a che vedere con gli effetti delle forme pensiero ancorate alla nostra personalità.
«L’ultima parte dell’opera è chiamata “Rubedo” o “Opera al Rosso” e rappresenta la redenzione dell’anima e la sua unificazione con lo Spirito Universale. Il piombo, divenuto argento grazie all’Albedo, si tramuta finalmente in oro. Il “sé” deve sciogliersi nell’Uno incondizionato; la goccia deve ritornare all’oceano. Non si può dire molto a proposito di quest’ultima fase, che è la più importante ma anche la più difficile da realizzare. Pochissimi uomini, infatti, sono riusciti a raggiungere questo stadio e a sperimentare l’immortalità dell’anima. Non cercare di capire tutto e subito, ma concentrati sul ricordo di sé ogni volta che puoi. Questo dev’essere il tuo pensiero fisso, il tuo dovere quotidiano, lo scopo della tua vita. Il resto verrà da sé col tempo.» […]
Francesco Giacovazzo, nato nel 1980, è scrittore e studioso di alchimia e di discipline metafisiche e olistiche. Si è laureato a Roma in Scienze della Comunicazione e ha continuato a studiare psicologia e sviluppo personale, attratto dalle potenzialità latenti e dalle capacità innate di ogni essere umano.
La Pietra degli Alchimisti è il suo primo libro dove, per la prima volta, interpreta l’Alchimia attraverso le nuove scoperte della Psico-Neuro- Endocrino-Immunologia (PNEI), una disciplina che si occupa delle relazioni tra il funzionamento del sistema nervoso, del sistema immunitario e della salute psicofisica dell’essere umano.